La Conferenza dei Capigruppo del Senato il 27 novembre 2012 ha deciso di rinviare in Commissione Finanze il ddl n. 3519 , ‘Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita’.
Nella seduta pomeridiana di giovedì 22 novembre 2012, i relatori, sen. Sciascia e sen. Barbolini, hanno illustrato il contenuto del provvedimento, nel testo proposto dalla Commissione Finanze, che non delinea una riforma organica, ma corregge aspetti critici del sistema tributario. Maggiore certezza normativa, fiducia nel rapporto tra fisco e contribuente, semplificazione degli adempimenti per favorire investimenti sono i principali obiettivi della delega, che dovrà essere esercitata entro sette mesi e prevede tra l’altro la riforma del catasto dei fabbricati, il riordino delle agenzie fiscali, la revisione del sistema sanzionatorio, del contenzioso e della riscossione degli enti locali.
Il Disegno di delega, all’esame dell’Aula del Senato da qualche giorno, avrebbe dovuto ricevere la fiducia del Governo tramite un maxi emendamento: ma, tutto è stato rinviato molto probabilmente a dopo Natale, al primo giorno utile dopo il via libera alla legge di stabilità e al bilancio. Il punto che di più ha fatto discutere il Governo e i capigruppo parlamentari è stato proprio l’articolo 3 del provvedimento, che delega l’Esecutivo ad attuare la riforma della disciplina antielusiva e a codificare l’abuso di diritto.
La scelta del rinvio ha suscitato molte polemiche e rammarichi da parte dei sostenitori del provvedimento, che ora temono di non avere il tempo sufficiente per mettere a punto i decreti attuativi della riforma entro la fine del mandato. Lo stesso sottosegretario all Economia, Vieri Ceriani, ha espresso il proprio disappunto commentando così: C’è qualcuno che pensa che senza delega fiscale possa avere le mani più libere per la campagna elettorale . Anche se poi dal Mef sono intervenuti altri commenti più morbidi sulla faccenda, il senso della questione rimane lo stesso: visto il punto in cui siamo, il rinvio del provvedimento viene letto come una questione più elettorale che tecnica.
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