Passaggio ad un’Italia federalista con la definizione “necessaria e urgente” dei poteri e delle competenze tra Stato, Regioni e autonomie locali per dare effettiva attuazione al nuovo Titolo V della Costituzione. Dare avvio al piu’ presto, quindi, ai lavori della Commissione bicamerale per le questioni regionali “allargata anche ai rappresentanti delle assemblee legislative regionali”, per evitare l’eccesso di contenzioso tra Regioni e Corte costituzionale nelle materie di legislazione corrente. Sono due dei punti della “Dichiarazione di Venezia” approvata il 6 maggio 2002 dalla Conferenza dei presidenti dell’Assemblea, dei Consigli regionli e delle Province autonome riunita a Venezia a un mese dall’assemblea plenaria dei 1.000 consiglieri regionali che si terra’ il 6 giugno a Roma alla presenza del Capo dello Stato e del presidente del Consiglio. “I ‘paletti’ della proposta del ministro La Loggia sono estremamente rigidi, invasivi e lesivi della autonomia delle Regioni” ha precisato il coordinatore della Conferenza Riccardo Nencini sottolineando che, nell’ambito di questa autonomia “va ascritto anche il diritto delle assemblee regionali di adottare la denominazione di ‘parlamento’. Non e’ una questione meramente nominalistica ma rappresenta la volonta’ di un riconoscimento, a tutti gli effetti, di essere assemblea rappresentativa, espressiva di sovranita’ popolare. Per questo motivo si deve consentire alle Regioni di utilizzare per gli organi esecutivi regionali, ora chiamati giunte, la qualificazione di ‘governi’ e per i loro componenti quella di ‘ministri'”. La “Dichiarazione di Venezia” chiede inoltre l’attuazione del progetto governativo di devoluzione integrato pero’ con un federalismo fiscale che abbini competenze e autonomia impositiva alle Regioni “senza aggravio della pressione fiscale complessiva”, con la partecipazione della Regione alla elezione dei giudici della Corte costituzionale e con l’istituzione della “Camera delle Regioni”. Quarto punto, l’Europa. I presidenti dei Consigli regionali proporranno all’assemblea plenaria degli eletti un ruolo piu’ incisivo dei Parlamenti regionali (“continueremo a definirici cosi, perche’ ne abbiamo tutte le ragioni, nonostante la sentenza delal Corte costituzionale” ha ribadito Nencini) nelle istituzioni comunitarie e nella Convenzione europea. “Ogni Consiglio regionale – ha spiegato il presidente veneto Enrico Cavaliere – inviera’ al ministro Buttiglione specifiche proposte per la formulazine della futura Costituzione europea e promuovera’ forum regionali per divulgare ai propri cittadini i lavori della Convenzione. Proporremo inoltre che rappresentanti delle Regioni partecipino alle sedute dell’europarlamento quando si discutono materie di competenza regionale, cosi’ come e’ previsto nel modello belga”.
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