Ora anche la cremazione – scelta da un terzo degli americani e da oltre la metà dei canadesi – è arrivata alla sua svolta ‘verde’.
Per arginare i problemi ai danni dell’ambiente derivanti dall’effettuazione di una cremazione standard, arriva ora l’idrolisi alcalina: un processo chimico a base di acqua definito dagli ideatori “bio-cremazione”.
Questo poiché sembra impieghi un decimo del gas naturale e un terzo dell’elettricità necessari per una cremazione standard. Con l’idrolisi alcalina si sostiene vengano abbattute di quasi il 90% le emissioni di C02 ed azzerate le emissioni di mercurio (perché otturazioni ed altri oggetti di metallo vengono recuperati intatti a fine processo) .
“Il pubblico a cui ci rivogliamo è composto dalle persone che comprano macchine ibride anziché normali” , spiega Paul Rahill, presidente della divisione cremazioni di Matthews International ‹MATW.O›. La società statunitense, con sede a Pittsburgh, Pennsylvania, ha in progetto il lancio commerciale della idrolisi alcalina a gennaio, in una funeral home di St. Petersburg, in Florida.
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