Appunti (e ricordi diretti) sulla duplice cassa
All’art. 30, comma 2 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e s.m. si legge: “… La cassa metallica, o che racchiuda quella di legno o che sia da questa contenuta, deve essere ermeticamente chiusa mediante saldatura e tra le due casse, al fondo, deve essere interposto … ”. Si tratta di disposizione abbastanza consolidata (era presente anche nelle norme più o meno corrispondenti, almeno dal 1° luglio 1943. Chi abbia occasione di presenziare ad esequie,
Traslazione di SS. Reliquie o semplice… trasporto mortuario?
Ma le SS. reliquie, quando constino di ossa umane o resti mortali, per un mica tanto fantasioso trasporto, magari il giorno della processione in onore del Santo Patrono, come debbono esser movimentate? Occorre l’autorizzazione al trasporto? di chi sono, in ultima analisi? Chi ne dispone? A quale persona (più facilmente giuridica) appartengono? Alla Chiesa forse? Essendo comunque spoglie mortali sono soggette al controllo della polizia mortuaria? Sorge il dubbio perchè ci è capitato di seguire,
Verifica feretro: se però nessuno controlla davvero…sanzioni inefficaci?
La circolare del Ministero della Sanità numero 24 del 24 giugno 1993 asserisce che la rispondenza del feretro alle prescrizioni stabilite dall’art. 30 del D.P.R. 285/90, nonché, in caso di decesso dovuto a malattie infettive diffuse, a quanto posto dagli artt. 18 e 25, e infine l’avvenuto trattamento antiputrefattivo, è certificato dal personale a ciò delegato dall’unità sanitaria locale del luogo di partenza unitamente alla verifica dell’identità del cadavere. Sull’onda del riformismo federale e caotico
Storia tecnico-giuridica del cofano funebre: tra forma e funzione – 3/3
Storia del cofano funebreStoria tecnico-giuridica del cofano funebre: tra forma e funzione – 1/3 Storia tecnico-giuridica del cofano funebre: tra forma e funzione – 2/3 Storia tecnico-giuridica del cofano funebre: tra forma e funzione – 3/3NEMO PROFETA IN PATRIA … ovvero come arrivare dopo, essendo partiti prima! Il 21 gennaio dell’anno 1991, mentre infuriava la guerra del Golfo, all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi due avventurosi imprenditori italiani del settore costruzione cofani funebri vengono invitati
Funerali… a “cassa aperta”?!!
Regione Puglia: è legittimo provvedere alla definitiva sigillatura del feretro, solo una volta giunti in cimitero, per la tumulazione? Per esteso: si possono celebrare i funerali a “cassa aperta”? Come prima chiosa di diritto funerario, va sempre tenuta separata e scissa la circostanza del trasporto di salma, rispetto a quella del trasporto di cadavere, sono, infatti, due istituti, di cui il primo altamente innovativo, governati in modo diverso, e, precisamente, dagli artt.10 e 10.bis L.
Lombardia: note chiose e commenti alle disposizioni sui trasporti salma – Parte II
Modalità di disposizione di trasporto di salma È necessaria la volontà espressa, si ritiene per iscritto, del familiare, che individua l’impresa titolata al trasporto della salma. La legge n. 22/2003, però, non precisa in quale forma la volontà di disposizione debba estrinsecarsi. È di rigore una precisazione: il trasporto salma a “cassa aperta”, se deliberato dal famigliare per un suo legittimo desiderio, è sempre riconducibile alla fattispecie del trasporto funebre, inteso come servizio a domanda
Lombardia: note chiose e commenti alle disposizioni sui trasporti salma – Parte I
Mentre aspetta la sua naturale revisione, dovuta alla nuova Legge, non cassata dalla Consulta, dopo l’impugnativa del Governo Il regolamento regionale attuativo n. 6/2004 dell’allora Legge n.22/2003 affronta la tematica dei trasporti funebri con gli Artt. 35, 39, 40 e 41. Cerchiamo, ora, di suddividere queste disposizioni in macro aree tematiche: Trasporti salma (Art 39 Reg. Reg. n. 6/2004): Ai sensi del paragrafo 7 Circ. n. 21/2005 il trasporto di salma dal luogo di decesso
Inumazione di infetti: quando usare la cassa di zinco o il cassone impermeabile esterno e rimovibile?
