Prima della partenza del funerale

Di seguito vengono riportati in sequenza una serie di articoli presenti sul sito, riguardanti l’attività funebre prima della partenza del funerale e in particolare l’attività necroscopica.


Traslazione di SS. Reliquie o semplice… trasporto mortuario?

Ma le SS. reliquie, quando constino di ossa umane o resti mortali, per un mica tanto fantasioso trasporto, magari il giorno della processione in onore del Santo Patrono, come debbono esser movimentate? Occorre l’autorizzazione al trasporto? di chi sono, in ultima analisi? Chi ne dispone? A quale persona (più facilmente giuridica) appartengono? Alla Chiesa forse? Essendo comunque spoglie mortali sono soggette al controllo della polizia mortuaria? Sorge il dubbio perchè ci è capitato di seguire,

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Verifica feretro: se però nessuno controlla davvero…sanzioni inefficaci?

La circolare del Ministero della Sanità numero 24 del 24 giugno 1993 asserisce che la rispondenza del feretro alle prescrizioni stabilite dall’art. 30 del D.P.R. 285/90, nonché, in caso di decesso dovuto a malattie infettive diffuse, a quanto posto dagli artt. 18 e 25, e infine l’avvenuto trattamento antiputrefattivo, è certificato dal personale a ciò delegato dall’unità sanitaria locale del luogo di partenza unitamente alla verifica dell’identità del cadavere. Sull’onda del riformismo federale e caotico

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Inumazione di infetti: quando usare la cassa di zinco o il cassone impermeabile esterno e rimovibile?

NdR: Questa breve analisi non vale per il confezionamento dei feretri CoVid-19 positivi, per i quali si applica unicamente la Circ. Min. Salute n. 818/2021 Nell’impiego delle casse destinate alla sepoltura entro loculo o nicchia muraria, per i trasporti da comune a comune oltre i 100 Km, oppure ancora per i trasferimenti di spoglie mortali da o verso l’Estero (esclusi i trasporti transfrontalieri normati dalla Convenzione di Berlino del 10 febbraio 1937)  è consentito che

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Segmentazione del trasporto funebre? Ipotesi a confronto

Diverse filosofie tecniche e legislative hanno informato a sé interi impianti di ordinamento regionale di polizia mortuaria, e sarebbe davvero importante chiarire i rapporti tra la normazione locale, frutto di potestà legislativa concorrente, e quella di principio (residuale, purtroppo) statale. La Legge Regionale del Veneto, ad esempio, in molte sue parti, pare proprio prescindere dal D.P.R. 285/1990 abrogandone implicitamente interi Capi. Il panorama è molto fluido ed instabile, perché la recentissima pronuncia della Consulta con

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Regione Lombardia – Regolamento n. 6 del 09/11/2004: come provvedere al trasporto salme?

Ad oggi, il DPR n. 285/1990 prevede, pur sempre, la possibilità per un defunto di essere trasportato prima che sia trascorso il periodo di osservazione, con le misure cautelative stabilite dall’articolo 17 e ad esclusione dei morti per malattie infettive (il morbo infettivo-diffusivo, quindi deve essere escluso a priori per poter autorizzare il trasporto a cassa aperta), previa autorizzazione del comune di decesso (tranne nei casi di morte sulla pubblica via e di feti (prodotti

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Polizia Mortuaria: chi firma – davvero – le autorizzazioni? – 1/2

Tutte le autorizzazioni, così come qualsiasi altro atto amministrativo, perfezionate da un soggetto non titolato ad accordarle non sono nulle, bensì annullabili perché viziate, appunto, da incompetenza, come sancito dalla Legge n. 241/1990 e successive modificazioni/integrazioni (art. 21 octies), mentre se la mancanza del necessario potere funzionale fosse assoluta l’atto sarebbe, invece, secondo almeno un certo filone della dottrina, addirittura inesistente ex art. 21-septies. Ma questa questione sullo stato “patologico” delle autorizzazioni al trasporto funebre

