[fun.news.187] Servizi pubblici locali: gare, gare, gare! Ora anche la gara a chi liberalizza di più!

Nonostante al senato il centro sinistra sia riuscito a far passare alcune modifiche all’articolo 26 della legge finanziaria, quello che riforma i servizi pubblici locali, alla camera l’Ulivo si appresta a lanciare una nuova battaglia di emendamenti. Pietra angolare del documento, dovuto in gran parte al lavoro di Adriana Vigneri, ex relatrice sulla riforma nella scorsa legislatura, e dell’ex ministro della funzione pubblica Bassanini, è che la liberalizzazione deve precedere la privatizzazione dei servizi. Affermazione che va di pari passo con l’altra: non vi è antitesi tra servizio pubblico e concorrenza. Partendo da questa base, se la maggioranza stabilisce che l’ente locale «persegue l’ obiettivo di separare reti e impianti dalla loro gestione», l’Ulivo afferma senza mezzi termini che nei servizi pubblici locali questa separazione «deve essere obbligatoria quando mediante quella rete o infrastruttura è possibile l’erogazione del servizio da parte di più soggetti». Altra questione di rilievo è l’indennizzo che il nuovo gestore del servizio deve corrispondere al vecchio per il trasferimento di eventuali dotazioni patrimoniali. Per il governo la cifra va stimata sul valore di mercato dei beni. Assolutamente contrario il centro-sinistra, che considera questo un regalo alle ex municipalizzate pagato con i soldi dei cittadini (attraverso le tariffe), o degli enti locali. Devono essere indennizzati, secondo l’Ulivo, solo gli ammortamenti residui degli investimenti effettuati. Per il centro-sinistra, poi, sia la gestione delle infrastrutture che la gestione dell’erogazione dei servizi sono da affidare a gare, anche se la proprietà di reti e infrastrutture deve rimanere pubblica. Secondo la maggioranza, invece, le gare per la gestione delle reti sono solo una delle ipotesi possibili. Anche sulle gare ci sono però differenze non trascurabili. Il testo del governo prevede che non vi possano partecipare società controllate da enti locali, l’Ulivo propone un doppio regime, aperto a tutti nel periodo transitorio, ma vincolato alle sole imprese che non abbiano ottenuto affidamenti diretti o concessioni senza gara non appena sia stata effettuata la liberalizzazione. Infine per il centro-sinistra i compiti di regolazione devono restare alle autorità indipendenti, come quella per l’energia, e non devono tornare ai ministeri.

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