I Vescovi della Lombardia: “Custodire la memoria dei defunti”. Critica alle pratiche di affido e dispersione ceneri

In occasione delle giornate dedicate alla Commemorazione dei Defunti, la Conferenza Episcopale Lombarda invita i fedeli a riflettere sul significato cristiano della morte e sulla speranza della vita eterna.
Con la Nota pastorale intitolata “Credo la risurrezione della carne e la vita eterna”, i dieci vescovi della regione intendono offrire indicazioni liturgiche e pastorali per accompagnare il momento della morte e della sepoltura dei battezzati «nella fede pasquale della Chiesa».

Il documento affronta anche il tema della cremazione e delle pratiche post-cremazione, ribadendo che la Chiesa ammette la cremazione quando non è motivata da ragioni contrarie alla fede.
Tuttavia, richiama con forza l’importanza di conservare le ceneri in luoghi idonei, come i cimiteri o spazi predisposti dall’autorità ecclesiastica, che favoriscano la preghiera e la memoria comunitaria.

Richiamando l’Istruzione Ad resurgendum cum Christo (2016) della Congregazione per la Dottrina della Fede, la Nota sottolinea che la dispersione delle ceneri o la loro conservazione in abitazioni private non rispecchiano pienamente la visione cristiana della morte, perché rischiano di ridurre il significato comunitario del lutto e della speranza nella risurrezione.

Nel caso in cui, per motivi affettivi, i fedeli desiderino conservare in casa le ceneri dei propri cari, i vescovi raccomandano di non celebrare riti religiosi nelle abitazioni o nei luoghi di dispersione.
La sepoltura o la deposizione dell’urna in uno spazio sacro rimane, infatti, un gesto che unisce la comunità dei credenti:
«La Chiesa, che ha accolto i fedeli nel suo seno da vivi, si fa custode delle loro spoglie dormienti in attesa della risurrezione».

Un messaggio che riafferma la centralità della speranza cristiana e la necessità di vivere anche il commiato come segno di comunione, fede e rispetto verso la dignità dei defunti.

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