[fun.news.1049] Prime valutazioni su come il cambio della Costituzione può incidere per il settore funerario

Il 17 novembre, con il sì del Senato, è terminato l’iter parlamentare del Ddl di riforma della Carta fondamentale che riscrive l’assetto degli Organi costituzionali e la ripartizione della potestà legislativa tra Stato e Regioni. Sul fronte della ripartizione delle competenze normative tra Stato e Regioni, la legge di riforma riscrive l’articolo 117 della Costituzione, stabilendo nuovi equilibri tra “legislazione esclusiva” dello Stato, “legislazione concorrente” Stato-Regioni e “legislazione esclusiva” delle Regioni. Non avendo però la maggioranza espressa dalle Camere raggiunto i 2/3 richiesti dall’articolo 138 della Costituzione il Ddl potrà essere sottoposto – su richiesta dei soggetti legittimati ex articolo 138 – a referendum popolare confermativo. Per il settore funerario italiano, secondo Fogli (SEFIT) se venisse approvata con il referendum confermativo la modifica della Costituzione, si tratterebbe di un ulteriore cambiamento del quadro di riferimento. Difatti diventa dello Stato la potestà esclusiva in materia di norme generali per la tutela della salute, mentre alle Regioni, andrebbe in esclusiva l’assistenza e la organizzazione sanitaria. Importante è inoltre la possibilità dello Stato di valutare le norme regionali emanate in funzione dell’interesse nazionale, con una specifica procedura per la loro modifica, nel caso sussistano tali condizioni. Tradotto dal politichese per il settore funerario si potrebbe di nuovo avere un regolamento nazionale di polizia mortuaria, in versione “light”. Visto che il referendum confermativo è stimato si faccia a giugno del 2006, ogni cambiamento normativo con tale nuova impostazione non potrebbe che essere conseguente e quindi svolto nella prossima legislatura, con tempi anche abbastanza celeri, laddove si riprendesse il lavoro a suo tempo svolto in seno al Ministero della salute per la revisione del regolamento di polizia mortuaria nazionale e tenendo conto dei problemi applicativi che le legislazioni regionali che nel frattempo sono state emanate, hanno evidenziato.

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