NdR: Questa breve analisi non vale per il confezionamento dei feretri CoVid-19 positivi, per i quali si applica unicamente la Circ. Min. Salute n. 818/2021 Nell’impiego delle casse destinate alla sepoltura entro loculo o nicchia muraria, per i trasporti da comune a comune oltre i 100 Km, oppure ancora per i trasferimenti di spoglie mortali da o verso l’Estero (esclusi i trasporti transfrontalieri normati dalla Convenzione di Berlino del 10 febbraio 1937) è consentito che
Cofani funebri: applicazione delle reggette e spessori massimi consentiti
Oggi parliamo di tecniche di costruzione e confezionamento di cofani funebri, esclusi, ratione materiae, i casi di feretri CoVid-19 positivi, per i quali vale la Circ. Min. Salute n. 818/2021, in via esclusiva e speciale. 1. La corretta lettura dell’Art. 30 DPR 285/90, nell’evenienza di trasporti internazionali, continua a suscitare perplessità. Spesso, alcune imprese sollevano la questione dell’utilizzo della valvola depuratrice (Art. 77 comma 3), molto più pratica ed efficiente, soprattutto, in sostituzione delle obsolete
Segmentazione del trasporto funebre? Ipotesi a confronto
Diverse filosofie tecniche e legislative hanno informato a sé interi impianti di ordinamento regionale di polizia mortuaria, e sarebbe davvero importante chiarire i rapporti tra la normazione locale, frutto di potestà legislativa concorrente, e quella di principio (residuale, purtroppo) statale. La Legge Regionale del Veneto, ad esempio, in molte sue parti, pare proprio prescindere dal D.P.R. 285/1990 abrogandone implicitamente interi Capi. Il panorama è molto fluido ed instabile, perché la recentissima pronuncia della Consulta con
Regione Lombardia – Regolamento n. 6 del 09/11/2004: come provvedere al trasporto salme?
Ad oggi, il DPR n. 285/1990 prevede, pur sempre, la possibilità per un defunto di essere trasportato prima che sia trascorso il periodo di osservazione, con le misure cautelative stabilite dall’articolo 17 e ad esclusione dei morti per malattie infettive (il morbo infettivo-diffusivo, quindi deve essere escluso a priori per poter autorizzare il trasporto a cassa aperta), previa autorizzazione del comune di decesso (tranne nei casi di morte sulla pubblica via e di feti (prodotti
Polizia Mortuaria: chi firma – davvero – le autorizzazioni? – 2/2
Rispetto ad altre attribuzioni a servizi del Comune presenti nel D.P.R. 285/90, l’ascrivibilità odierna di quest’ultime in capo ad unità, anche complesse, attualmente (si ripete, volutamente, questo concetto, seppure esso risalga al 13/6/1990!) titolate a rilasciare i rispettivi atti autorizzativi, risulta abbastanza chiara o, a volte, perfino lapalissiana (autorizzazioni al trasporto di cadavere, autorizzazioni alla cremazione, regolazione delle esumazioni/estumulazioni, ecc.). D’altra parte altrove è ben altrettanto chiara la titolarità unica sindacale (art. 10 D.P.R. 285/90
Polizia Mortuaria: chi firma – davvero – le autorizzazioni? – 1/2
Tutte le autorizzazioni, così come qualsiasi altro atto amministrativo, perfezionate da un soggetto non titolato ad accordarle non sono nulle, bensì annullabili perché viziate, appunto, da incompetenza, come sancito dalla Legge n. 241/1990 e successive modificazioni/integrazioni (art. 21 octies), mentre se la mancanza del necessario potere funzionale fosse assoluta l’atto sarebbe, invece, secondo almeno un certo filone della dottrina, addirittura inesistente ex art. 21-septies. Ma questa questione sullo stato “patologico” delle autorizzazioni al trasporto funebre
Polizia Mortuaria: il problema della “delega” a firmare le autorizzazioni
Secondo la giurisprudenza amministrativa (TAR Basilicata, 2 agosto 2005, n. 739; ma nello stesso senso, Cass. Civ. sez. II, 6 novembre 2006, n. 23622) va disattesa la lettura dell’art. 107, comma 5, per quale il rimando operato da tale norma all’art. 50, comma 3, comporterebbe la salvezza di tutte le pre-vigenti disposizioni (già emanate prima del 13 ottobre 2000, data di entrata in vigore del T.U.E.L.), che rimettono ai Sindaci la competenza ad emanare atti
Polizia mortuaria e principio della competenza territoriale, anche negli adempimenti di stato civile
