Cassazione civile, Sez. II, 29 maggio 1990, n. 5015

Norme correlate:
Capo 18 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990

Massima:
Cassazione civile, Sez. II, 29 maggio 1990, n. 5015
Lo ius supulcri, che nel sepolcro ereditario si trasmette nei modi ordinari per atto inter vivos o mortis causa dall’originario titolare come qualsiasi altro bene, anche a persone non facenti parte della famiglia, invece, nel sepolcro gentilizio o familiare (carattere, quest’ultimo, da presumersi in caso di silenzio o anche se vi sono dubbi a riguardo) è attribuito in base alla volontà del testatore in stretto riferimento alla cerchia dei familiari presi in considerazione come destinatari del sepolcro stesso, acquistandosi dal singolo iure proprio sin dal momento della nascita, per il solo fatto di trovarsi con il fondatore in quel determinato rapporto previsto nell’atto di fondazione o desunto dalle regole consuetudinarie, in ogni caso iure sanguinis e non iure successionis, e dando luogo ad una particolare forma di comunione fra contitolari, senza poter essere trasmesso per atto tra vivi né per successione mortis causa, né perdendosi per prescrizione o rinuncia.… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. Unite, 22 dicembre 1989, n. 5776

Norme correlate:
Capo 10 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990

Massima:
Cassazione civile, Sez. Unite, 22 dicembre 1989, n. 5776
Qualora il comune affidi al privato, con contratto qualificato come appalto, l’esecuzione continuativa, e con corrispettivo predeterminato, di prestazioni attinenti a propri compiti istituzionali, quali il servizio di nettezza urbana, la manutenzione di strade municipali, la custodia e manutenzione di cimiteri, la domanda con la quale detto privato dedica la ricorrenza, al di là della suddetta qualificazione, di un rapporto di lavoro subordinato, e faccia valere diritti ad esso inerenti, spetta alla cognizione esclusiva del giudice amministrativo, atteso che, a prescindere dal fondamento nel merito dell’indicata deduzione, prospetta la costituzione di un rapporto di pubblico impiego, in relazione a prestazioni lavorative subordinate, stabilmente inserite nell’ambito dell’organizzazione dell’ente territoriale e per il perseguimento della sua finalità istituzionale.… ... Leggi il resto

Commissione imposte distrettuale, Sez. I, Piacenza, 21 dicembre 1989, n. 1797

Norme correlate:
Art 64 Legge 142/1990

Massima:
Commissione imposte distrettuale, Sez. I, Piacenza, 21 dicembre 1989, n. 1797
Sono da considerarsi attività istituzionali del comune, e come tali estranee alla sfera impositiva dei tributi diretti, tutte quelle attività, esercitate anche a titolo oneroso, corrispondenti alle funzioni obbligatorie di cui all’art. 91 t.u. 3 marzo 1934 n. 383, o poste a suo carico da specifiche altre disposizioni di legge, includenti fra l’altro la polizia locale, l’igiene e la sanità (fra cui rientrano le opere e la manutenzione dei cimiteri e dell’acquedotto) ed ogni altro servizio pubblico che fa obbligatoriamente capo al comune (educazione pubblica, trasporto alunni, assistenza o beneficenza) o che il comune esercita in via meramente facoltativa purché in regime di monopolio di fatto o di diritto (spesa pubblica, affissioni).… ... Leggi il resto

TAR Lazio, Sez. III, 7 novembre 1989, n. 1852 [2]

Massima:
TAR Lazio, Sez. III, 7 novembre 1989, n. 1852
L’istituto nazionale per la guardia d’onore alle reali tombe del Pantheon, sorto nel 1978 come ente morale soggetto al controllo della Presidenza del consiglio dei ministri e disciplinato dal r.d. 24 settembre 1932 n. 1348 con lo scopo di fornire una quotidiana guardia d’onore alle tombe reali e, in via temporanea, di assistere i veterani delle guerre del risorgimento, nell’attuale ordinamento repubblicano va considerato come ente morale di diritto privato, ricadente nella disciplina delle associazioni di cui agli art.… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. Unite, 4 luglio 1989, n. 3203

Norme correlate:
Art 5 Legge n. 1034/1971

Massima:
Cassazione civile, Sez. Unite, 4 luglio 1989, n. 3203
Qualora il comune, al fine di provvedere all’illuminazione votiva di cimitero municipale, si avvalga di un privato, sostituendolo a sé nella titolarità e gestione delle relative attività, il rapporto, ancorché stipulato in forma contrattuale, integra concessione di pubblico servizio. Pertanto con riguardo alla controversia promossa da detto privato contro il comune, in via principale, per contestare la revoca della concessione e far valere pretese patrimoniali discendenti dall’eventuale riconoscimento della persistenza di essa, nonché, in via subordinata, per ottenere il pagamento di indennizzi e corrispettivi in caso di cessazione del rapporto, deve essere affermata la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo e la giurisdizione del giudice ordinario, rispettivamente, sulla prima e sulla seconda di dette domande, in applicazione dell’art.… ... Leggi il resto

Consiglio di Stato, Sez. V, 30 settembre 1988, n. 525

Norme correlate:
Capo 10 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990

Massima:
Consiglio di Stato, Sez. V, 30 settembre 1988, n. 525
L’art. 53 D.P.R. 21 ottobre 1975 n. 803 non prevede cause d’incompatibilità, per motivi di parentela o di affinità, fra sindaco e ufficiale sanitario (nella specie affini di primo grado in quanto suocero e genero) nella loro partecipazione “ragione numeris” alla commissione per i cimiteri.… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. Unite, 27 luglio 1988, n. 4760