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Polizia Mortuaria: il problema della “delega” a firmare le autorizzazioni

Secondo la giurisprudenza amministrativa (TAR Basilicata, 2 agosto 2005, n. 739; ma nello stesso senso, Cass. Civ. sez. II, 6 novembre 2006, n. 23622) va disattesa la lettura dell’art. 107, comma 5, per quale il rimando operato da tale norma all’art. 50, comma 3, comporterebbe la salvezza di tutte le pre-vigenti disposizioni (già emanate prima del 13 ottobre 2000, data di entrata in vigore del T.U.E.L.), che rimettono ai Sindaci la competenza ad emanare atti

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Emilia-Romagna: quali le destinazioni ultime per un feretro?

In Emilia-Romagna, ai sensi del combinato disposto tra l’ Art. 10 L.R. 29 luglio 2004 n. 19 e la seguente Determinazione del Responsabile del Servizio Sanità Pubblica, del 6 ottobre 2004 e s.m.i, il quale, sostanzialmente, riproduce lo stesso impianto normativo del Capo IV D.P.R. 285/90, richiamandolo espressamente, ll trasporto di cadavere è soggetto alla regola della “tipicità”. Un feretro, dal luogo in cui staziona per il periodo d’osservazione (tassativamente: servizio mortuario sanitario, abitazione privata,

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COVID-19 : Indicazioni operative per personale necroforo sul confezionamento del feretro (parte I)

Mentre ribadiamo che il quadro normativo applicabile è quello rappresentato dalle norme del D.P.R. 285/1990 e da quelle specifiche regionali in tema, in coordinamento con le indicazioni delle A.usl, si sono voluti rendere edotti i nostri Lettori di alcune considerazioni emerse a seguito dell’emergenza e che richiederebbero un intervento da parte del Governo onde evitare disomogeneità regionali, ma pur sempre nel rispetto delle diverse situazioni locali con riferimento ai tassi di mortalità, alla disponibilità di

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Lombardia: la visita necroscopica NON è più a titolo oneroso.

Anche se un po’ in ritardo, pubblichiamo questa notizia di grande interesse e valore didattico.   In data 15 gennaio 2020, la Regione Lombardia, tramite la direzione generale del welfare e dalla prevenzione con il protocollo G1.2020.000.1502 ha trasmesso a tutti i direttori generali delle ATS e delle ASST una circolare esplicativa in cui si si precisa come a far data dal 1 febbraio 2020 l’effettuazione della visita necroscopica da parte del competente medico non

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Ancora sulla formalina ex art. 32 D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285

In questo breve studio cercheremo di concentrarci sull’unico trattamento conservativo, anche se di natura palliativa, specificamente contemplato dall’attuale disciplina di polizia mortuaria: ossia la siringazione del cadavere con 500 c.c. di formalina, soprattutto in prospettiva dell’attesa riforma che introdurrà, anche in Italia, nuovi e più complessi interventi antiputrefattivi come la tanatoprassi e l’imbalsamazione oggi lacunosamente regolata dagli Artt. 46 e 47 DPR 10 settembre 1990 n. 285. Un vasto fronte, composto d’esperti ed addetti ai

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C’era tanto tempo fa: il profilo funzionale del medico necroscopo.

I problemi, oggetto di questo breve saggio, possono essere correttamente scrutinati solo se affrontati muovendo da lontano, da momenti storici ormai molto risalenti nel tempo. Dunque: c’era una volta … La presenza dell’Ufficiale sanitario previsto dal T.U. Leggi Sanitarie era prescritta, nella pianta organica dei Comuni, per i Comuni con popolazione legale oltre 20.000 abitanti (negli altri, le relative funzioni avrebbero potuto essere affidate ad uno dei medici di libera professione con cui il Comune

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Una voce fuori dal coro: e se il trattamento antiputrefattivo fosse ancora utile?

