[fun.news.311] Un nuovo volume sull’arte funeraria: Memorie di marmo

Dai cimiteri le testimonianze dell’arte di cavare e lavorare il marmo, mestieri e professionalità tramandate oralmente e che rischiano di scomparire con la scomparsa dei protagonisti ma che, fissate in una lapide tombale, non solo diventano arte funeraria ma anche testimonianza di tradizione, cultura, storia e lavoro, competenza e abilità. Maria Rosa Galleni Pellegrini è l’autrice del volume “Memorie di marmo. L’orgoglio del mestiere nella cultura popolare carrarese”, edito da Ceccotti. L’autrice lancia una proposta “con le esumazioni nel cimitero di Carrara si rischia che le lapidi vadano perse, perché allora non conservare le migliori presso il museo del marmo di Carrara, come espressione della cultura materiale?” I cimiteri locali, veri e propri musei all’aperto, sono ricchi di lapidi ispirate ai mestieri dei defunti, quasi sempre rappresentazioni semplici e modeste come gli ex voto, ma fresche e popolari e la Galleni è andata alla ricerca di queste immagini, dal cimitero monumentale di Marcognano a Turigliano, a quelli più piccoli dei paesi a monte. Ne è venuto fuori un libro di 150 pagine corredate da fotografie, note e bibliografia, per raccogliere scene di lavoro e di vita quotidiana, testimonianze fino ad oggi praticamente ignorate. Il volume apre con le lapidi ai caduti sul lavoro, illustra le icone marmoree, si sofferma sui “fiori recisi” ovvero i giovani scomparsi troppo presto.

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