Concludo lo sguardo sulle opere di William Adolphe Bouguereau (La Rochelle, Francia, 30 Novembre 1825 – 19 Agosto 1905) portando alla Vostra attenzione la terza opera pittorica che evidenzia l’interesse del Maestro francese verso il tema della Morte.
Il dipinto si intitola Il primo lutto, fu eseguito nel 1888 ed è oggi conservato al Museo Nazionale di Belle Arti a Buenos Aires in Argentina.
William Adolphe Bouguereau, Il primo lutto, 1888, olio su tela, Al. 203 x La 250 cm. Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires
A quel tempo i pareri della critica furono contrastanti. In parte molti affermarono che non si potesse osservare l’opera senza: «provare lo shock di una forte impressione di dolore […] tutto è naturale: luce e ombra. Non una sola tinta forte; niente, assolutamente niente.
È senza dubbio per questo che trabocca di naturalezza, inonda di verità» ; un elogio all’esecuzione ineccepibile di Bouguereau capace di ottenere una perfetta rispondenza a quel vero in grado di suggestionare l’osservatore per la profonda attinenza alla realtà.
L’abilità pittorica nel rappresentare un atteggiamento di sofferenza per la morte di un figlio, venne rapportata ad un’immagine ottenuta con la “moderna” tecnica fotografica.
L’opposta fazione sostenne quanto la Pittura Accademica fosse superficiale: «Il primo lutto, sembra un gruppo di figure meccaniche, Adamo ed Eva piangono sul corpo senza vita di Abele; costituiscono un gruppo senza vita, i loro corpi nudi sembrano più avorio che carne umana».
Tuttavia, quando l’opera giunse a Buenos Aires nel 1893 per un’esposizione, il famoso pittore argentino Eduardo Schiaffino (Buenos Aires, Argentina, 1858 – 1935) fondatore di un gruppo dedicato al rinnovamento della cultura ispanoamericana, dovette riconoscere l’eleganza con cui l’artista risolse il soggetto: «In questo bel gruppo si trovano scorci, inflessioni e dettagli in cui la grazia scultorea è evidente».
La storia trascinata sulla “scena” da W. A. Bouguereau è tratta dalla Bibbia: quarto capitolo della Genesi.
È riferita all’evento tragico di Caino, contadino primogenito di Adamo ed Eva, che uccide per gelosia il pastore di greggi Abele, suo fratello minore.
Genesi. Caino uccide Abele.
«4 – 8 Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?”. 10 Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! 11 Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano.»
Il gruppo è composto dal corpo di Eva, di Adamo, e da quello senza vita di Abele ucciso da Caino suo fratello: il primo assassino fratricida!
Il nome Abele significa hebel, soffio – alito, probabilmente per suggerire un senso di evanescenza, di fragilità, quasi a voler indicare il suo destino di morte.
La composizione pittorica, a schema piramidale, allude alla tradizione classica del Rinascimento.
Il dolore è rappresentato contenuto: il suo fulcro è nelle mani di Eva dipinte sovrapposte sul suo volto non più visibile, per permetterle di mantenere la compostezza trattenendo la disperazione. Un altro gesto è quello compiuto da Adamo con la mano sinistra portata al cuore affinché non si spezzi.
Un’immagine davvero straziante a cui Bouguereau diede la massima veridicità: una madre e un padre in lutto per un figlio come lo furono lui stesso e sua moglie nel tempo di realizzazione dell’opera, dopo aver perduto prematuramente il loro secondogenito.
Anche l’uso dei toni dell’incarnato è attinta dalla tradizione classica.
Parrebbe un gruppo eseguito in marmo con l’utilizzo di tre tipi di roccia dal differente colore, che raggelano la scena in una grazia statuaria.
La pelle di Adamo è la più scura, quella di Eva la più chiara quasi color dell’Avorio, Abele è bellissimo di una bellezza idealizzata priva di qualsiasi segno cruento che possa testimoniare la violenza perpetrata da Caino.