La formalina è sostanza tossica, mutagena, potenzialmente cancerogena e rallenta notevolmente, quando proprio non inibisce, i naturali processi disgregativi della materia organica morta, eppure è ancora largamente impiegata presso le strutture di medicina legale, soprattutto per la conservazione dei reperti anatomici. Oggi, quasi tutte le Regioni che abbiano legiferato in materia funebre disapplicano (ma non abrogano!) l’obbligatorietà dell’iniezione di formalina nelle cavità corporee del cadavere, lasciandola, implicitamente, in vigore solo per i trasporti internazionali, per

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L’onerosità del servizio necroscopico a carico dell’erario comunale

Prima di addentrarci in medias res, è consentanea ed opportuna una rapida classificazione del servizio necroscopico obbligatorio per ciascun comune (si vedano anche, tra l’altro, il D.M. 28 maggio 1993, l’Art. 3 comma 1 lett. a) n. 6 D.Lgs n.216 del 26 novembre 2010, l’Art. 21, comma 3 L. 5 maggio 2009, n. 42) : Con tale termine, derivante dall’antica lingua greca, si contemplano, in genere, i servizi pubblici locali dovuti per compito istituzionale, quindi

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In obitorio da oltre 15 giorni; salma in giacenza non richiesta: possibili conseguenze procedurali alla luce dell’art. 72 comma 3 D.P.R. n.396/2000

Cara Redazione, Scrivo dal Comune di… X.Y.Z. Solo oggi ho appreso dalla Direzione Sanitaria del locale Ospedale che circa 15 gg. fa è deceduta una persona, residente in “carcere” di altro Comune, di cui nessuno reclama la salma. E’ un cittadino italiano. Non avendo la Direzione sanitaria denunciato il decesso tempestivamente, deve essere avvisata la Procura della Repubblica? A chi compete fare accertamenti per ricercare eventuali parenti? Essendo costui materialmente “residente” in altro Comune, può

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Stato Civile & Polizia Mortuaria: il problema e la procedura del “Giunto Cadavere” alla luce del D.P.R. n.396/2000: quali le competenze?

L’art. 1 della Legge 29/12/1993 n. 578 (Norme per l’accertamento e la certificazione di morte), recita: “la morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”, tale legge stabilisce inoltre i metodi per l’accertamento di morte, gli obblighi per i sanitari, i tempi di osservazione dei cadaveri e le sanzioni inflitte nel caso in cui non venga rispettata la suddetta normativa.   Il permesso/licenza di seppellimento… non esiste più, almeno dal 30

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Verbale sul corretto confezionamento del feretro in capo all’addetto al trasporto: dichiarare il falso costa caro!

Ormai quasi tutte le Regioni che abbiano affrontato compiutamente, anche se in modo disordinato e disomogeneo, la riforma dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali, demandano all’addetto al trasporto funebre la responsabilità, prima di spettanza sanitaria ex Paragrafo 9.7 Circ. Min. 24 giugno 1993 n. 24 esplicativo dell’art. 30 D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285, di controllo sul corretto confezionamento del feretro. In Emilia-Romagna (il caso di specie in esame, ormai generalizzato, è estensibile anche al

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Ospedali e case di cura: la vestizione dei defunti può esser a titolo oneroso?

Piglio spunto, nella stesura di questo articolo, da una controversa norma regionale. L’art. 8, comma 10 Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 7/R dell’8 agosto 2012 (Regione Piemonte, cioè l’unica ad ora ad aver, seppur a sproposito, legiferato sulla materia) considera, infatti, limitatamente ai casi di decessi in strutture sanitarie o di ricovero, come questi nosocomi possano provvedere (con il consenso dei familiari) alla vestizione e composizione del defunto, tra l’altro a titolo oneroso,

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Certificato necroscopico: quale contenuto minimo?

