Casse… di cartone?

Il sistema funerario italiano, basato non tanto sulla prestazione di un servizio, ma sulla fornitura di beni impiega materiali e tecniche costruttive di derivazione ottocentesca come legno massello, zinco (o, addirittura, piombo!), saldatura a fuoco del cofano. Questa scelta così conservativa si traduce in alti costi di lavorazione e smaltimento, perchè nessun costruttore sembra considerare la fase finale nel ciclo di vita di un prodotto, quando esso da bene di consumo diventa rifiuto cimiteriale ai sensi del DPR 15 luglio 2003 n.… ... Leggi il resto

Valvola depuratrice e dispositivo plastico sostitutivo dello zinco.

Queste considerazioni traggono spunto dalla risposta ad un quesito puubblicata su “I Servizi Funerari n.3/2002.

Di recente il Ministero della Salute ha nuovamente autorizzato (D.M. 7 febbraio 2007 e D.M. 28 giugno 2007) l’uso del materiale biodegradabile in sostituzione della cassa di metallo, unicamente: – nei feretri, all’interno della cassa di legno, per salme destinate alla inumazione purché non decedute per malattia infettiva-diffusiva e per salme destinate alla cremazione quando vi è trasporto superiore ai 100 Km dal luogo di decesso; – nei feretri, all’interno della cassa di legno, per le salme decedute per malattia infettiva-diffusiva destinate alla cremazione

Alcune imprese domandano di adottare, su precisa richiesta dei comuni, la valvola depuratrice anche se il feretro è stato confezionato con l’involucro alternativo allo zinco.… ... Leggi il resto

Cremazione di infetti in Emilia Romagna

Quest’articolo verte sul confronto tra le procedure dettate dal DPR 10 sette4mbre 1990 n. 285 e la Legge Regionale emiliano romagnola 29 luglio 2004 n. 19 su confezionamento e destinazione di feretri per infetti da avviare ad incinerazione.

Qual è, allora, l’iter per la cremazione di cadaveri portatori di malattia infettivo-diffusiva in Emilia Romagna?Bisogna, preliminarmente, enucleare alcune questioni normative, così da schematizzarne almeno i principali passaggi logici.

In Emilia Romagna il regime autorizzatorio della cremazione è disciplinato dal comma 1 dell’Art.… ... Leggi il resto

Deformazione dello zinco nei feretri da tumulazione ex Art. 30 DPR 285/1990

Riporto alcuni passi di un’interessante discussione apparsa sulle pagine on line del sito www.nntp.it/scienza-medicina.

Durante un’estumulazione di un feretro il il nastro metallico del coperchio si presentava fortemente schiacciato verso l’interno senza, però, comprometterne la tenuta stagna? Perchè?

Il problema, anche se meramente speculativo, in quanto non ha comportato difficoltà di sorta nella traslazione, si presenta di non facile soluzione, ci sono, però,1-069 jpg jpg alcune possibili risposte.

Il tutto e’ logicamente spiegabile sulla base di un semplice processo fisico:la decomposizione libera calore e gas, infatti per evitare l’eplosione delle bare (il cosidetto scoppio del feretro) e’ presente una valvola di sfiato.… ... Leggi il resto

La saldatura “a freddo” delle casse zincate

La tradizionale saldatura “a caldo” dei manufatti in zinco comporta 1204555666904 04inevitabili contrattempi ed inconvenienti che la moderna tecnologia cerca progressivamente di eliminare o, quantomeno, ridurre.

Le leghe saldanti a base di piombo, come lo stesso stagno, sprigionano, infatti, fumi irritanti, particolarmente dannosi, soprattutto nel lungo periodo, per la salute degli operatori a diretto contatto con questi vapori. Si debbono poi anche considerare le pericolose esalazioni dell’acido muriatico, indispensabile per il decapaggio della lamiera zincata.

La legge n.626 del 1994, esaminando in generale i rischi derivati dal contatto ravvicinato con sostanze chimiche nocive, dispone che, sotto la responsabilità delle stesse imprese, tutti gli addetti alla saldatura con stagno (quindi anche i necrofori) debbano essere sottoposti periodicamente a visite mediche e controlli sanitari.… ... Leggi il resto

L’avvolgimento del feretro ex Art. 88 DPR 285/1990 e Circ.Min. n.10/1998

Cara Redazione,

qualche settimana fa ho provveduto ad una tumulazione in sepolcro gentilizio.