Con l’entrata in vigore del D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396, può essersi percepita questa sensazione: la materia degli atti di morte è quella sfera di adempimenti che ha subito meno modificazioni rispetto alla normativa precedente, poiché anche i pur presenti mutamenti anno avuto portata principalmente nominalistica. In effetti, il tradizionale istituto del permesso di seppellimento è venuto meno, sostituito dall’autorizzazione all’inumazione od alla tumulazione o, distintamente, dall’autorizzazione alla cremazione, attribuita questa alla titolarità di
Art. 1 comma 7-bis Legge n. 26/2001: difficoltà applicativa dell’ultimo capoverso
L’art. 1 comma 7-bis del D.L. 392/2000 “Disposizioni urgenti in materia di enti locali”, convertito con modificazioni nella L. 28 febbrario 2001 n. 26 contiene una norma di interpretazione autentica di quanto stabilito nel comma 4 dell’articolo 12 del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 359, convertito a sua volta nella L. 440/1987 che disponeva, in via generale, la completa gratuità del servizio di cremazione per chi avesse optato di accedere a tale pratica funeraria, ancora
Fra trasporto salma “dilatato” e ragioni di mero businness
Nota di Redazione del 4 settembre 2020: “questo testo non vuole esser una volgare intemerata contro la filosofia funeraria della Regione Emilia-Romagna, che semmai, al contrario assurge ad exemplum, perché la L.R. n. 19/2004, con i relativi provvedimenti d’implementazione, spesso e volentieri si presta ad un esame “a rime parallele” con altre realtà giuridiche ed operative, sul territorio. Nulla quaestio per le case funerarie, le quali, tra l’altro, hanno ricevuto una forte legittimazione in diritto
Funerale per indigente ed assunzione degli oneri: a carico di quale Comune sorgono obbligatori?
Regge ancora per la categoria (numerus clausus) dei trasporti necroscopici, dovuti quale servizio d’istituto, tra cui, possiamo tranquillamente annoverare il funerale a carico per indigente, il riferimento all’art. 16, comma 1, lett.. b) D.P.R. 10/9/1990, n. 285? Infatti, con l’art. 1, comma 7.bis D.L. 27/12/2000, n. 392 convertito, con modif. nella L. 28/2/2001, n. 26 (in vigore dal 2/3/2001), il trasporto delle salme è sempre a pagamento anche quando i relativi feretri si trovino nelle
Emilia-Romagna: quali le distinazioni ultime per un feretro?
In Emilia-Romagna, ai sensi del combinato disposto tra l’ Art. 10 L.R. 29 luglio 2004 n. 19 e la seguente Determinazione del Responsabile del Servizio Sanità Pubblica, del 6 ottobre 2004 e s.m.i, il quale, sostanzialmente, riproduce lo stesso impianto normativo del Capo IV D.P.R. 285/90, richiamandolo espressamente, ll trasporto di cadavere è soggetto alla regola della “tipicità”. Un feretro, dal luogo in cui staziona per il periodo d’osservazione (tassativamente: servizio mortuario sanitario, abitazione privata,
Covid-19: trasporto a cassa aperta sì o no? Precisazioni.
Come sfortunato autore dell’articolo pubblicato su questo blog in data 10 aprile 2020, a commento della nuova Circ. Min. Salute del 8 aprile 2020 n. 12302, con molto tuziorismo interpretativo mi avvalgo, per non ingenerare inutile confusione aggiuntiva di un (parziale) diritto di rettifica, anche a seguito di una specifica circolare esplicativa emanata da Sefit cui, volentieri, soggiaccio, per il noto principio di gerarchia! Allora: l’assunto da cui muovevo nella mia analisi ermeneutica era il
COVID- 19 Nuova Circ. Min. Salute: le principali novità sul trasporto a cassa aperta.
Fonte: sito ufficiale Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri. Questa notizia, da qualche ora, rimbalza sul web e sui principali social network: Informiamo che, in data 8 aprile 2020, il Ministero della Salute ha emanato una ulteriore Circolare, la n.12302, che sostituisce la n.11285 dell’1 aprile 2020. La nuova Circolare presenta due modifiche, una alla lettera B punto 4, l’altra alla lettera D punti 5 e 8 rispetto alla precedente, ora interamente sostituita. Queste, in sostanza,
COVID-19 : Indicazioni operative per personale necroforo sul confezionamento del feretro (parte I)
Mentre ribadiamo che il quadro normativo applicabile è quello rappresentato dalle norme del D.P.R. 285/1990 e da quelle specifiche regionali in tema, in coordinamento con le indicazioni delle A.usl, si sono voluti rendere edotti i nostri Lettori di alcune considerazioni emerse a seguito dell’emergenza e che richiederebbero un intervento da parte del Governo onde evitare disomogeneità regionali, ma pur sempre nel rispetto delle diverse situazioni locali con riferimento ai tassi di mortalità, alla disponibilità di
Lombardia: la visita necroscopica NON è più a titolo oneroso.