Cara Redazione, nella mia zona, il medico necroscopo, forse per prudenza, non firma il relativo certificato se prima non ha consultato la Scheda Istat, in caso contrario minaccia di richiedere il riscontro diagnostico (https://www.funerali.org/polizia-mortuaria/autopsia-giudiziaria-e-riscontro-diagnostico-quali-differenze-di-fondo-45226.html). E’ legittima questa prassi? A me, francamente, sembra assurda! ************************ Dopo la Legge di Revisione Costituzionale n. 3/2001, implementata, poi, dalla Legge ordinaria n. 131/2003 in forza delle quali, trattandosi la polizia mortuaria di materia anche a rilevanza sanitaria, la normativa

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Autopsia giudiziaria e riscontro diagnostico: quali differenze di fondo?

L’ordinamento giuridico italiano, innanzi tutto, protegge il cadavere, che non è mai res nullius o peggio ancora res derelicta, quale oggetto del sentimento di pietà provata dai vivi, non in quanto soggetto di diritti o di altri legittimi interessi, perché la persona fisica cessa di essere un soggetto giuridico titolare di diritti con la morte. Il Cod. Penale contempla norme inerenti ai delitti contro la pietà dei defunti: artt. 407, violazione di sepolcro, 408, vilipendio

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Licenza di seppellimento e autorizzazione al trasporto di feretro: è possibile rilasciarli in un unico documento?

Cara Redazione, Nella polizia mortuaria, seppur nominalmente, (è, infatti, importante rimarcare la “post-maturità” e l’inadeguatezza, del D.P.R n. 285/1990 quando attribuisce particolari e specifiche mansioni agli organi della macchina comunale, senza considerare il nuovo assetto di responsabilità nei plessi dell’amministrazione dettato dalla Legge n. 142/1990) il Sindaco si troverebbe ad agire nella duplice veste di ufficiale dello stato civile e di autorità sanitaria locale. Pertanto, seppure le due autorizzazioni siano atti distinti, previsti da due

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Attività necroscopica e sua natura giuridica. – Medico necroscopo e medico curante: diversità di funzioni.

Premessa: L’art. 4 d.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 individua la figura del medico necroscopo quale medico “nominato” dall’ASL, in via generale (comma 1), prevedendo altresì che negli “ospedali” le relative funzioni spettino al direttore sanitario o medico da questi delegato. Si rappresenta la distinzione linguistica, assai importante, sotto il profilo giuridico, tra “nomina” (comma 1) e “delega” (comma 2). Per quanto attiene al termine “ospedali” occorre fare riferimento alla legge 12 febbraio 1968, n.

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Tanatoprassi già operativa…ma solo sugli stranieri? – Legislazioni a confronto.

Gli atti di disposizione sul proprio corpo, nel solco dell’Art. 5 Cod. Civile,con particolare riferimento alle scelte afferenti alle pratiche funerarie e sepolcrali (ammesse dalla Legge), attengono ai diritti della personalità, per i quali, nell’evenienza di defunto straniero, la legge italiana opera rinvio alla legge nazionale cui la persona, quando ancora in vita, soggiaceva, rimando che oltretutto era presente anche nelle norme di diritto internazionale privato previgenti (articoli da 17 a 31 Disposizioni sulla legge

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Sanzioni sui trasporti funebri irregolari: chi le eleva e chi incassa i relativi importi?

Spesso si dibatte ancora sulla competenza territoriale nell’elevare e riscuotere eventuali sanzioni per i trasporti funebri non a norma. La riflessione degli studiosi sul fenomeno giuridico della polizia mortuaria si attesta ormai all’unanimità si questa posizione: mentre l’erogazione delle sanzioni, anche ai sensi dell’Art. 17 DPR 285/90 è, di solito, compito delle AUSL, poiché sono esse a vigilare sui trasporti stessi la legittimazione su base distrettuale e, quindi, “geografica” ai introitare le corrispondenti somme sorge

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Chi deve rimuovere il pace-maker nei cadaveri destinati a cremazione?

