[fun.news.236] A Viareggio un anticipo di quel che potrà venire in Italia con l’autorizzazione dei cimiteri privati?

A Viareggio “compri” un loculo nel cimitero della Misericordia e paghi due funerali, se per il servizio funebre non ti sei affidato alla Confraternita. Questa è una delle distorsioni di mercato che viene fatta per essere sepolti nel camposanto della Misericordia, l’unico a vantare una certa disponibilità di sepolture a Viareggio. Scarse nel cimitero pubblico. L’ultima denuncia sul business del «caro estinto» la fa il giornale “Il Tirreno”, ed è legata a questa carenza di posti nel camposanto comunale: dove i loculi disponibili sono pochi, e troppo in alto, a tutto vantaggio di quelli che è in grado di vendere la locale Misericordia. Il giornale riferisce che una famiglia, qualche giorno fa si è rivolta alla Misericordia, che ha assegnato il loculo per la sepoltura di non associato, facendo una iscrizione postuma addebitandole 365 euro (706mila lire) e una maggiorazione del 30% sul costo del loculo. Il regolamento recita più o meno così: se un defunto non è iscritto alla Misericordia e vuole essere sepolto nel suo cimitero deve pagare la tassa di iscrizione post-mortem e una maggiorazione sul prezzo di listino della tomba. Una maggiorazione del 30% – a parziale risarcimento delle mancate quote di iscrizione versate dagli altri confratelli nel corso di una vita – che si riduce del 15% se la famiglia decide di affidare il funerale alla Misericordia. Tradotta in cifre, questa clausola del regolamento della Confraternita, produce differenze milionarie sui conti. Il caso della famiglia che si è rivolta alla stampa per denunciare il caso è lampante. Il conto pagato alla Misericordia è stato maggiorato di 1.257 euro (2 milioni e 433mila lire) per aver affidato il funerale a un’altra impresa di pompe funebri. Così di maggiorazione la famiglia del defunto ha pagato un importo pari al costo del funerale. In tutto, dunque, la sepoltura è costata 5.833 euro (quasi 11 milioni e 300mila lire) grazie a una serie di oboli dovuti per la mancata iscrizione in vita del defunto all’associazione. Il loculo in sé, infatti, sarebbe costato 4.190 euro (8 milioni e 112 euro). A questa cifra, però, si deve aggiungere la maggiorazione del 30% per il funerale affidato ad altra impresa (i 1.257 euro), i 365 euro di iscrizione post-morte alla Misericordia e 21 euro di marche da bollo. Il conto di 5.833 euro, comunque, è provvisorio: nel contratto, infatti, si legge che la spesa (compresi gli accessori) verrà addebitata «successivamente». Una volta che sarà stata scelta, affidandosi, però – questo è d’obbligo – al marmista indicato dalla Confraternita. Per la Confraternita questa situazione non ha nulla di scandaloso: «Il nostro – dice la Misericordia – non è un cimitero pubblico. E nessuno è obbligato a farsi seppellire qui. Chi ci sceglie, però, deve accettare una serie di norme imposte da regolamenti in vigore da anni. Ad esempio, in caso di prenotazione “in vita” di una tomba, il cliente paga una maggiorazione del 20% sul prezzo di listino; se solo uno dei due coniugi è in vita, invece, la maggiorazione è solo del 15%. E così via. Del resto queste clausole non sono nascoste. Le concessioni della Misericordia durano 99 anni, invece di 50 anni, come nel camposanto del Comune». E il Comune? Non costruisce altri loculi per consentire ai viareggini di scegliere dove farsi seppellire. E l’inchiesta giornalistica va avanti anche per capire quali interessi blocchino il Comune nella costruzione dei nuovi loculi, creando così una alterazione di mercato evidente e perché non sottopone a verifica le tariffe della Misericordia. Le stesse imprese fuenbri possono ricorrere all’Antitrust per vedere eliminate le distorsioni di mercato imposte dalla Misericordia.

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