Perché nuove regole sulle bare

Vi sono almeno 10 buoni motivi per cambiare le regole sulle bare:

1.Basta scorrere la raccolta parziale di norme fino ad ora effettuata che si perviene alla conclusione che la produzione di tali norme non ha seguito rigorosi criteri scientifici, ma che invece spesso si sono scimmiottate norme di altri, aggiungendo spesso prescrizioni non coerenti. E’ quindi necessario disboscare questa selva di norme e cercare la soluzione più corretta dal punto di vista delle effettive funzioni che ha la bara moderna.
2.Negli anni si sta assistendo ad un aumento considerevole degli spostamenti delle persone tra i vari Paesi e i diversi continenti. Ciò determina anche una maggiore probabilità di morire al di fuori dei territori di provenienza e quindi un maggior numero di trasporti funebri di lunga gittata, sia con auto funebri, sia con mezzi aerei. Le norme sui trasporti internazionali non sono adeguate alla nuova situazione che si è creata. Ora i moderni mezzi di trasporto funebre danno ampie garanzie. Gli auto funebri sono molto più veloci che in passato e ci permettono di effettuare lunghi tragitti in tempi rapidi. Gli stessi abitacoli (per il conducente e per il defunto), grazie ai progressi dei costruttori, sono sempre più isolati dal vano di deposito di un feretro (che dà ampie garanzie di impermeabilità). Le compagnie aeree oggi impongono di fatto degli standards per il trasporto aereo di bare, superiori a quelle degli accordi internazionali sui trasporti funebri;
3.La conservazione dei cadaveri prima del trasporto è svolta sempre più con il ricorso a tecniche di refrigerazione, che ritardano i processi di putrefazione. In diversi Paesi si utilizzano sistemi conservativi come la tanatoprassi;
4.I materiali di cui possiamo disporre oggi sono molto ampliati rispetto agli anni in cui vennero concepite le prime normative sulle bare (nell’Ottocento e nel Novecento);
5.Vi è una attenzione sempre maggiore da parte dei consumatori e delle pubbliche Autorità alle problematiche ambientali e alla sicurezza sul lavoro. Questo richiede bare che siano costituite di materiali il più possibile ecologici e rispettosi dell’ambiente e sempre più leggere;
6.Aumenta il ricorso alla cremazione. Attualmente in Europa la cremazione è prossima in media a valori del 40% e si stima che, nel volgere di una generazione, la cremazione nel 2020 sarà scelta in oltre il 50% dei casi. Le bare dovranno sempre più essere cremate e sempre meno essere inumate. Ben poche risorse in Europa sono destinate alla ricerca sulel bare;
7.Chi ha scritto in passato le norme sulle bare ha pensato soprattutto ad imballi per i corpi, capaci di garantire che nel trasporto non vi fossero problematiche per la salute pubblica. Occorre, invece, progettare le moderne bare e i loro arredi anche per l’insieme delle funzioni a cui servono e quindi per favorire la scheletrizzazione se un cadavere è inumato o tumulato (sia in maniera stagna che areata) e per minimizzare i problemi della combustione se è cremato;
8.I costruttori di bare, in 50 anni, sono passati da poco più che falegnami, con piccole produzioni annue, a vere e proprie industrie, in cui la dimensione delle fabbriche è sempre maggiore e gli investimenti occorrenti sempre più rilevanti. Ne consegue che diventa sempre più importante riferirsi a standards continentali, per garantire che le produzioni siano svolte su volumi sempre maggiori;
9.E per chi commercializza bare è importante avere garanzie che chi le produce assicuri il rispetto delle norme costruttive sui prodotti che vende, nonché sistemi certi di marchiatura e classificazione. Difatti chi vende non può assumersi oneri di mancata corrispondenza circa il prodotto venduto, se non sussistono specifiche tecniche di riferimento e al tempo stesso i compratori non possono contestare un prodotto non corrispondente tecnicamente a specifiche predeterminate in fase di vendita.
10.E’ venuto il momento di pensare a bare moderne che possano anche essere capaci di comunicare sensazioni per chi le sceglie.

Quali regole per le bare
Queste dieci considerazioni determinano la necessità di:
a) una normativa semplice per ogni Paese, possibilmente valida per l’intero continente europeo;
b) standards certi e certificabili di produzione, con la parallela identificazione di un marcatura uniforme, valida per l’intera Europa.
La conseguenza è che occorre una norma transnazionale (e quindi una direttiva europea in materia) e ciò determinerebbe implicitamente il superamento degli accordi sui trasporti funebri internazionali svolti all’interno dei confini della UE.
Gli standards di produzione
Circa gli standards di produzione, quelli francesi possono essere un utile riferimento, anche se sono troppo complicati e per un certo verso pure contraddittori con l’impostazione portoghese (una bara valida per la inumazione in Francia non è ammissibile per la inumazione e la cremazione in Portogallo). Difatti vi è una discrepanza tra i valori ammessi per la massa volumica di riferimento.
Si può optare per una via di mezzo tra la essenziale norma portoghese e quella molto dettagliata francese.
Come farli diventare degli standards europei?
Viene proposto di seguire la procedura a suo tempo seguita per la elaborazione della EN 15017 – sui Funeral Services, coinvolgendo i diversi attori: costruttori di bare e accessori, gestori di crematori, gestori di cimiteri, impresari funebri, consumatori.
E’ un progetto di lungo respiro, diciamo che può durare per 3-5 anni, dall’inizio, ma è la strada da percorrere e sulla quale è utile trovare le più ampie convergenze, in primis nella EFFS.
Una sorta di European Coffin Network, capace di influenzare la definizione delle nuove norme.

Nel frattempo si potrebbero introdurre i principi più rilevanti di questo lavoro nell’aggiornamento della EN 15017 sui Funeral Services, che è previsto a breve.

Fonte: Estratto dalla relazione introduttiva di Daniele Fogli al CWC del 27/3/2010 in Bologna

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