La questione su chi possa, o debba, effettuare l’asportazione dello stimolatore cardiaco è ancora piuttosto controversa, la Regione Lombardia, ad esempio, aveva prvisto di emanare, a tal proposito, un decreto dirigenziale ai sensi dell’ Art. 10/2 L.R. 22/2003 (Modalità e casi in cui effettuare rimozione di protesi di salme destinate a cremazione) ora confluita nel Testo Unico delle Leggi Sanitarie Regionali La stessa regione Lombardia, con il paragrafo 6 della circolare n. 7 del 9

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Dove tributare le speciali onoranze di cui all’art. 24 del DPR 285/90

l’Art. 24 comma 3 del DPR n. 285/90 prescrive che, in caso di sosta del corteo funebre presso comuni intermedi, per il tributo di speciali onoranze, il decreto di autorizzazione sia comunicato ai sindaci di questi comuni. In effetti secondo il nostro ordinamento di polizia mortuaria (Art. 337 Regio Decreto n. 1265/1934) la sepoltura, a sistema di inumazione, tra l’altro, dovrebbe avvenire naturalmente nel comune di decesso, si pensi anche all’Art. 50 comma 1 Lettera

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Come provvedere al trasporto salme? Tecniche a confronto

Il DPR n.285/90 prevede la possibilità per un defunto di essere trasportato prima che sia trascorso il periodo di osservazione, con le misure cautelative stabilite dall’articolo 17 e ad esclusione dei morti per malattie infettive (il morbo infettivo-diffusivo, quindi deve essere escluso a priori per poter autorizzare il trasporto a cassa aperta), previa autorizzazione del comune di decesso (tranne nei casi di morte sulla pubblica via e di feti, di cui al paragrafo 5.2 della

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Regione Lombardia: le rigidità procedurali per l’attivazione del medico necroscopo.

Premessa: come rilevato non nota Direzione Generale Sanità 3 febbraio 2010 n. 4419 la Regione Lombardia ha approvato la Legge Regionale n. 33 del 30 dicembre 2009: si tratta di un testo unico compilativo che riunisce le disposizioni legislative regionali in materia di Sanità. Con tale intervento legislativo la Legge Regionale n.22/2003 è stata abrogata in quanto inserita nel Testo Unico e specificamente al Capo III del Titolo VI (Articoli dal 67 al 77). IL

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Sottoscrizione del verbale di chiusura feretro per trasporto funebre in regime di attività disgiunta?

Premessa: la legge individua una normativa per il trasporto di persone e una per il trasporto di cose. Nel nostro caso vi è il trasporto di cadavere, cioè di un “corpo umano rimasto privo delle funzioni cardiorespiratoria e cerebrale”. Non è né una persona in senso stretto, né una semplice cosa, essendo, questo, pur sempre, oggetto di pietas, in quanto res religiosa.   Tutto l’assetto del sistema funerario lombardo, dall’entrata in vigore della L.R. n.22/2003

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Regione Lombardia: commenti e postille sul trasporto di cadaveri

Le norme di riferimento per questo breve studio sono: Art. 6 Legge Regionale 18 novembre 2003 n. 22, ora confluita nel Testo Unico delle Leggi in materia di Sanità (L.R. 30 dicembre 2009 n.33), Artt. 34, 35 e 36 del regolamento Regionale n. 6 del 9 novembre 2004 approvato il 27 ottobre 2004, così come modificato dal Regolamento Regionale n. 1/2007 in Lombardia viene sostanzialmente mantenuto l’assetto, assieme al circuito informativo, delineato dalla legislazione statale

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La “stagnatura” nei cofani di zinco

Grande risonanza e rilievo a Tanexpo 2012, con diversi stand dedicati, hanno avuto nuovi sistemi e strumenti per il confezionamento dei cofani in metallo di cui è costituita la doppia cassa di cui all’Art. 30 DPR n.285/1990 Proprio dall’Art. 30 del vigente regolamento di polizia mortuaria si desumono tutte le caratteristiche tecniche che un feretro, idoneo per la tumulazione ex Art. 77 del suddetto DPR, debba necessariamente presentare. Al secondo comma della suddetta disposizione, il

