TAR Liguria, Sez. II, 17 agosto 1998, n. 659

Riferimenti: Ragiusan 2000, f. 193-4, 455

Massima:
TAR Liguria, Sez. II, 17 agosto 1998, n. 659
L’interruzione del processo per morte della parte ricorrente presuppone la presentazione di apposita istanza, corredata del prescritto certificato di morte, ad opera di uno dei difensori con procura della stessa parte ricorrente, non anche ad opera dell’amministrazione, intimata, dovendosi presumere che negli eredi persista l’interesse ad ottenere una decisione nel merito della controversia iniziata dal “de cuius”.… ... Leggi il resto

Cassazione penale, Sez. V, 13 maggio 1998, n. 6871

Norme correlate:
Art 479 Regio Decreto n. 1398/1930

Massima:
Cassazione penale, Sez. V, 13 maggio 1998, n. 6871
Il certificato di morte rilasciato dal sanitario, in virtù del regolamento di polizia mortuaria, è un atto pubblico, perché è espressione della funzione attestatrice dell’accertamento diretto del sanitario ed ha, nel contempo, una funzione costitutiva, perché preordinata al rilascio dell’autorizzazione alla sepoltura, autorizzazione che è a sua volta subordinata non solo all’accertamento della morte ma anche alla verifica dell’inesistenza di condizioni che potrebbero giustificare interventi dell’autorità sanitaria ovvero di quella giudiziaria.… ... Leggi il resto

Corte costituzionale, 26 febbraio 1998, n. 39

Massima:
Corte costituzionale, 26 febbraio 1998, n. 39
È manifestamente inammissibile la q.l.c., in riferimento agli art. 2, 3, 13, 30 cost., degli art. 269 c.c. e 118 c.p.c., nella parte in cui tali norme vietino o consentano incondizionatamente prelievi su cadaveri di persone decedute, ai fini dell’effettuazione di indagini ematologiche nei giudizi per la dichiarazione di paternità (o maternità) naturale.

Testo completo:
Corte Costituzionale, 26 febbraio 1998, n. 39
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
– Dott.… ... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/2-f

È necessaria una nomina “ad personam” o è sufficiente che l’Azienda U.S.L. individui il Servizio a cui affidare le funzioni ex art. 4 DPR 285/90, intendendo così automaticamente attribuita a tutti i medici di tale Servizio la qualifica di medico necroscopo?

Risposta:
Si è del parere che la nomina debba essere di natura personale, dovendo il medico necroscopo riferire circa l’espletamento del servizio anche in relazione a quanto previsto dall’art. 365 del C.P., in quanto ogni responsabilità di tal genere non può che essere personale.... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/1-d

Il Comune di …………… domanda se per il rilascio dell’autorizzazione alla sepoltura è necessario rispettare il periodo di osservazione di 24 ore?

Risposta:
L’autorizzazione alla sepoltura, di norma, deve essere rilasciata dopo le 24 ore dalla morte (comma 2 dell’art. 141 dell’Ordinamento dello Stato Civile). Può essere rilasciata prima se vi è stato l’accertamento della morte da parte del medico necroscopo nei modi e nei casi contemplati dall’art. 8 del DPR 285/90. In altri termini, laddove con l’ausilio dell’elettrocardiografo il medico necroscopo potesse accertare la morte prima delle 15 ore dal decesso e redigere il certificato necroscopico, l’ufficiale di Stato Civile è già nelle condizioni di poter rilasciare l’autorizzazione alla sepoltura.... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/1-n

L’art. 365 C.P fa riferimento agli obblighi di informativa nei confronti dell’Autorità Giudiziaria da parte di pubblici ufficiali. Nella Regione Emilia Romagna, i medici dei servizi di Igiene e Sanità Pubblica, come risulta dalla nota del 09/09/86 (v. allegato), sono considerati agenti ed ufficiali di Polizia Giudiziaria, tenuti quindi a seguire gli obblighi di informativa previsti dalÌart.347 del C.P.. Visto quanto sopra, i medici del servizio di Igiene e Sanità Pubblica che in Emilia Romagna svolgono la funzione di medici necroscopi sono tenuti a rispettare l’obbligo di riferire al coordinatore sanitario?... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/1-o

In occasione di un decesso avvenuto per suicidio, la salma è stata trasportata nell’Istituto di Medicina Legale per esame autoptico. La salma al termine deve essere cremata, per cui è stato richiesto alla Procura il nullaosta per la cremazione, per altro già in nostro possesso. A questo punto vorremmo sapere: il certificato di cui al punto 4) articolo 79 del D.P.R. 285/90 è ancora necessario? Sembrerebbe di sì. Cosa confermata al punto 2) dell’art. 14.2 della circolare 24/93.... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/1-m

