E’ stato approvato in data 26 marzo 2009, dalle Commissioni riunite Finanze ed Attività produttive della Camera, l’emendamento dei relatori che modifica il patto di stabilità.
Nella nuova formulazione del testo, tra l’altro, si legge che “sono esclusi dal saldo del patto di stabilità interno 2009 i pagamenti per le spese relative agli investimenti degli enti locali per la tutela della sicurezza pubblica, nonché gli interventi temporanei e straordinari di carattere sociale immediatamente diretti ad alleviare gli effetti negativi della straordinaria congiuntura economica sfavorevole destinati a favore di lavoratori e imprese ovvero i pagamenti di debiti pregressi per prestazioni già rese nei confronti dei predetti enti.
Gli interventi di cui alla presente lettera- precisa il testo- possono essere disposti dagli enti locali nel limite di spesa complessivo di 150 milioni di euro per l’anno 2009”. Si tratta di un passo in avanti, non considerato sufficiente dall’ANCI, ma che dà una boccata di ossigeno ai comuni in difficoltà.
L’ANCI adotta una mozione che dia copertura politica ed accompagnamento tecnico a quei Comuni che, per onorare gli impegni di spesa, si trovino costretti a sforare i vincoli del Patto di stabilità. Tutto questo per dare un segnale politico forte al Governo che finora non ha recepito le proposte avanzate dall’ANCI per consentire ai Comuni di fare fronte alla delicata situazione economica in cui versano.
Questa è la posizione espressa dal vicepresidente vicario dell’ANCI e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, in apertura del Consiglio nazionale ANCI che si è svolto a Roma.
Chiamparino ha sottolineato la situazione paradossale in cui versa il comparto dei Comuni che, pur dando il contributo più importante sul fronte della finanza pubblica, è quello più penalizzato. Al punto che, per il mancato trasferimento di fondi da parte dello Stato, molte amministrazioni comunali sono nella materiale impossibilità di chiudere i bilanci. “Dobbiamo anche sfatare il mito che i Comuni sono il comparto statale più sprecone”, ha proseguito il vice presidente ANCI, ricordando che su un debito totale della Pa pari a 1663 miliardi, i Comuni hanno un debito di soli 47 miliardi, con una percentuale di appena 2,9%. “La realtà – ha ribadito – è che c’è una situazione generale in cui i Comuni hanno un ruolo più virtuoso rispetto alla amministrazione centrale”.
“Ma il vero paradosso – ha denunciato il vice presidente ANCI – si è avuto con il comportamento del Governo, che nonostante le richieste dei Comuni abbiano avuto riscontro con mozioni parlamentari approvate sia dalla maggioranza che dall’opposizione, ha alla fine approvato emendamenti troppo esili rispetto alle nostre proposte”.
Per questi motivi, “l’ANCI si vede costretta – ha concluso il sindaco di Torino – a prendere una posizione forte, garantendo copertura politica ed accompagnamento tecnico a quei Comuni che, per fare fronte agli impegni di spesa e per pagare i servizi offerti alla cittadinanza, si trovino costretti a derogare ai vincoli imposti dal Patto di stabilità”.
Il testo dell’ordine del giorno approvato il 26 marzo 2009 dal Consiglio nazionale dell’ANCI, a conclusione dei lavori, è reperibile cliccando qui
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