Servizio di custodia cimiteriale: profili sanzionatori

La valutazione circa la esecuzione di atti o gesti vietati tassativamente dall’art. 87 del DPR n. 285/90 incombe proprio al responsabile del servizio di custodia cimiteriale.

È, inoltre, previsto il parere del personale sanitario per la fattispecie, molto problematica, di cui al comma  5 dell’art. 86 DPR 285/90.
In taluni Comuni è invalso l’uso di disciplinare, in via generale, dette situazioni con ordinanza del Sindaco, sentito il parere del servizio AUSL di polizia mortuaria, così da richiederne la presenza effettiva solo nei casi dubbi o quando si debba procedere a ripristinare l’ermeticità del feretro (art.… ... Leggi il resto

Il profilo funzionale del “custode” cimiteriale

“Tutti i cimiteri devono essere provvisti di un servizio di custodia, siano essi tanto comunali, quanto “consorziali”, così recita l’Art. 52 comma 1 del Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria.
Il termine di “servizio di custodia” consente di conferire una rilevanza differente rispetto alla sorveglianza di tipo tradizionale, in cui vi era un particolare attenzione al ruolo del custode, pressoché assente, salve le previsioni concernenti l’abitazione del custode rinvenibili negli artt. 56 e 64 D.P.R.… ... Leggi il resto

Lo jus sepulchri, la stabilità delle sepolture e la electio sepulchri spiegati dalla Cassazione

La Corte di Cassazione (sentenza sez. I, 13 marzo 1990, n. 2034) ha espressamente affermato che:

“[…omissis…]

a) le spoglie mortali possono costituire oggetto di disposizione da parte del “de cuius” in ordine al luogo e al modo della sepoltura e tale diritto, preminente su quello di analogo contenuto spettante “iure proprio” ai congiunti più prossimi, rientra, – come gli atti di disposizione del proprio corpo di cui all’art. 5 del codice civile e comunque secondo una radicatissima consuetudine, tra i diritti della personalità, per loro natura assoluti e intrasmissibili (vedi Cass.

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Istituto dell’immemoriale: aspetti endo-procedimentali – Parte II

Poiché la struttura medesima dell’immemoriale s’incardina sul postulato dellavetustas, quasi si trattasse di quella “grundnorm”, tanto cara al giurista Kelsen, cioè sul decorso di un lungo lasso di tempo non determinato, nel corso del quale il possesso del diritto sia stato nec vi, nec clam, nec precario, ovvero costante ed incontrovertibile, analogamente all’usucapione (e di qui nascerebbero le opinioni favorevoli alla prescrizione acquisitiva), viene ammesso ogni mezzo di prova, ivi compreso quello testimoniale (che il nostro sistema giuridico considera sempre quale residuale).… ... Leggi il resto

Istituto dell’immemoriale: aspetti endo-procedimentali – Parte I

I riferimenti che, in alcuni schemi di regolamenti comunali di polizia mortuaria, conducono a richiamare l’istituto dell’immemoriale (detto altrimenti: “immemorabile”) in relazione a termini temporali (spesso per rapporti concessori che possano essersi originati prima del 1942) non sono del tutto casuali o accidentali, in quanto tale fattore cronologico è in relazione al R.D. 21 dicembre 1942, n. 1880, anche se la sua entrata in vigore sia successiva, rispetto a quella  del 28 ottobre 1941, quando, appunto, entrò in vigore il Libro III del Cod.… ... Leggi il resto

Assenza di titolo concessorio: un ultimo appunto…

Nell’ipotesi, estrema ed esiziale, che il non reperimento degli atti di concessione derivasse dalla loro totale omissione illo tempore, fatte salve le possibili responsabilità personali (probabilmente cadute in prescrizione, o comunque estintesi, anche per sopraggiunta morte delle persone coinvolte, stiamo infatti ragionando di concessioni molto risalenti nel tempo), non resterebbe che addivenire a questa dolorosa (almeno per i presunti concessionari e loro aventi causa… se c’è stato subentro!) conclusione: la concessione cimiteriale è tamquam non esset, inesistente e, al più, si potrebbe pure esser concretizzato, nel tempo, un uso della tomba sine titulo, ovvero senza legittimazione alcuna, ossia  un’occupazione di fatto o, meglio, abusiva, la quale andrebbe sanata con la rimozione, a totale onere dell’occupante, delle spoglie mortali prive di Jus Sepulchri e, dunque, deposte senza titolo in quel determinato sepolcro oggetto di indagine.… ... Leggi il resto

