Quesito pubblicato su ISF2015/2-h

In caso di operazione cimiteriale svolta per ottemperare al piano di rotazione (effettuato alla scadenza della concessione) nel caso in cui il concessionario decida di porre i resti della salma in ossario comune a chi devono essere imputati i costi?

Risposta:
Se l’avente titolo a disporre delle spoglie mortali di un defunto (che può coincidere o meno con il concessionario) svolge specifica istanza per la raccolta dei resti mortali e la conservazione in manufatto di cui abbia disponibilità e/o in cui il defunto abbia titolo ad essere collocato, l’onere è a carico del richiedente (e quindi il familiare).
L’ossario comune è, per definizione, il luogo in cui vanno riposte le ossa di coloro per i quali non vi sia richiesta di disporre la sepoltura delle relative spoglie mortali in luogo differente da esso.
Pertanto si ritiene che, in assenza di istanza di raccolta di ossa da parte di familiare per altro destino, la collocazione di ossa (in forma indistinta) in ossario comune sia operazione dovuta a fine di una concessione e come tale non onerosa per il cittadino.
Questo vale sia per le esumazioni ordinarie, sia per le estumulazioni ordinarie, intendendosi per tali quelle a fine di concessione.
Circa la natura e le funzioni dell’ossario comune si rimanda all’art. 67 del D.P.R. 285/1990.
Norme correlate:

Riferimenti:

Parole chiave:
CONCESSIONE-decadenza,Costo OPERAZIONE CIMITERIALE.


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