Il dramma consumato, un omicidio di cui non si conoscono né le modalità, né l’arma del delitto, è evocato soltanto dalla macchia di sangue sul terreno dipinta sotto la testa pendula di Abele.
Il giovane corpo del ragazzo giace senza vita sulle gambe del padre seduto, alla sua destra la moglie gli è accanto in ginocchio.
L’immagine si collega a ciò che Dio disse a Caino: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!».
Il Rosso di quel sangue è un punto cromatico centrale in contrapposizione a tutti gli altri toni del quadro a basso contrasto.
Sullo sfondo a destra, in linea con l’unica testimonianza dell’orrore compiuto, il fumo scuro sale mescolandosi alle nuvole di un cielo altrettanto oscuro.
Siamo comunque di fronte a quella che potrebbe essere definita una “morte in bello”; una rappresentazione bellissima ma molto lontana dal riprodurre la realtà dello sconvolgimento emotivo per un dolore causato dalla fine della vita di un figlio.
Qualche anno prima, nel 1883, Louis Ernest Barrias (Parigi, Francia, 13 Aprile 1841 – 4 Febbraio 1905) scultore francese contemporaneo a William Adolphe Bouguereau scolpì un’opera che intitolò Il primo funerale.
Louis Ernest Barrias, Il primo funerale, 1883, marmo, Al. 220 x La. 135 x P. 110 cm., Petit Palais Museo di Belle Arti di Parigi
Con l’esposizione al Salon nel 1878 del gesso originale realizzato in quell’anno, e oggi conservato nel Museo di Belle Arti di Lione in Francia, L. E. Barrias vinse una Medaglia d’Onore.
Gli fu riconosciuto il merito di essere riuscito ad attribuire al gruppo scultoreo «la manifestazione più alta delle emozioni che possa esprimere la scultura».
La prima versione della scultura in Marmo, parteciperà al Salon del 1883; oggi è esposta al Petit Palais di Parigi.
Anche in questo caso la composizione è piramidale, il gruppo è formato dalle tre figure nude di Eva, Adamo e il cadavere del figlio Abele.
Dietro di loro la presenza di una una selce scolpita permette a chi osserva di immaginare quale sia il tempo del momento rappresentato, poiché le selci lavorate testimoniano i primi insediamenti umani.
Un giovane e possente Adamo dalla folta chioma, la barba e i baffi, sostiene il figlio con entrambe le braccia.
Pur nello sforzo e travolto dal tormento, appare impenetrabile ed impassibile nel reggerne l’intero peso.
Abele posa sulla coscia sinistra della gamba protesa in avanti di Adamo, che per mantenersi in equilibrio sbilancia il corpo lievemente all’indietro.
Eva a sinistra si limita ad abbracciare il figlio piegandosi su di lui, ne sostiene il capo e lo bacia tra i capelli. Il ragazzo ha gli occhi chiusi, la bocca leggermente aperta e la testa all’indietro.
Sono molti i riferimenti all’opera di grandi artisti italiani, avendo Louis Ernest Barrias soggiornato all’Accademia di Francia a Roma.
Il primo funerale è una scultura di straordinaria compostezza, misura e armonia di corpi in relazione, una composizione da poter immaginare in qualunque tempo: perché il fratricidio è un delitto in famiglia di ogni tempo.
Opere di Louis Ernest Barrias a Parigi:
Cimitero di Montmartre, Parigi, Francia:
– Joseph Garnier. Medaglione per la tomba;
– La ragazza di Bou Saada, 1887. Ornamento del sepolcro di Gustave Guillaumet.
Cimitero di Montparnasse, Parigi, Francia
– Alexis-Joseph Mazerolle. Medaglione per la tomba.
Cimitero di Père Lachaise, Parigi, Francia.
– Tomba di Thomas Couture, 1879;
– Tomba di Antoine-Gaëtan Guérinot, 1891;
– Tomba di Charles Jules Bigot, 1893;
– Tomba di Anatole de La Forge, 1893;
– Tomba di Emma Roslin, 1883.l. 135 x P. 110 cm
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