Funerali per fedeli di religione musulmana – 1/3

L'articolo è parte 8 di 8 nella serie La pandemia cambia (o cambierà?) le procedure?
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Dal Corano:
Ogni essere vivente gusterà la morte.
Lavorate per questo mondo come se doveste vivere sempre; impegnatevi per l’Aldilà come se doveste morire subito.
Quanto ai morti, quando Allah li farà risorgere, li condurrà al loro Signore.

Preghiera islamica delle esequie:
È a Dio che apparteniamo ed a Lui facciamo ritorno.


Nel mondo islamico, la cerimonia funebre è, di fatto, conclusa quando i fedeli intonano il versetto 59,10 del Corano: Nostro Signore, perdona noi ed i nostri fratelli che ci hanno preceduto nella fede e non lasciare nei nostri cuori alcun rancore nei confronti dei credenti, invero tu sei indulgente e misericordioso.
Prima però di giungere a tale conclusione, le procedure funerarie si articolano in modo complesso e differenziato a seconda dell’etnia della famiglia.
Occorre ricordare un dato molto importante: fra Nord Africa (escluso l’Egitto) il Medio oriente e la Turchia, vi sono differenziazioni, spesso anche notevoli, in ogni fenomeno religioso che pur si richiami ad Allah e al Corano.
È evidente come un’impresa funebre non possa sopperire e provvedere a tutte le variazioni anche complesse del cerimoniale islamico, ma sarà opportuno che alcune formalità ed incombenze non suscitino disagio alla famiglia e, soprattutto, alla comunità musulmana di appartenenza.

Annunci di morte e atti preliminari

È un dovere della famiglia comunicare l’evento a tutta la comunità. L’annuncio non va però recato, in quanto sconveniente, lungo le strade, o alle porte delle Moschee con gran ostentazione e grida.
Si può ricorrere invece ad una inserzione sul giornale o (anche se più raramente) ad un manifesto murale.
In questi casi il necrologio, non avrà bordature, il testo sarà in nero su sfondo bianco, mentre la formula da adottare è “Nel nome di Allah; il clemente ed il misericordioso; apparteniamo al Signore ed a Lui siamo ricondotti”. La necrologia può riportare la foto del defunto, gli anni e la professione, oltre naturalmente alla data dei funerali ed al nome della famiglia in lutto.

Preparazione della salma

Secondo la più autorevole giurisprudenza coranica, non appena si sia constatato il decesso di una persona bisogna subito provvedere alla chiusura delle palpebre ed al lavacro rituale del corpo.
Poiché è l’emblema di quelle abluzioni che i fedeli compiono cinque volte in un giorno, prima di accostarsi alla preghiera, la lavanda mortuaria acquisisce un particolare significato religioso, sollevando il defunto dalla corruzione della morte, massima fonte di peccato.
Il corpo, anche quando non fosse più integro [1], deve essere trattato con amore ed è degno del più sommo rispetto da parte di chi lo prepara per la sepoltura perché è destinato alla resurrezione nell’ultimo giorno.
Nelle comunità islamiche più organizzate esistono membri che attendono in modo specifico al lavaggio rituale del corpo ma possono provvedervi anche un famigliare o un operatore funebre, ma, in ogni caso, chi compie la tolettatura mortuaria deve essere di religione musulmana e dello stesso sesso del defunto.
Questa seconda condizione è stabilita per tutelare l’intimo pudore e la sacralità delle spoglie.

Data la delicatezza e le forti implicazioni morali di questa lavanda mortuaria, spesso i fedeli che abitualmente accudiscono alla “vestizione” dei cadaveri se opportunamente avvisati, si rendono disponibili per garantire il servizio anche alle comunità islamiche vicine oppure in caso di decesso in una struttura ospedaliera, se la direzione sanitaria, è disposta a permettere loro l’accesso ai locali servizio mortuario sanitario.
Nella cultura islamica è ritenuto disdicevole lucrare sulla morte e quindi “essere” e “fare” impresa funebre.
Una volta posto il defunto in posizione sopraelevata rispetto al suolo, si debbono rimuovere tutte le impurità, come sangue, urine ed altri liquami organici che possano eventualmente lordare la salma, attraverso delicate pressioni sull’addome ed il basso ventre.
Compiuta poi tale prima operazione preliminare, il corpo, con il volto coperto e le gambe orientate verso La Mecca è accuratamente deterso con acqua tiepida e sapone (il canone diffuso in Turchia, invece, prescrive l’utilizzo di una soluzione leggermente salata) curandosi di chiudere i diversi orifizi con ritagli di tessuto oppure cotone, affinché non fuoriescano
dall’organismo altre sostanze immonde.
Subito dopo, con un asciugamano arrotolato intorno alla mano, si puliscono le parti intime, per procedere quindi con l’abluzione, lavando le spoglie mortali dall’alto al basso per tre o cinque volte, l’ultima delle quali con sapone o altro prodotto.
C’è poi un altro dettaglio da tener presente: le salme di donne vanno liberate dai capelli sciolti, che sono lavati ed intrecciati nuovamente.
È consentito al coniuge superstite occuparsi della salma del marito o della moglie; una donna può lavare un bimbo, solo se questi non abbia già compiuto sei anni, ma la dottrina, comunque sconsiglia che un uomo attenda al lavacro funebre di una bambina.

La salma viene quindi mondata e profumata con essenza di canfora o altro unguento aromatico, dopo tale intervento il corpo, nudo, va avviluppato completamente in un telo di lino pulito ed incensato, per tre o più volte, ma sempre in numero dispari.
Le braccia saranno distese lungo i fianchi o con le mani sovrapposte sul petto.
Unico oggetto che viene lasciato al defunto è l’anello nuziale, d’argento per gli uomini e in oro per le donne.
Il tessuto con cui la salma viene coperta può essere nuovo oppure usato, esso, però, deve esser rigorosamente bianco, proprio come l’abito indossato dai pellegrini, e non riportare nessuna cucitura, simbolo oppure decorazione.
Per le donne è previsto un trattamento analogo con il seno ed i capelli però cinti precedentemente da due ulteriori pezzi di stoffa liscia e candida.
Secondo una diversa tradizione, parimenti legittimata dalla dottrina islamica, bisogna che il cadavere sia ricoperto da tre (o più, ma in numero sempre dispari) lenzuoli di lino bianco: un primo telo deve essere arrotolato intorno alle parti intime, un secondo sudario fascia poi il busto e le gambe, l’ultimo velo, infine, una volta scrupolosamente annodato alle estremità, avvolge poi l’intera salma e viene asperso con acqua lustrale della sorgente di Zemrem.
A questo proposito sarebbe molto utile un catafalco, liscio e senza immagini sacre su cui poggiare il defunto durante la veglia.
La seta non è autorizzata per il sudario di uomini, sarebbe permessa per la donna, anche se il suo uso come copertura funebre è sentito come uno spreco ed un abuso.


[1] Si procede alla lavanda anche in caso di resti umani, se sono riconoscibili, rinvenuti dopo incidenti o catastrofi.

Written by:

Carlo Ballotta

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