Anche se un po’ in ritardo, pubblichiamo questa notizia di grande interesse e valore didattico. In data 15 gennaio 2020, la Regione Lombardia, tramite la direzione generale del welfare e dalla prevenzione con il protocollo G1.2020.000.1502 ha trasmesso a tutti i direttori generali delle ATS e delle ASST una circolare esplicativa in cui si si precisa come a far data dal 1 febbraio 2020 l’effettuazione della visita necroscopica da parte del competente medico non
Trasporti a “cassa aperta” anche fuori Regione?
Si presenta il seguente caso: viene richiesto il trasporto in bara aperta dalla Regione Lombardia, precisamente Comune di C., alla Regione Emilia Romagna, precisamente P. In tali Regioni sono stati approvati due Regolamenti che permettono il trasporto in bara aperta; nella fattispecie essendo C. e P. in due Province confinanti, se pur appartenenti a due regioni diverse, il trasporto in bara aperta da C. a P. può essere autorizzato? Premesso che il trasporto in bara
Ancora sulla formalina ex art. 32 D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285
In questo breve studio cercheremo di concentrarci sull’unico trattamento conservativo, anche se di natura palliativa, specificamente contemplato dall’attuale disciplina di polizia mortuaria: ossia la siringazione del cadavere con 500 c.c. di formalina, soprattutto in prospettiva dell’attesa riforma che introdurrà, anche in Italia, nuovi e più complessi interventi antiputrefattivi come la tanatoprassi e l’imbalsamazione oggi lacunosamente regolata dagli Artt. 46 e 47 DPR 10 settembre 1990 n. 285. Un vasto fronte, composto d’esperti ed addetti ai
Art. 1 comma 7-bis Legge n. 26/2001: come si configura il disinteresse? (profili giuridici a confronto)
Cara Redazione, Scriviamo da un Comune Lombardo (ma il caso, docendi causa, è estensibile a tutti gli Enti Locali Italiani che si cimentino in una novella riformatrice del proprio strumento regolamentare, la cui centralità, nei rapporti con l’utenza del servizio funerario è sempre più dirimente.) Siamo in fase di delibera ed approvazione e del nuovo regolamento comunale di Polizia Mortuaria. Non è però chiaro quanto citato nel Regolamento Regionale n. 6/2004 agli artt. 12 comma
C’era tanto tempo fa: il profilo funzionale del medico necroscopo.
I problemi, oggetto di questo breve saggio, possono essere correttamente scrutinati solo se affrontati muovendo da lontano, da momenti storici ormai molto risalenti nel tempo. Dunque: c’era una volta … La presenza dell’Ufficiale sanitario previsto dal T.U. Leggi Sanitarie era prescritta, nella pianta organica dei Comuni, per i Comuni con popolazione legale oltre 20.000 abitanti (negli altri, le relative funzioni avrebbero potuto essere affidate ad uno dei medici di libera professione con cui il Comune
A chi spetta definire l’entità dei diritti fissi e della declaratoria sulle tariffe di polizia mortuaria?
Il Consiglio di Stato, Sez. 5^, con sent. n. 901 del 25/2/2014, è intervenuto sulla competenza organica in materia di fissazione delle tariffe comunali, affermando come l’art. 32, lett. g), legge 142/1990 [ora art. 42, comma 2, lett. f), d.lgs. 267/2000] assegna all’organo consiliare la disciplina generale delle tariffe per la fruizione di beni e servizi. Pertanto, la riserva di competenza al Consiglio comunale concerne la sola fissazione, a mezzo di regolamento, dei criteri essenziali
Una voce fuori dal coro: e se il trattamento antiputrefattivo fosse ancora utile?