Dopo pochi giorni si è cominciato ad avvertire un lezzo sgradevole e persistente che sembra proprio povenire dalla tomba di cui sto parlando.

Il colombario ipogeo, che si sviluppa anche in senso orizzontale, su posti feretro giustapposti, è stato chiuso da lastroni di cemento.

Ora se io riuscissi a togliere le estremità di codesti lastroni e ci applicassi delle valvole depuratrici, (la parte grande va all’interno) ovviamente prolungando il beccuccio della valvola per l’intero spessore della lastra fino a farlo uscire fuori, potrei migliorare la depurazione del loculo?... Leggi il resto

Fuochi fatui dalle casse metalliche quando non c’erano ancora le valvole a depressione

Lo stile funerario dei faraoni e le millenarie tecniche di sepoltura perpetua, fuochifatuielaborate nell’antico Egitto, erano molto di moda nelle arti mortuarie del primo Ottocento, con ogni probabilità perché gli esempi più alti e conosciuti della cultura egizia erano proprio i monumenti sepolcrali.

Notevole fu la loro influenza su costumi e tradizioni nel mondo anglosassone, con il curioso risultato che la tumulazione, in epoca vittoriana, divenne molto popolare anche in Gran Bretagna.

Un immenso mausoleo a gradinate, con posti salma riservati ad 840 feretri, fu costruito a Highgate per accogliere le spoglie di quanti avessero deciso di affidare il proprio corpo esanime a questo tipo di destinazione ultima.… ... Leggi il resto

Sanzione ex Art. 358 Regio Decreto n. 1265/1934 e feretri non a norma

Secondo un’antica, tenace, concezione le norme giuridiche si caratterizzerebbero per il fatto di esser suscettibili di attuazione forzata o sarebbero, comunque, garantite dalla predisposizione per l’ipotesi di trasgressione di conseguenza in danno del trasgressore chiamata: “sanzione” Una norma non dotata di questo deterrente è definita “norma minus quam perfaecta“.

L’art.16 del D.Lgs. 22 maggio 1999, n.196, ha novellato il secondo comma dell’art. 358 del RD 27 luglio 1934, n.1265, elevando l’importo della P5280080sanzione amministrativa ivi contemplata per i contravventori alle disposizioni regolamentari.… ... Leggi il resto

l’uso delle casse mortuarie nel DPR 10 settembre 1990 n.285.

Nello spirito del DPR 10 settembre 1990 n.285, così come nei precedenti regolamenti nazionali di polizia mortuaria, la forma classica di sepoltura è 1-049 jpg jpgl’inumazione ed essa deve, naturalmente, avvenire nel luogo di decesso (Art. 50 cit. e Art. 337 Regio Decreto n.1265/1934).
Le casse, allora, sono considerate in funzione soprattutto del trasporto e non della destinazione finale. l’Art. 75 comma 2, però, affronta, prima in termini ablatori il problema della biodegradabilità, vietando l’immissione nelle quadre di terra di materiali non facilmente decomponibili poi in modo positivo (anche se vago) con una norma “in bianco” (Art.… ... Leggi il resto

Plastica biodegradabile e resti mortali

Di recente il Ministero della Sanità ha nuovamente autorizzato (D.M. 7 febbraio 2007 e D.M. 28 giugno 2007 ) l’uso del materiale biodegradabile in sostituzione della cassa di metallo.

L’autorizzazione è limitata all’uso in ambito nazionale.

La plastica biodegradabile si applica unicamente: – nei feretri, all’interno della cassa di legno, per cadaveri destinati alla inumazione purché non decedute per malattia infettiva-diffusiva e per cadaveri destinati alla cremazione quando vi sia trasporto superiore ai 100 Km dal luogo di decesso; – nei feretri, all’interno della cassa di legno, per le salme decedute per malattia infettiva-diffusiva destinate alla cremazione.… ... Leggi il resto

Doppia cassa ex Art. 30 DPR 285/1990 ed infetti

Per i cadaveri portatori di malattia infettivo-diffusiva compresa nell’elenco di cui al D.M. 15 dicembre 1990, ai sensi dell’Art. 25 DPR 285/90, è chiusura zincod’obbligo la duplice cassa, lignea e metallica, qualunque sia la destinazione finale del feretro.