Norme correlate:
Art 824 Regio Decreto n. 262/1942
Art 5 Legge n. 1034/1971

Riferimenti:
Cassazione civile, Sez. Unite, 27 luglio 1988, n. 4760
La concessione da parte del comune di aree o porzioni di edificio in un cimitero pubblico configura concessione amministrativa di beni soggetti al regime demaniale, indipendentemente dall’eventuale irrevocabilità o perpetuità del diritto al sepolcro. Pertanto, le controversie inerenti ad atti o provvedimenti relativi a tale concessione, che non attengono all’aspetto patrimoniale del rapporto, rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, ai sensi dell’art.… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. I, 16 febbraio 1988, n. 1672

Norme correlate:
Capo 18 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990

Riferimenti: Dir.eccl.1988; II; 187

Massima:
Cassazione civile, Sez. I, 16 febbraio 1988, n. 1672
Lo “ius sepulchri”, cioè il diritto alla tumulazione (autonomo e distinto rispetto al diritto reale sul manufatto funerario o sui materiali che lo compongono), deve presumersi di carattere non ereditario, ma familiare, in difetto di specifica diversa volontà del fondatore, e quindi considerarsi sottratto a possibilità di divisione o trasmissione a terzi non legati “iure sanguinis” al fondatore medesimo, mentre resta in proposito irrilevante la eventuale cedibilità prevista nel regolamento o nell’atto di concessione comunale.… ... Leggi il resto

Cassazione civile, 11 dicembre 1987, n. 9168

Norme correlate:
Capo 18 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990

Massima:
Cassazione civile, 11 dicembre 1987, n. 9168
Il diritto del coniuge rimasto in vita a traslare la salma del coniuge defunto dal luogo di sepoltura ad altro sepolcro, che è limitato solo da diversa volontà del defunto, non è in contrasto con la pietas verso i defunti, perché la coscienza collettiva cui tale sentimento fa riferimento, non recepisce negativamente, né disapprova la traslazione dei resti mortali per un seppellimento ritenuto ragionevolmente più idoneo e conveniente da detto coniuge superstite e dagli altri aventi diritto.… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. I, 16 marzo 1987, n. 2685

Norme correlate:
Capo 10 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990
Art 338 Regio Decreto n. 1265/1934

Massima:
Cassazione civile, Sez. I, 16 marzo 1987, n. 2685
Ai fini dell’indennità di espropriazione, un terreno posto nella fascia di rispetto di un cimitero può essere valutato in misura superiore a quella dei suoli agricoli, quando la zona sia inclusa nel perimetro urbano del comune di appartenenza, siano state frequentemente rilasciate costruzioni in deroga e per terreni analoghi risultino essere stati pagati prezzi non corrispondenti ad una sua destinazione agricola, considerato anche che il suolo può avere utilizzazioni diverse sia da quella agricola che da quella edificatoria (come parcheggio o giardino).… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. I, 25 febbraio 1987, n. 1988

Norme correlate:
Capo 10 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990
Art 338 Regio Decreto n. 1265/1934

Massima:
Cassazione civile, Sez. I, 25 febbraio 1987, n. 1988
Poiché l’art. 338 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 (t.u. leggi sanitarie) vieta di costruire o ampliare costruzioni nell’area di rispetto dei cimiteri ma non preclude altre diverse forme di utilizzazione dei terreni che si trovino in quella fascia, ai fini della determinazione dell’indennità di esproprio, un terreno compreso in tale zona di rispetto, non deve necessariamente essere valutato in termini di suolo agricolo, potendo il suo valore, quando ne ricorrano le condizioni, mutare in conseguenza di una possibile destinazione a scopi turistici (es.,… ... Leggi il resto

Cassazione civile, Sez. III, 21 gennaio 1987, n. 526

Norme correlate:
Capo 09 Decreto Presidente Repubblica n. 285/1990
Art 2051 Regio Decreto n. 262/1942

Riferimenti: Foro it.1987, I, 786

Massima:
Cassazione civile, Sez. III, 21 gennaio 1987, n. 526
Poiché la discrezionalità della pubblica amministrazione, nella vigilanza e nel controllo dei beni demaniali, è delimitata dal principio neminem laedere, è configurabile la responsabilità della p.a. a norma dell’art. 2051 c.c. per il danno cagionato al privato da un bene demaniale atteso che questo essendo nella custodia dell’amministrazione medesima, rientra nel suo potere di vigilanza e controllo, il cui mancato o negligente esercizio, presunto dall’art.… ... Leggi il resto

TAR Sicilia, Sez. II, 26 novembre 1986, n. 349

Norme correlate:
Art 823 Regio Decreto n. 262/1942

Massima:
TAR Sicilia, Sez. II, 26 novembre 1986, n. 349
Il pubblico Demanio è costituito da quei beni che servono al raggiungimento dei fini pubblici nel modo più diretto sicché, per impedire che vengano distratti dalla loro destinazione, l’art. 823 c.c. li ha assoggettati al regime della inalienabilità; detti beni, pertanto, non possono formare oggetto di negozi giuridici privati, traslativi ovvero costitutivi di diritti reali, altrimenti nulli per mancanza di oggetto idoneo, e sono incapaci di essere oggetto di possesso.… ... Leggi il resto