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Paragrafo 5.4 Circ. Min. 24 giugno 1993 n. 24 e trasporti funebri secondo il DPR 10 settembre 1990 n. 285

Cara Redazione, la mia regione non ha ancora, per (S)-fortuna, legiferato in materia di polizia mortuaria, qual è, allora, laddove valga solo il DPR n.285/1990, l’assetto normativo per i trasporti funebri?   Lettera firmata ************ Allo stato attuale, in regime esclusivo di DPR 10 settembre 1990 n. 285 altro riferimento normativo non v’è, se non l’ indicazione della circolare Ministero della sanità n. 24 del 24/6/1993, paragrafo 5.4, la quale, purtroppo, è elemento poco incisivo,

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Il Tanatogramma ex Art. 8 DPR 10 settembre 1990 n. 285

Vorrei proporVi un nuovo argomento. In pratica, l’art. 8 e successivi DPR 285/90 per quanto riguarda la riduzione del periodo di osservazione. Le ASL dovrebbero avere l’ ECG a disposizione per le famiglie che richiedano l’applicazione del suddettol’Art 8 come succede negli ospedali??????? Perchè le ASL locali (scivo dalla Regione Campania) non nè volgiono proprio sapere???? Continuano a sostenere che ciò deva avvenire solo negli ospedali mentre io penso che anche per i decessi, i

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Trasporto di cadavere con feretro aperto???

Cara Redazione, sono l’addetto al servizio di custodia in un cimitero della regione Campania. Giorni addietro in occasione di un funerale l’impresa incaricata si presenta dinnanzi al cancello del cimitero per consegnarmi, con tutta la documentazione un feretro da tumulare in loculo dato all’uopo in concessione. Sin qui tutto normale e secondo consolidata prassi, ma con grande sconcerto ho scoperto che la bara era aperta, mancavano i sigilli e siprattutto il cofano di zinco non

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Paragrafo 9.6 Circ.Min. n. 24/1993: antologia di www. Funerali.org

In queste settimane estive è particolarmente sfiziosa l’idea di un mega ripasso generale sui servizi necroscopici.   Dato l’estremo interesse che l’articolo “Paragrafo 9.6 Circ.Min. n.24/1993”: quando chiudere la cassa? ( suscita nei lettori (veleggia sempre nei primi posti della classifica stilata tra i testi più “cliccati”) ed è qui reperibile (https://www.funerali.org/?p=743) si suggerisce di consultare anche questi links per maggiori approfondimenti: 1) La tempistica del funerale (https://www.funerali.org/?p=326). 2) Paragrafo 9.7 Circ.Min. 24/93 e regione

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“Verifica Feretro”, ex paragrafo 9.7 Circ.Min. n.24/1993 ed Art. 88 DPR n.285/1990, anche sulle cassette ossario?

Cara Redazione, presto servizio nel cimitero principale del Comune di XYZ quale responsabile del servizio di custodia. Utimamente accogliamo molte cassette ossario provenienti da altri cimiteri o addirittura da fuori comune, forse per la buona disponibilità di cellette ossario (anche con concessioni piuttosto lunghe) o per la politica di riuso “a rotazione” del patrimonio cimiteriale che l’amministrazione sta attuando, permettendo, come suggerisce il paragrafo 13.2 della Circ. Min. 24 giugno 1993 n.24, l’avvicinamento nello stesso

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Siringazione cavitaria senza formalina?