Solo in caso di incinerazione, secondo i decreti Ministeriali emanati dal Ministero della Salute in data 7 febbraio 2007 e 28 giugno 2007, vasca e coperchio metallici possono esser sostituiti da un dispositivo plastico ad effetto “diaframma impermeabilizzante”. (i cosiddetti manufatti plastici a atenuta stagna).… ... Leggi il resto

Il trattamento antiputrefattivo ex Artt. 32 e 48 DPR 285/1990

ImageAllo stato della legislazione nazionale vigente (DPR 10 Settembre 1990 n. 285) la cosidetta puntura antiputrefattiva è obbligatoria, anche alla luce della circolare 24/93 del Ministero della Sanità, in forza degli Artt. 32 e 48 del D.P.R. 285/90.

Il regolamento concede solo alcuni accenni all’imbalsamazione (Art. 46 DPR. 285/90), come metodo alternativo alla puntura, ma del tutto facoltativo (occorre un atto di disposizione in tal senso, da parte del de cuius o dei suoi famigliari) e non imponibile d’ufficio dall’Autorità Sanitaria senza indicare modalità e tempi per una corretta procedura d’attuazione.… ... Leggi il resto

Come trattare i cadaveri infetti

Cara Redazione,

sono un dipendente di un’impresa funebre.
Vorrei sapere se siano in vigore particolari norme sulla vestizione e l’incassamento di salme portatrici di morbo infettivo diffusivo.

Risposta:

5 gAttualmente solo la Regione Lombardia ha emanato un preciso protocollo operativo cui attenersi per manipolazione e al vestizione di salme infette.
Gli strumenti normativi per introdurre questa nuova disciplina sono stati prima l’atto della giunta – P. 27/02/2002 13.52 H1.2002.0012641 e, dopo, l’allegato 9 della delibera n. 20278 del 21 gennaio 2005 adottato per implementare l’Art.… ... Leggi il resto

Art. 74 DPR 285/1990: madre e neonato

untitledPremessa: L’articolo 74 del D.P.R. n. 285, dispone che possano essere sepolti in una stessa fossa soltanto madre e neonato, morti in concomitanza del parto. La ratio di tale disposizione é da individuarsi nel fatto che, a causa della diversità di dimensione dei due corpi, anche in seguito alla mineralizzazione, essi non possono essere confusi. Se a ciò si aggiunge che ai sensi dell’articolo 36, comma 2, del D.P.R. citato, le ossa umane e gli altri resti mortali assimilabili debbono in ogni caso essere raccolti in cassetta di zinco, recante il nome e cognome del defunto, oppure nel caso non sia possibile l’identificazione del defunto cui appartengono, la cassetta dovrà recare l’indicazione del luogo e della data in cui sono stati rinvenuti, appare evidente l’intenzione di conservare l’identità e l’individualità dei resti mortali anche in un momento successivo alla sepoltura, cosa che risulterebbe estremamente complessa in caso di cassetta resti non individuale.... Leggi il resto

TUMULAZIONE: questioni aperte e problemi irrisolti

Nota dell’autore: per gli argomenti trattati e le immagini proposte questo testo è sconsigliato a persone particolarmente suggestionabili o impressionabili.

L’ordinamento italiano (DPR 10 settembre 1990 n. 285), oltre ai più tradizionali (almeno nella realtà europea) metodi dell’interramento e dell’incenerizione, contempla una terza possibile destinazione per i cadaveri, ormai largamente maggioritaria nel nostro paese: la tumulazione; di essa si può reperire induttivamente una fonte primaria del diritto, ossia nell’Art. 340 del Regio Decreto 27 luglio 1934 n.… ... Leggi il resto

Come costruire un'urna cineraria

 

Pubblichiamo la risposta ad un quesito pervenuto da un visitatore del sito www.crematori.org

Cara redazione,
ho scoperto il vostro sito molto ben fatto; avendo l’intenzione di disegnare un’ urna, mi chiedevo qual’è il volume minimo necessario a contenere le ceneri di un adulto.
non sono riuscito ad individuare chiaramente questa informazione in rete, e anche per quanto riguarda la legislazione, dove mi sembra di aver capito che sono le regioni a normare, mi sembra ci sia poca chiarezza.
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