Piani regolatori cimiteriali in Emilia-Romagna

Il Regolamento Regionale emiliano romagnolo 23 maggio 2006 n. 4 dedica ai Piani cimiteriali il proprio Art. 1, disposizione eclettica, tra l’altro, di architettura molto complessa.
Con l’articolo in parola vengono individuati:

  1. gli elementi da considerare per la redazione dei piani cimiteriali (che sono specificatamente elencati);
  2. l’obbligo di adozione da parte di ogni comune del piano cimiteriale (che interviene sia sull’assetto interno del/dei cimitero/i) sia sulle relative aree di rispetto;
  3. i riferimenti di bacino per la pianificazione cimiteriale, fondati sulla mortalità dei residenti, che deve avere assicurata sepoltura per una durata di 20 anni (almeno);
  4. l’ottemperanza agli obblighi di legge (tra i quali le dotazioni obbligatorie di un cimitero e la copertura del fabbisogno minimo legale di fosse ad inumazione in campo comune) e della programmazione in materia di crematori (di carattere provinciale, ai sensi art.
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Emilia-Romagna: cimiteri e titoli di accoglimento

Il modello cimiteriale italiano, così per come lo conosciamo, si è plasmato, negli ultimi due secoli, attorno al dettato dell’Editto Napoleonico di Saint Cloud, ma se vuole sopravvivere alla crisi endemica che lo attanaglia, per la cronica mancanza di spazi e di ritualità (poi la cremazione con i suoi istituti corollari, almeno per il mondo anglosassone, come dispersione delle ceneri o loro conservazione fuori del perimetro cimiteriale, è divenuta agguerrita ed aggressiva concorrente rispetto ad altre e più tradizionali pratiche funebri come inumazione e tumulazione), deve sottoporsi ad un profondo processo di razionalizzazione sì architettonica, ma soprattutto funzionale; insomma occorre, ormai, ragionare in termini globali e… di insieme.… ... Leggi il resto

Nozione di “famiglia” diritto funerario: la centralità del regolamento municipale di polizia mortuaria

Il vigente Cod. Civile dedica alla famiglia il suo primo libro intitolato, appunto “Delle persone e della famiglia”.

La maggior parte degli artt., di cui esso consta, mostra – oggi – un contenuto abissalmente diverso da quello che aveva nel testo originario del 1942, ossia ante la riforma epocale, rubricata come L. 19 maggio 1975 n. 151.
Il diritto di famiglia codificato nel 1942, in piena epoca fascista, seppur già in crisi di consenso e minata dall’imminente e disastrosa sconfitta bellica, teorizzava una famiglia costruita sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, nelle relazioni di coppia e nei riguardi dei figli, essa era fondata sulla discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio (figli naturali), che ricevevano un trattamento giuridico deteriore rispetto ai figli legittimi.… ... Leggi il resto

D.P.R. n. 285/1990 e rispettive competenze, alla luce dell’evoluzione normativa

Il fine di questo breve schema sinottico è individuare quali di quelle competenze, che il regolamento di polizia mortuaria approvato con DPR 10/09/1990 n. 285 assegnerebbe nominalmente al Sindaco, siano, invece, proprie delle figure “apicali” (dirigenti o responsabili degli uffici/servizi).
Infatti, l’art. 51, comma 2, secondo periodo della L. 8/6/1990 n. 142, quale modificato dall’art. 6, comma 2 della L. 15/5/1997 n. 127, confluita, poi nel T.U. Ordinamento Enti Locali (art. 107 e 109) precisa, ampliando l’elencazione già presente nella disposizione originaria, ma secondo lo stesso principio di distinzione delle funzioni tra organi elettivi e organi burocratici, che agli “apicali” (dirigenti o responsabili degli uffici o dei servizi) sono attribuite:

“f) i provvedimenti di autorizzazione, concessione o analoghi, il cui rilascio presupponga accertamenti e valutazioni, anche di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeterminati dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indirizzo, ivi comprese le autorizzazioni e concessioni edilizie;

  1. g) le attestazioni, certificazioni, comunicazioni, diffide, verbali, autenticazioni, legalizzazioni ed ogni altro atto costituente manifestazione di giudizio e di conoscenza;
  2. h) gli atti a essi attribuiti dallo statuto e dai regolamenti o, in base a questi, delegati dal Sindaco.”
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Il “NON” uso reiterato dei sepolcri privati: quali le conseguenze?

Cara Redazione,

alcuni loculi, nominativamente concessi, in modo inspiegabile sono rimasti vuoti, anche dopo la morte dei beneficiari, sugli stessi avelli, del diritto di sepolcro. Quid Juris, per evitare un pesante immobilizzo del sempre più risicato spazio sepolcrale?

