[fun.news.781] La protesta dei Comuni in bolletta

“Delusione e preoccupazione. Potrei riassumere con questi due termini lo stato d’animo dei sindaci e dell’Anci rispetto ai contenuti del decreto cosiddetto tagliaspese, ma anche sul confronto che ne è seguito, o meglio che avrebbe dovuto seguire alle nostre richieste”. E’ un passo dell’editoriale a firma del presidente dell’Anci che sarà pubblicato sul numero di agosto di Anci Rivista. “Non basta, purtroppo, registrare come abbiamo fatto negli incontri di fine luglio a Palazzo Chigi, un cambiamento di toni nel confronto con il governo, grazie alla personale disponibilità del nuovo ministro dell’Economia, Siniscalco. Non è bastata – prosegue Domenici – la generosa “mediazione” del presidente della Camera, al quale và il nostro ringraziamento sincero. Il nodo centrale per i comuni restano i contenuti del decreto, ovvero l’ammontare di tagli pesantissimi che impediranno non soltanto alcuna politica di sviluppo sul territorio, ma anzi costringeranno sindaci e amministratori a ridurre drasticamente l’erogazione di servizi essenziali alla cittadinanza e alle fasce sociali più deboli. Mai si era visto, prima d’ora, un provvedimento ad efficacia retroattiva che cala la scure addirittura sui contratti già conclusi per l’acquisto di beni e servizi; nella prima stesura, poi corretta, un obbligo retroattivo imposto anche ai comuni virtuosi, ovvero quelli che hanno rispettato il patto di stabilità interno. Non a caso, abbiamo parlato da subito di provvedimento palesemente incostituzionale. No, decisamente non ci siamo. Mentre in Parlamento e nel dibattito politico si sente ancora parlare di riforma federalista dello Stato, in concreto si adottano scelte pesantissime che vanno in direzione del tutto opposta. Anche l’esposizione delle linee guida del Dpef in preparazione della Finanziaria 2005, non lasciano presagire nulla di buono per gli enti locali nel loro complesso. Gli esperti tecnici dell’Associazione hanno redatto una nota interpretativa del “taglia spese”; sul piano politico, abbiamo concordato di adottare una delibera-tipo di protesta, da presentare ai vertici istituzionali del Paese. Difficile che tutto questo possa bastare a fare recedere il governo dalle sue determinazioni. Per questo – conclude il presidente dell’Anci nell’editoriale di Anci Rivista – ritengo che sindaci e amministrazioni si debbano considerare, nelle prossime settimane e sino all’autunno, in una condizione di mobilitazione permanente”.

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