Il DPR 10 settembre 1990 n. 285 tratta con due disposizioni, invero piuttosto lacunose i trattamenti conservativi, molto diversi dalla tanatoprassi usulamente conosciuta in Europa e negli USA: L’Art. 32 (puntura conservativa a base di aldeide formica) e L’Art. 46 (imbalsamazione). L’imbalsamazione è finalizzata ad una conservazione permanente, quasi sine die, del cadavere, idealmente proiettata verso l’eternità; la siringazione cavitaria, invece, ha la funzione di una temporanea sospensione dei processi putrefattivi, così da permettere in

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Autorizzazione alla sepoltura, scheda ISTAT e chiusura della cassa

Problema: Un cadavere sosta da giorni in obitorio. Il medico curante ho errato la compilazione della scheda Istat, mentre la Procura della Repubblica ha già rilasciato il Nulla Osta ex Art. 116 Decreto Legislativo 28 luglio 1989 n. 271. E’ possibile provvedere alla saldatura della cassa di zinco? Procediamo con ordine: 1) Il medico che assiste al decesso e’ tenuto alla denuncia della causa di morte (art. 103 comma 1 lettera a) TULLSS ed art.

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Come compilare un necrologio senza scadere nel ridicolo più patetico

notizia del decesso Evento estremo ed ineluttabile dell’esistenza stessa, di cui rappresenta il lato oscuro, la morte, come nascita, matrimonio e tutte le date socialmente rilevanti, del resto, ha necessità di essere comunicata. Il motivo è evidente a tutti coloro che, allo scuro di un lutto appena accaduto anche solo in un’occasione si siano trovati a chiedere ad un conoscente “e mamma come sta, sempre una roccia”, oppure ad inviare corrispondenza alla gentile attenzione di

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IL medico necroscopo in Lombardia (Parte II)

[…] Abbiamo sintetizzato le informazioni, in uno specchietto che comma per comma analizza i disposti normativi dell’Art. 40 reg. Reg. 9 novembre 2004 n.6. Le definizioni non sono nostri capricci lessicali, ma sono state fedelmente tratte dai sacri testi legislativi emanati dalla regione Lombardia, quindi hanno una validità ed una legittimità di molto superiore, possono esser imparati quasi a memoria poiché sono assolutamente esatte e rappresentano la volontà del legislatore.   Nota bene: come chiarito

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Necroscopia e trattamenti sulle salme

DOMANDA 1 L’uso della mentoniera mi riesce sempre problematico. Anche quando la tolgo, perché la salma ha acquisito un assetto più stabile, il cadavere sembra sempre “impiccato” con il collo teso e la testa che si piega indietro. Perché? Cosa potrei fare? RISPOSTA: Il problema, che si è evidenziato in questo caso, è dovuto alla non corretta posizione del corpo quando viene adagiato. Se la salma è mantenuta fermamente in una posizione corretta, la rigidità

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Il medico necroscopo in Lombardia (Parte I)

Oggetto di questo breve saggio (suddiviso per ragioni di spazio in due macroaree tematiche) sono l’ iterazione e possibili conflitti tra la normativa lombarda (Legge Regionale 18 novembre 2003 n. 22; regolamento 9 novembre 2004 così come modificato dal Regolamento Regionale 6 febbraio 2007 n.1) ed il DPR 10 settembre 1990 n. 285. Premessa: Il certificato necroscopico, così come previsto dall’art. 74, c. 2, del DPR 3/11/2000 N. 396 e dall’art. 4 del DPR 285/1990,

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Onerosità dei servizi necroscopici di custodia salme presso l’obitorio/deposito d’osservazione

Cara Redazione, la circolare del Ministero della sanità n. 24 del 24 giugno 1993, al punto 5, 1, prevede che il comune debba essere dotato di un obitorio o comunque debba identificare un locale atto al deposito per osservazione. In questo caso il servizio è gratuito da parte del Comune nei confronti della famiglia, ma io intendo che è a titolo oneroso per l’agenzia che ha effettuato il recupero e quindi il comune deve pagare

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Sanzione ex Art. 358 Regio Decreto n. 1265/1934 e feretri non a norma

Secondo un’antica, tenace, concezione le norme giuridiche si caratterizzerebbero per il fatto di esser suscettibili di attuazione forzata o sarebbero, comunque, garantite dalla predisposizione per l’ipotesi di trasgressione di conseguenza in danno del trasgressore chiamata: “sanzione” Una norma non dotata di questo deterrente è definita “norma minus quam perfaecta“. L’art.16 del D.Lgs. 22 maggio 1999, n.196, ha novellato il secondo comma dell’art. 358 del RD 27 luglio 1934, n.1265, elevando l’importo della sanzione amministrativa ivi

