Sulla natura pubblica dei “libri” cimiteriali

In linea di massima, l’amministrazione dell’archivio cimiteriale non potrebbe, essere oggetto di affidamento a terzi.
La redazione dei registri di cui all’Art. 52 DPR n. 285/1990 (si veda anche il paragrafo 12 della Circ. Min. n.24/1993) è, in effetti, una pubblica funzione ed è esercitata dall’addetto al servizio di custodia e secondo alcuni commentatori costui (o costei) dovrebbe esser necessariamente dipendente comunale.
Tuttavia, molto dipende dal contratto di servizio, perché in esso potrebbe anche materialmente rientrare, tra le attività materia di affidamento, quella di compilazione dei registri cimiteriali a condizione che vi siano sistemi di verifica e di controllo (e sanzioni) idonei ad assicurarne un’adeguata natura pubblica.… ... Leggi il resto

Servizio di custodia cimiteriale: profili sanzionatori

La valutazione circa la esecuzione di atti o gesti vietati tassativamente dall’art. 87 del DPR n. 285/90 incombe proprio al responsabile del servizio di custodia cimiteriale.

È, inoltre, previsto il parere del personale sanitario per la fattispecie, molto problematica, di cui al comma  5 dell’art. 86 DPR 285/90.
In taluni Comuni è invalso l’uso di disciplinare, in via generale, dette situazioni con ordinanza del Sindaco, sentito il parere del servizio AUSL di polizia mortuaria, così da richiederne la presenza effettiva solo nei casi dubbi o quando si debba procedere a ripristinare l’ermeticità del feretro (art.… ... Leggi il resto

Il profilo funzionale del “custode” cimiteriale

“Tutti i cimiteri devono essere provvisti di un servizio di custodia, siano essi tanto comunali, quanto “consorziali”, così recita l’Art. 52 comma 1 del Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria.
Il termine di “servizio di custodia” consente di conferire una rilevanza differente rispetto alla sorveglianza di tipo tradizionale, in cui vi era un particolare attenzione al ruolo del custode, pressoché assente, salve le previsioni concernenti l’abitazione del custode rinvenibili negli artt. 56 e 64 D.P.R.… ... Leggi il resto

Lo jus sepulchri, la stabilità delle sepolture e la electio sepulchri spiegati dalla Cassazione

La Corte di Cassazione (sentenza sez. I, 13 marzo 1990, n. 2034) ha espressamente affermato che:

“[…omissis…]

a) le spoglie mortali possono costituire oggetto di disposizione da parte del “de cuius” in ordine al luogo e al modo della sepoltura e tale diritto, preminente su quello di analogo contenuto spettante “iure proprio” ai congiunti più prossimi, rientra, – come gli atti di disposizione del proprio corpo di cui all’art. 5 del codice civile e comunque secondo una radicatissima consuetudine, tra i diritti della personalità, per loro natura assoluti e intrasmissibili (vedi Cass.

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Gli Jura Sepulchri spiegati dal Consiglio di Stato – n. affare 00512/2020

Nel nostro ordinamento il diritto al sepolcro rappresenta un complesso di situazioni giuridiche corrispondenti a distinti ed autonomi diritti.
Il c.d. diritto primario di sepolcro sorge in capo al privato per effetto della concessione da parte dell’autorità amministrativa di un’area di terreno o di porzione di edificio in un cimitero pubblico di carattere demaniale (articolo 824 comma 2 c.c.); è tale concessione, di natura traslativa, che crea a sua volta nel privato concessionario un diritto soggettivo perfetto di natura reale, suscettibile di trasmissione inter vivos o successione mortis causa, il quale consiste nel diritto di essere seppellito (ius sepulchri propriamente detto) o di seppellire altri in un dato sepolcro (ius inferendi mortuum in sepulchrum).… ... Leggi il resto

Istituto dell’immemoriale: aspetti endo-procedimentali – Parte II

Poiché la struttura medesima dell’immemoriale s’incardina sul postulato dellavetustas, quasi si trattasse di quella “grundnorm”, tanto cara al giurista Kelsen, cioè sul decorso di un lungo lasso di tempo non determinato, nel corso del quale il possesso del diritto sia stato nec vi, nec clam, nec precario, ovvero costante ed incontrovertibile, analogamente all’usucapione (e di qui nascerebbero le opinioni favorevoli alla prescrizione acquisitiva), viene ammesso ogni mezzo di prova, ivi compreso quello testimoniale (che il nostro sistema giuridico considera sempre quale residuale).… ... Leggi il resto

