Feniof: “No all’uso delle chiese come camere ardenti in Lombardia”

Sessantaquattro sindaci lombardi, guidati dalla sindaca di Ponteranica (BG), Susanna Pini, hanno chiesto alla Regione Lombardia di modificare la normativa funeraria vigente (L.R. 33/2009 e R.R. 4/2022) per consentire l’esposizione dei defunti a bara aperta all’interno di chiese e locali parrocchiali durante il periodo di osservazione.

FENIOF ha risposto con una dura nota, accusando i promotori di superficialità e ignoranza normativa. Secondo la Federazione, la richiesta ignora le motivazioni igienico-sanitarie alla base della disciplina nazionale e regionale, che prevede requisiti strutturali rigorosi per i locali di osservazione.

Dal 2003, la Regione ha introdotto le “case funerarie”, strutture idonee e autorizzate per l’accoglienza e l’esposizione dei defunti, che hanno comportato ingenti investimenti da parte delle imprese funebri. Permettere l’uso delle chiese, prive di ventilazione, servizi igienici separati e sanificazione, equivarrebbe – secondo FENIOF – a vanificare vent’anni di normativa e a favorire pratiche abusive già oggetto di diffide da parte delle ATS.

La Federazione denuncia inoltre il rischio di una concorrenza sleale a vantaggio di imprese che evitano investimenti e parroci che concedono i locali in cambio di “mance”, aggirando la normativa sull’attività funebre autorizzata.

“Se la richiesta fosse accolta, si dovrebbero abrogare tutte le norme su case funerarie, camere mortuarie e obitori. La chiesa deve rimanere luogo di culto, non sostituirsi alle strutture previste dalla legge”, afferma FENIOF, che si dice pronta a sostenere azioni risarcitorie da parte delle imprese danneggiate.

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