[fun.news.776] La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia europea per alcune norme in materia di appalti pubblici

La Commissione ha recentemente deciso di adire la Corte di giustizia contro l’Italia, in relazione ad alcune disposizioni della legge quadro in materia di lavori pubblici n. 109/94, modificata da ultimo dalla legge n. 166/2002. Un parere motivato era stato inviato alle autorità italiane nell’ottobre 2003 (cfr. IP/03/1415). L’azione intrapresa dalla Commissione mira ad ottenere una modifica della legge quadro che la renda conforme al diritto comunitario degli appalti pubblici e quindi ad aprire maggiormente gli appalti alla concorrenza intracomunitaria. In particolare l’azione della Commissione ha i seguenti obiettivi: a.. evitare che le norme nazionali riguardanti il campo d’applicazione della direttiva sugli appalti pubblici di lavori, non conformi al diritto comunitario, abbiano per conseguenza la non pubblicazione su scala comunitaria di bandi di gara che dovrebbero essere pubblicati in base alle direttive “forniture” e “servizi”, le cui soglie d’applicazione sono assai meno elevate di quella della direttiva “lavori”; b.. imporre in tutti i casi l’applicazione delle norme delle direttive comunitarie sugli appalti pubblici relative alla messa in concorrenza o, quando queste non sono applicabili, il rispetto dell’obbligo di pubblicità adeguata, derivante dal principio generale di trasparenza. È il caso, ad esempio, dei lavori realizzati in deduzione degli oneri d’urbanizzazione e dei servizi d’ingegneria industriale, d’architettura e di convalida dei progetti al di sotto delle soglie delle direttive comunitarie nonché dei servizi di direzione dei lavori e di collaudo; c.. evitare che norme nazionali come quella sul diritto di prelazione del promotore nell’ambito delle procedure di ‘project-financing’ possano avere per effetto una discriminazione dei candidati non nazionali all’attribuzione di una concessione di lavori pubblici.

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