Istituto dell’immemoriale: aspetti endo-procedimentali – Parte I

I riferimenti che, in alcuni schemi di regolamenti comunali di polizia mortuaria, conducono a richiamare l’istituto dell’immemoriale (detto altrimenti: “immemorabile”) in relazione a termini temporali (spesso per rapporti concessori che possano essersi originati prima del 1942) non sono del tutto casuali o accidentali, in quanto tale fattore cronologico è in relazione al R.D. 21 dicembre 1942, n. 1880, anche se la sua entrata in vigore sia successiva, rispetto a quella  del 28 ottobre 1941, quando, appunto, entrò in vigore il Libro III del Cod.… ... Leggi il resto

Assenza di titolo concessorio: un ultimo appunto…

Nell’ipotesi, estrema ed esiziale, che il non reperimento degli atti di concessione derivasse dalla loro totale omissione illo tempore, fatte salve le possibili responsabilità personali (probabilmente cadute in prescrizione, o comunque estintesi, anche per sopraggiunta morte delle persone coinvolte, stiamo infatti ragionando di concessioni molto risalenti nel tempo), non resterebbe che addivenire a questa dolorosa (almeno per i presunti concessionari e loro aventi causa… se c’è stato subentro!) conclusione: la concessione cimiteriale è tamquam non esset, inesistente e, al più, si potrebbe pure esser concretizzato, nel tempo, un uso della tomba sine titulo, ovvero senza legittimazione alcuna, ossia  un’occupazione di fatto o, meglio, abusiva, la quale andrebbe sanata con la rimozione, a totale onere dell’occupante, delle spoglie mortali prive di Jus Sepulchri e, dunque, deposte senza titolo in quel determinato sepolcro oggetto di indagine.… ... Leggi il resto

Lombardia: note chiose e commenti alle disposizioni sui trasporti salma – Parte II

Modalità di disposizione di trasporto di salma

È necessaria la volontà espressa, si ritiene per iscritto, del familiare, che individua l’impresa titolata al trasporto della salma.
La legge n. 22/2003, però, non precisa in quale forma la volontà di disposizione debba estrinsecarsi.
È di rigore una precisazione: il trasporto salma a “cassa aperta”, se deliberato dal famigliare per un suo legittimo desiderio, è sempre riconducibile alla fattispecie del trasporto funebre, inteso come servizio a domanda individuale e, perciò, oneroso per l’utenza (ex Art.… ... Leggi il resto

Lombardia: note chiose e commenti alle disposizioni sui trasporti salma – Parte I

Mentre aspetta la sua naturale revisione, dovuta alla nuova Legge, non cassata dalla Consulta, dopo l’impugnativa del Governo Il regolamento regionale attuativo n. 6/2004 dell’allora Legge n.22/2003 affronta la tematica dei trasporti funebri con gli Artt. 35, 39, 40 e 41.
Cerchiamo, ora, di suddividere queste disposizioni in macro aree tematiche:

Trasporti salma (Art 39 Reg. Reg. n. 6/2004):

Ai sensi del paragrafo 7 Circ. n. 21/2005 il trasporto di salma dal luogo di decesso a quello della veglia funebre Art.… ... Leggi il resto

Inumazione di infetti: quando usare la cassa di zinco o il cassone impermeabile esterno e rimovibile?

NdR: Questa breve analisi non vale per il confezionamento dei feretri CoVid-19 positivi, per i quali si applica unicamente la Circ. Min. Salute n. 818/2021

Nell’impiego delle casse destinate alla sepoltura entro loculo o nicchia muraria, per i trasporti da comune a comune oltre i 100 Km, oppure ancora per i trasferimenti di spoglie mortali da o verso l’Estero (esclusi i trasporti transfrontalieri normati dalla Convenzione di Berlino del 10 febbraio 1937)  è consentito che la Regione a seguito della devoluzione di compiti e funzioni dallo Stato agli enti territoriali, realizzato con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 26 maggio 2000, possa autorizzare l’uso di materiali diversi ed alternativi rispetto a legno, zinco o piombo purché essi siano in grado di garantire la stessa resistenza a stress meccanico e la perfetta impermeabilità del feretro che assicurano le casse mortuarie confezionate secondo tecniche e criteri costruttivi.