A chi spettano le spese per il trasporto dal domicilio all’obitorio (oppure da obitorio privo di tavolo autoptico ad altro più attrezzato) in caso di riscontro diagnostico disposto dal coordinatore sanitario (ora Servizio di Igiene Pubblica) ai sensi deIÌart.37 comma 2? All’Azienda U.S.L.? A familiari del deceduto? Al medico di base che ha eventualmente richiesto il riscontro diagnostico? È possibile richiamarsi al paragrafo 5.1 della C.M. n. 24/83 e considerare il trasporto sopracitato come a carico del comune del luogo in cui è avvenuto il decesso (equiparando quindi il Servizio di Igiene Pubblica alla pubblica autorità che, in caso di decesso PER ACCIDENTE in luogo privato, può richiedere al comune di prestare gratuitamente il servizio di trasporto)?... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/1-i

Per il trasporto di prodotti abortivi all’estero, si devono seguire le stesse prescrizioni previste per le salme o si può omettere il trattamento antiputrefattivo?

Risposta:
Occorre seguire le stesse prescrizioni previste per le salme. Per il trattamento antiputrefattivo si ritiene debba essere ridotta opportunamente la quantità di formalina F.U. in quanto la quantità di 500 c.c. è calcolata sul cadavere di adulto.

Norme correlate:
Art capo08 di Decreto Presidente Repubblica n. 285 del 90

Riferimenti:

Parole chiave:
CADAVERE-feto,CADAVERE-nato morto,VARI-trattamento antiputrefattivo


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Quesito pubblicato su ISF1998/1-l

In caso di cremazione di prodotti abortivi, il successivo trasporto delle ceneri deve essere autorizzato dal Sindaco o deve, invece, essere autorizzato dalla A.U.S.L.?

Risposta:
In questo caso la legge, DPR 285/90, diventa difficile da applicare: – secondo l’art. 7 il permesso di trasporto deve essere rilasciato dall’A.USL; – secondo l’art. 79/1 l’autorizzazione alla cremazione è competenza del Sindaco; – in base all’art. 26 vi è un unico decreto del Sindaco per trasportare il corpo al crematorio e poi le ceneri a sepoltura.... Leggi il resto

Quesito pubblicato su ISF1998/1-h

L’autorizzazione rilasciata dalla A.U.S.L. può essere valida, oltre che per la sepoltura anche per la cremazione? In caso affermativo, per il rilascio dell’autorizzazione è necessario acquisire il certificato ex art. 75 DPR 285/90 escludente il sospetto di morte dovuta a reato? A quale figura medica competerebbe eventualmente tale certificato, visto che per i prodotti abortivi non è neanche richiesto il certificato necroscopico?

Risposta:
L’autorizzazione alla cremazione è unicamente rilasciata dal Sindaco in base all’art. 79/1 dopo avere accertato le condizioni stabilite dell’art.... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. III, 14 ottobre 1997, n. 10022

Riferimenti: Giust. civ. Mass. 1997, 1931

Massima:
Cassazione civile, Sez. III, 14 ottobre 1997, n. 10022
In caso di decesso della parte costituita nel precedente giudizio di merito, colui il quale, in sede di giudizio di legittimità, abbia proposto ricorso assumendo di esserne l’erede deve provare, pena l’inammissibilità del gravame, la propria legittimazione processuale attraverso le produzioni documentali consentite dalla norma di cui all’art. 372 c.p.c., con riferimento tanto al fatto storico del decesso della parte originaria, quanto alla asserita qualità di erede della stessa (oneri ottemperabili, ad esempio, mediante produzione del certificato di morte del “de cuius” e della conseguente denuncia di successione, ovvero di atti notori), trattandosi, nella specie, di fatti costitutivi del diritto di impugnazione e, come tali, da provare da parte del soggetto che intenda esercitarlo.… ... Leggi il resto

Cassazione penale, Sez. V, 23 maggio 1997, n. 2561

Riferimenti: Giust. pen. 1999, III, 57 (s.m.), Cass. pen. 1999, 1532 (s.m.)

Massima:
Cassazione penale, Sez. V, 23 maggio 1997, n. 2561
Sono inutilizzabili, anche a fini cautelari, quegli elementi di prova che siano riferiti nella richiesta di emissione della misura in quanto a personale conoscenza del p.m., ma non risultino da atti assunti o acquisiti al procedimento. Ciò tuttavia non vale, oltre che per i fatti notori, anche per quegli accadimenti che, per la loro natura o per la forma con la quale la notizia di essi si manifesta e per la provenienza della stessa, sono conosciuti o hanno la potenzialità di essere conosciuti da chiunque.… ... Leggi il resto