SEFIT, la Federazione dei gestori di cimiteri e crematori di area pubblica, ha reso noti alcuni dati statistici sulla diffusione in Italia della cremazione. Nel corso del 2001 le cremazioni in Italia sono aumentate più del previsto: nel totale passano a 36.031, con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. La cremazione cresce molto al Nord e, dove vi sono impianti, anche al Centro. Rispetto al totale delle sepolture la cremazione incide ora per il 6,6%, ma al Nord l’incidenza è prossima al 10%, mentre nelle grandi città dotate di crematorio non è infrequente che si superi il 20%. Milano, Roma e Genova sono le città col maggior numero di cremazioni, rispettivamente con 4.890, 3.592, 3.347. Le città con crematorio, con il minor numero di cremazioni sono: Cagliari, Palermo e Siena, rispettivamente con 90, 118, 169. La regione in assoluto dove si crema di più è la Lombardia (che è tra quelle meglio dotate di impianti di cremazione), con 9.484 cremazioni, seguita da 6 altre regioni: Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, dove si effettuano da 3.500 a 4.500 cremazioni l’anno ciascuna. Il numero dei crematori funzionanti in Italia è stabile. Difatti non se ne stanno costruendo di nuovi da un paio d’anni. Il temuto effetto del calo di cremazioni, paventato da taluni ambienti legati alle Società di Cremazione, per il passaggio del servizio da gratuito per il cittadino a pagamento dalla metà dell’anno scorso, conseguenza dell’applicazione della legge 26/2001, non solo non si è verificato, ma anzi si è registrato l’aumento della domanda. Ciò è dipeso sia dalla gradualità degli adeguamenti tariffari comunali, ma soprattutto dalla valutazione che la cremazione non è essenzialmente una scelta di sola economicità, bensì è determinata soprattutto da convinzioni personali e inoltre, sempre più spesso, dalla carenza di spazi cimiteriali.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.