Nei giorni scorsi al Cimitero Maggiore di Este due teschi sono stati dimenticati da chi ha azionato l’escavatore e sono rimasti esposti alla vista dei passanti. All’interno dell’area cimiteriale infatti è stato avviato qualche tempo fa il secondo stralcio dei lavori, su commissione del Comune, che dovrebbero liberare gli spazi per le future inumazioni. Durante gli scavi però, come spesso accade nell’area dell’Estense, sono emersi elementi in muratura di età romana e preromana che hanno richiesto l’intervento della Sovrintendenza delle Belle Arti. Mentre i lavori nel perimetro del cantiere sono proseguiti, la parte più vicina al viale centrale del cimitero è stata bloccata dal meticoloso esame degli archeologi che stanno pulendo e catalogando i reperti che sono tornati alla luce. Per arrivare allo strato più basso, quasi due metri sotto la superficie, sono naturalmente dovute entrare in azione le ruspe. Risultato: una montagna di terra alta quasi tre metri e lunga almeno una trentina, dalla quale spuntavano macabri reperti come pezzi di casse da morto, i due teschi e tanti frammenti di ossa umane piantati sul terreno. Ora le calotte craniche assieme ai frammenti di ossa che si potranno recuperare finiranno nell’ossario comune.
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