Attività di Cremazione in Piemonte nel 2023. Rapporto regionale che esclude la possibilità di nuovi impianti

La regione Piemonte ha diffuso a fine 2024 in dati relativi alle cremazione effettuate nel proprio territorio.
Il rapporto, pubblicato on line, analizza i dati relativi agli impianti di cremazione e alle autorizzazioni alla cremazione rilasciate dai comuni nella regione Piemonte al 31 dicembre 2023, in adempimento a quanto previsto dalla L.R. 3 agosto 2011, n. 15.
La relazione si basa sul nono anno di rilevazione dell’attività crematoria attraverso un modulo online compilato da comuni e gestori degli impianti.
Il tasso di risposta da parte dei comuni è stato del 90,0%, rappresentando il 97,9% della popolazione piemontese.
Al 31 dicembre 2023, in Piemonte sono attivi 14 impianti di cremazione con un totale di 25 linee. Non sono previsti nuovi impianti.
L’impianto di Biella (1 linea), fermo dal 6 ottobre 2018 per motivi legali, ha ripreso l’attività a ottobre 2023.
Nel 2023, sono state effettuate un totale di 40.405 cremazioni negli impianti piemontesi (con una diminuzione del 10,4% rispetto alle 45.106 cremazioni totali effettuate nel 2022, anno in cui si è risentito ancora degli effetti pandemici, cui si è aggiunta anche un ondata di calore).
Le cremazioni vengono suddivise in tre categorie principali:
Cremazioni da cadavere: 32.408 nel 2023 (in calo dell’11,8% rispetto al 2022)
Cremazioni da estumulazioni ed esumazioni: 6.856 nel 2023 (leggermente aumentate dello 0,03% rispetto al 2022)
Cremazioni di resti ossei e parti anatomiche: 1.141 nel 2023 (in calo del 24,2% rispetto al 2022)
Nel complesso regionale nel 2023, il 80,2% delle cremazioni sono state da cadavere, e il 19,8% da resti (esumazioni, estumulazioni, resti ossei, parti anatomiche).

Nel 2023, il 52,6% delle cremazioni totali sono state di cadaveri di residenti in Piemonte, il 28,1% di cadaveri di non residenti, e il 19,8% da estumulazioni/esumazioni, resti ossei e parti anatomiche.
La scelta crematoria in Piemonte, basata sulle autorizzazioni rilasciate dai comuni, è del 39,2% nel 2023, in aumento rispetto al 36,0% nel 2022.
A fronte di 55.598 decessi avvenuti in Piemonte nel 2023, sono state autorizzate 21.794 cremazioni da cadavere e 3.518 cremazioni per esumazioni, estumulazioni e resti ossei.
La potenzialità annuale dichiarata dagli impianti nel 2023 è di 69.297 cremazioni.
L’attività effettiva nel 2023 è stata di 40.405 cremazioni, ben al di sotto della potenzialità dichiarata.
Nonostante un’alta mortalità in Piemonte (sopra la media nazionale), gli impianti attuali non hanno raggiunto i limiti di saturazione.
Solo gli impianti di Bra (CN) e Trecate (NO) hanno superato il potenziale/anno dichiarato basato su una gestione ottimale (escludendo sabati e festivi). Si precisa che Bra (CN) conteggia come cadaveri anche le estumulazioni con meno di 20 anni.
L’analisi sembra proprio confermare che le richieste di nuovi impianti o l’aggiunta di linee non apparirebbero necessarie. Eventuali istanze potrebbero essere considerate per l’adeguamento tecnologico di impianti obsoleti.
La regione Piemonte pare quindi disporre di un’infrastruttura di cremazione sufficiente a soddisfare la domanda interna e gestisce anche un volume significativo di salme provenienti da regioni limitrofe, in particolare Lombardia e Liguria.
Qualora tali regioni aumentassero le proprie dotazioni impiantistiche (cosa possibile, visto che a Genova si parla di un nuovo importante impianto da aggiungere a quello esistente e in Lombardia sono state autorizzate linee crematorie aggiuntive) si andrebbe verso una sovra-dotazione, almeno nel breve e medio termine, con ovvi disequilibri economico-finanziari principalmente per quegli impianti che hanno goduto fino ad ora di quello che in economia si definisce “effetto di traboccamento”, cioè l’incremento di domanda di un servizio pubblico locale in zone di confine.

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