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Piani regolatori cimiteriali in Emilia-Romagna

Il Regolamento Regionale emiliano romagnolo 23 maggio 2006 n. 4 dedica ai Piani cimiteriali il proprio Art. 1, disposizione eclettica, tra l’altro, di architettura molto complessa.
Con l’articolo in parola vengono individuati:

  1. gli elementi da considerare per la redazione dei piani cimiteriali (che sono specificatamente elencati);
  2. l’obbligo di adozione da parte di ogni comune del piano cimiteriale (che interviene sia sull’assetto interno del/dei cimitero/i) sia sulle relative aree di rispetto;
  3. i riferimenti di bacino per la pianificazione cimiteriale, fondati sulla mortalità dei residenti, che deve avere assicurata sepoltura per una durata di 20 anni (almeno);
  4. l’ottemperanza agli obblighi di legge (tra i quali le dotazioni obbligatorie di un cimitero e la copertura del fabbisogno minimo legale di fosse ad inumazione in campo comune) e della programmazione in materia di crematori (di carattere provinciale, ai sensi art.
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Emilia-Romagna: cimiteri e titoli di accoglimento

Il modello cimiteriale italiano, così per come lo conosciamo, si è plasmato, negli ultimi due secoli, attorno al dettato dell’Editto Napoleonico di Saint Cloud, ma se vuole sopravvivere alla crisi endemica che lo attanaglia, per la cronica mancanza di spazi e di ritualità (poi la cremazione con i suoi istituti corollari, almeno per il mondo anglosassone, come dispersione delle ceneri o loro conservazione fuori del perimetro cimiteriale, è divenuta agguerrita ed aggressiva concorrente rispetto ad altre e più tradizionali pratiche funebri come inumazione e tumulazione), deve sottoporsi ad un profondo processo di razionalizzazione sì architettonica, ma soprattutto funzionale; insomma occorre, ormai, ragionare in termini globali e… di insieme.… ... Leggi il resto

Come….”riempire” correttamente una cassetta ossario

Certo: lo Jus Sepulchri ex Art. 93 comma 1 II Periodo D.P.R. n. 285/1990, si esercita sino al completamento della capacità ricettiva del sepolcro (da intendersi in senso molto dilatato), oltre il quale lo stesso diritto di tumulazione naturalmente spira e si estingue…quindi: avanti pure, basta che ci sia posto!

In realtà la Legge…rectius: il regolamento statale, vera Bibbia di non terribili e incattiviti beccamorti, non stabilisce tassativamente misure standard per loculi o tanto meno per le nicchie ossario, (l’unica indicazione di qualche rilievo per i progettisti, ma non obbligatoria è data dalla Circ.… ... Leggi il resto

Qualche domanda che, di solito, la gente comune si pone in tema di cremazione

Ci sono religioni che non approvano la cremazione?

Gli ebrei ortodossi, la chiesa greco-ortodossa, i musulmani, le frange più integraliste di un certo cattolicesimo anti-conciliare.

Essere cremati costa più di essere sepolti?

No. Di solito la più tradizionale sepoltura è più costosa, almeno se ragioniamo in termini di sepolcri privati a sistema di tumulazione nei cimiteri.
In aggiunta, infatti, oltre al canone concessorio e ad altre diritti fissi, possono esserci altre ingenti spese relative al mantenimento, nel tempo, delle tombe, in solido e decoroso stato.… ... Leggi il resto

Cremazione e crematori nell’esperienza anglosassone europea

Quale sorte per i resti umani cremati se si sia scelto di farli seppellire in cimitero, nel campo speciale, riservato alle urne?

In Inghilterra, ad esempio, viene scavata una piccola fossa e gli esiti da completa ignizione, una volta dischiusa l’urna, vengono versati liberamente nel terreno. Lo scavo verrà quindi riempito con la terra.
Queste fosse possono contenere le ceneri di più defunti, come una sorta di buca/dispersoio  de facto.
Detta pratica, se si vuole anche molto romantica è vietata in Italia, invece, poiché l’inumazione in sé prevede pur sempre l’uso di una fossa singola, ceneri comprese.… ... Leggi il resto