- La Morte nell’Arte. Un Progetto veicolo di Sviluppo Sociale
Nel contesto della Tanatologia Culturale (Tanatologia è una parola che deriva dal greco e l’etimo si compone di Tànato da Thanatos che significa Morte, e Logìa da Lògos che significa Parola), ha particolare valore lo studio di concetti non semplificabili, come la Morte e il Morire, anche attraverso l’analisi e l’approfondimento di specifiche opere d’Arte. La conoscenza del senso dell’opera e del significato di alcuni elementi presenti nelle rappresentazioni dirette o indirette della Morte e del Morire, sarà utile per reintegrare il pensiero della morte nella vita collettiva e contribuirà a considerare le esperienze di perdita (intesa nelle sue diverse accezioni) e lutto, come una parte essenziale per la costruzione del senso della vita.
L’idea di commemorare i defunti in suffragio fu ispirata da un rito bizantino che celebrava tutti i morti. Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all’Abate Benedettino Sant’Odilone di Cluny (Mercoeur, Francia 961 – Souvigny, Francia, 1049). Nel 998 egli dispose che in tutti i monasteri cluniacensi, il 2 Novembre, si celebrasse la memoria dei defunti e si pregasse per loro. Successivamente questa pratica si estese a tutta la Chiesa occidentale costituendo in quella data la Commemorazione di tutti i defunti, un tema che ispirò molti artisti.
Tra le opere d’arte più note ricordiamo quella dipinta da William Adolphe Bouguereau (La Rochelle, Francia, 30 Novembre 1825 – 19 Agosto 1905), pittore, docente e tra i più significativi esponenti dell’Arte Accademica. Il giorno dei morti, questo il titolo dell’opera, fu eseguita nel 1859 ed è oggi conservata al Museo di Belle Arti di Bordeaux in Francia.
L’immagine struggente, spesso utilizzata per riferirsi proprio alla data del 2 Novembre, venne esposta all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867. I dipinti di Bouguereau sono caratterizzati dalla perfezione della forma, della tecnica, e dalla capacità di ottenere per merito della precisione esecutiva, grandi effetti di realismo; il rigore, la coerenza stilistica, e la perfetta armonia dinamica delle pose, gli permise di esaltare la gioia quanto la tristezza.
Quest’opera, per il tema trattato e l’esecuzione precisa, attirò l’attenzione di critici e appassionati.
Si stagliano nel cielo azzurro di uno squarcio nella radura, i volti di due donne strette in un abbraccio dolcissimo e toccante accanto ad una croce. Il loro gesto evidenzia l’intreccio delle mani che attribuisce alla solida e greve compattezza del gruppo, un dinamismo circolare attraverso cui la disperazione non ha via d’uscita. Indossano abiti di non-colore Nero e tengono nelle mani ghirlande, due corone per l’ornamento del capo fatte dall’intreccio di piccoli fiori gialli. È un riferimento arcaico poiché la presenza della Ghirlanda, in un luogo di sepoltura, si riferiva alla morte di donne ancora vergini e derivava dall’uso antico di coronare di fiori il capo delle fanciulle. Con effetti di luce e colore straordinariamente realistici, maestria nell’uso delle velature, armonia cromatica caratterizzata dai toni pacati, Bouguereau rappresenta sulla nuda terra un autentico atto composto di profondo dolore che unisce in quel momento i due capi dell’esistenza: la Vita e la Morte.
William Adolphe Bouguereau, Il giorno dei morti, 1859, olio su tela, Al. 147 x La. 120 cm. Museo di Belle Arti di Bordeaux, Francia.
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