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Se il medico curante litiga con il necroscopo

Cara Redazione, Sabato scorso ho chiamato il medico curante di una persona deceduta per farmi redigere il certificato di morte. Lui si e’ opposto dicendomi che dalle ore 20 del venerdì alle ore 8 del lunedì non sarebbe stato reperibile, così di conseguenza mi sarei dovuto rivolgere alla guardia medica. Ho controbattuto dicendogli che la guardia medica può solo constatare il decesso ma non può firmarmi la scheda ISTAT. Magari e’ il necroscopo che in

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Salme, cadaveri e resti mortali

In nuce, una distinzione operativa, se non ancora semantica tra salme e cadaveri è già contenuta nell’Art. 17 DPR 10 settembre 1990 n. 285, quando si prescrice il trasporto “a cassa aperta” per i corpi esanimi durante il periodo d’osservazione, per converso il trasporto a cassa aperta dopo il periodo d’osservazione si configura come una violazione all’Art. 30 DPR 10 settembre 1990 n. 285 ed è passibile di sanzione amministrativa ex Art. 358 Regio Decreto

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Paragrafo 9.6 Circ.Min. n.24/1993: quando chiudere la cassa?

Premessa: Cofani e recipienti per la movimentazione dei cadaveri nostro ordinamento nazionale di polizia mortuaria (eccetto la Regione Lombardia, per la quale valgono i criteri di cui all’Allegato 3 del Reg. Reg. 9 novembre 2004 n. 6) sono quelli descritti da: Art. 30 DPR 285/1990 Art. 75 commi 3 e seguenti DPR 285/1990 (bare di solo legno per inumazione o cremazione) D.M. 12 aprile 2007 (autorizzazione ministeriale ex Art. 31 e 75 comma 4 DPR

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Osservazione, autorizzazioni ex Art. 74 DPR 396/2000 e scheda ISTAT

Due sono le condizioni costitutive per la formazione del permesso di seppellimento: una di ordine temporale e una di tipo operativo. La prima consiste nel decorso di un certo tempo (24 ore dalla morte), la seconda nell’accertamento della effettività; della morte, da effettuarsi, sotto il profilo “tecnico”, a mezzo del certificato di avvenuta visita necroscopica. E’da notare come per la Lombardia con l’Art. 4 comma 1 Legge Regionale 18 novembre 2003 n. 22 l’osservazione è

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Doppia cassa ex Art. 30 DPR 285/1990 ed infetti

Per i cadaveri portatori di malattia infettivo-diffusiva compresa nell’elenco di cui al D.M. 15 dicembre 1990, ai sensi dell’Art. 25 DPR 285/90, è d’obbligo la duplice cassa, lignea e metallica, qualunque sia la destinazione finale del feretro. Solo in caso di incinerazione, secondo i decreti Ministeriali emanati dal Ministero della Salute in data 7 febbraio 2007 e 28 giugno 2007, vasca e coperchio metallici possono esser sostituiti da un dispositivo plastico ad effetto “diaframma impermeabilizzante”.

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Il trattamento antiputrefattivo ex Artt. 32 e 48 DPR 285/1990

Allo stato della legislazione nazionale vigente (DPR 10 Settembre 1990 n. 285) la cosidetta puntura antiputrefattiva è obbligatoria, anche alla luce della circolare 24/93 del Ministero della Sanità, in forza degli Artt. 32 e 48 del D.P.R. 285/90. Il regolamento concede solo alcuni accenni all’imbalsamazione (Art. 46 DPR. 285/90), come metodo alternativo alla puntura, ma del tutto facoltativo (occorre un atto di disposizione in tal senso, da parte del de cuius o dei suoi famigliari)

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