Risposta:

In particolare, sulla condizione di incuria, è di ausilio quanto espresso dalla giurisprudenza, con riferimento alla sussistenza dello stato di trascuratezza di un’area cimiteriale, per cui debbono presentarsi precisi requisiti: temporali, nel senso che deve potersi agevolmente dimostrare come da lungo tempo il titolare, o chi per lui, con preciso animus, non si sia recato in loco, ed oggettivi, siccome l’area stessa deve riuscire davvero impraticabile o comunque, il manufatto sulla stessa insistente gravemente deteriorato in seguito al lungo stato di abbandono e degrado[1].… ... Leggi il resto

Elementi procedurali per provare la sussistenza dell’atto concessorio, in assenza di un titolo formale

Bisogna costantemente premettere come, in linea di massima, e sotto il profilo tecnico del diritto civile, ogni qual volta difetti, per qualsiasi motivo, il titolo formale di un rapporto giuridico, ancorché in essere, o, se prevista, manchi la diligente redazione di un pubblico registro predisposto per la prova documentale e la tutela di determinate situazioni giuridicamente rilevanti, la verifica sulla fondatezza dello stesso o la sua dimostrazione non possa non aversi se non con sentenza del giudice, passata in giudicato, che accerti la sussistenza, del rapporto giuridico oppure acclari l’esistenza del diritto vantato (art.… ... Leggi il resto

Il solito problema “omologazione” dei Regolamenti Comunali di Polizia Mortuaria – 3/3

Sia sommessamente consentito obiettare come nella circolare ministeriale di cui prima, si asserisca ed asseveri, dopo avere riportato le norme di riferimento del t.u.ll.ss., r. d. 27 luglio 1934, n. 1265 e succ. modific., come i regolamenti comunali non siano assoggettati – da tempo – ad alcuna omologazione ministeriale, ma tale (presunta?) aberrazione giuridica non viene supportata da alcuna argomentazione convincente e, con un contorto procedimento logico (o, forse, – irrazionale?) si conclude con l’indicazione di una futura estrapolazione del procedimento dal d.p.c.m.… ... Leggi il resto

Il solito problema “omologazione” dei Regolamenti Comunali di Polizia Mortuaria – 2/3

La permanente vigenza dell’art. 345 t.u.ll.ss., r. d. 27 luglio 1934, n. 1265 e succ. modif., fa sì che tale disposizione procedimentale trovi attuazione, a prescindere, ed indipendentemente, dalle norme statutarie vigenti in generale per i regolamenti comunali, che ne escono così, eventualmente, rafforzati, sulla base del principio della specialità della norma, secondo il celebre broccardo latino: “lex specialis derogat legi generali”.
Dopo l’entrata in vigore della L. di revisione costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, il presupposto determinante l’efficacia potrebbe essere riferito anche, eventualmente, all’omologazione (leggasi, più correttamente: approvazione) regionale, in quanto la funzione del Governo (Ministero della Salute) ha unicamente la valenza di consentire, del tutto eventualmente, l’esercizio di quel potere di annullamento straordinario previsto dall’art.… ... Leggi il resto

Il solito problema “omologazione” dei Regolamenti Comunali di Polizia Mortuaria – 1/3

Il Regolamento comunale è norma secondaria (secondo alcuni, anche … “terziaria” se pensiamo l’Ordinamento Italiano in una immaginaria ed immaginifica struttura geometrica “esplosa” in almeno tre dimensioni, (viviamo, infatti, ormai in un sistema giuridico pluri-legislativo, come acutamente rilevato da erudita dottrina, proprio su questo magazine on line), per cui cede e soccombe di fronte alla norma primaria.
Il Regolamento municipale di polizia mortuaria è, però, una strana “entità giuridica” (monstrum vel prodigium?… Una bestia rara?)… ... Leggi il resto

Cofani funebri: applicazione delle reggette e spessori massimi consentiti

Oggi parliamo di tecniche di costruzione e confezionamento di cofani funebri, esclusi, ratione materiae, i casi di feretri CoVid-19 positivi, per i quali vale la Circ. Min. Salute n. 818/2021, in via esclusiva e speciale.

1. La corretta lettura dell’Art. 30 DPR 285/90, nell’evenienza di trasporti internazionali, continua a suscitare perplessità.
Spesso, alcune imprese sollevano la questione dell’utilizzo della valvola depuratrice (Art. 77 comma 3), molto più pratica ed efficiente, soprattutto, in sostituzione delle obsolete fasce metalliche, per il trasferimento di cadaveri dall’Italia verso uno Stato firmatario della Convenzione di Berlino, o viceversa.… ... Leggi il resto