La formalina è sostanza tossica, mutagena, potenzialmente cancerogena e rallenta notevolmente, quando proprio non inibisce, i naturali processi disgregativi della materia organica morta, eppure è ancora largamente impiegata presso le strutture di medicina legale, soprattutto per la conservazione dei reperti anatomici. Oggi, quasi tutte le Regioni che abbiano legiferato in materia funebre disapplicano (ma non abrogano!) l’obbligatorietà dell’iniezione di formalina nelle cavità corporee del cadavere, lasciandola, implicitamente, in vigore solo per i trasporti internazionali, per
L’impresa funebre in solo regime di D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285: profili normativi
Nell’inerzia colpevole del Parlamento, quasi tutte le Leggi Regionali, forse anche illegittimamente, dettano ormai precisi standards gestionali e formativi, per il personale necroforo in servizio presso le imprese di estreme onoranze, al fine dell’esercizio dell’attività funebre, di solito declinata in cinque grandi filoni: 1) disbrigo pratiche amministrative (richiesta delle necessarie autorizzazioni, e interfaccia tecnico-strumentale con gli organi pubblici di polizia mortuaria) 2) somministrazione di casse funebri in primis, ma anche di altri prodotti ad
La legittimità del diritto fisso sulle autorizzazioni al trasporto funebre: esperienze regionali.
Un Comune, sede di un importante ospedale, chiede un parere motivato circa la legittimità di pretendere un rimborso delle spese di istruttoria per le autorizzazioni di polizia mortuaria (trasporto, tumulazione…), alla luce della normativa vigente. L’Ente Locale specifica, in particolare, che l’autorizzazione al trasporto dei feretri all’esterno del territorio comunale comporta una notevole attività amministrativa da parte del personale del Comune stesso. Si formulano, pertanto, le seguenti considerazioni di diritto. L’art. 23, D.P.R. n. 285/1990,
Lombardia e Veneto: conflitti ed antinomie sul trasporto “a cassa aperta”: procedure a confronto.
Il caso spinoso in esame ha il merito di enucleare il problema “atroce” della relazione complessa e contraddittoria fra norme regionali in materia di polizia mortuaria nel caso di persone decedute che siano traslate fra più Comuni di Regioni diverse dal momento del decesso a quello del seppellimento o cremazione. Nella fattispecie concreta si è verificato un decesso nella regione Lombardia, ma – ancora nella fase di osservazione – il deceduto è stato traslato in
Trasporto e sepoltura di nati morti e prodotti abortivi: quale veicolo e quali contenitori impiegare?
Pervengono a questa Redazione complessi quesiti su una materia alquanto spinosa e poco trattata, forse per la sua rarefazione: Il trasporto di un infante nato-morto, così come dichiarato all’Ufficiale di Stato Civile, con relativo certificato ex art. 37 D.P.R. n. 396/2000, deve essere sempre espletato da un’impresa funebre con apposito veicolo, o può essere effettuato direttamente dai genitori con un mezzo proprio? Analogamente, i prodotti abortivi o del concepimento per i quali sia richiesto egualmente
Emilia-Romagna: funerali a prezzi calmierati: una soluzione che non funziona!
Sia consentito affrontare lo spinoso problema in termini abbastanza formali e giuridici. L’art. 16 comma 1 lett. b) D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285 è stato implicitamente abrogato (fatta salva, forse, la fattispecie resuduale del trasporto necroscopico) in conseguenza dell’art. 1, comma 7-bis, terzo periodo, D.-L. 27 dicembre 2001, n. 392, convert. in L. 26 febbraio 2001, n. 26) che prevede come il traporto deldei defunti sia generalmente a pagamento, secondo una tariffa stabilita dall’autorità
Funerale per indigente: chi e quale Comune paga?
Cara Redazione, Il Comune di X richiede al Comune di Y di rifondere le spese funerarie sostenute, in quanto ha provveduto al trasporto della salma della Sig.ra V. residente in Y e deceduta in X ,dal luogo del decesso al cimitero dello stesso Comune per l’inumazione, documentando che tale rimborso deve essere effettuato in virtù della legge n. 6972 del 1890, facendo riferimento quindi al “domicilio di soccorso”. Questa formale istanza non mi sembra
TANATOPRASSI D’Oltralpe: i consigli di un esperto.
Vi proponiamo una serie di piccoli trucchi ed astuti stratagemmi che potrebbero esser utili all’operatore funebre nei momenti d’empasse, quando e se anche in Italia si diffonderanno i servizi di tanatoprassi ed imbalming, come fenomeni di massa. Il primo comandamento consiste nel nutrire sempre grande fiducia verso le proprie capacità e nelle tecnologie per il post mortem su cui, oggi, il mondo delle estreme onoranze può contare; d’altra parte chi si ricorda o ricorre ancora
L’onerosità del servizio necroscopico a carico dell’erario comunale
Prima di addentrarci in medias res, è consentanea ed opportuna una rapida classificazione del servizio necroscopico obbligatorio per ciascun comune (si vedano anche, tra l’altro, il D.M. 28 maggio 1993, l’Art. 3 comma 1 lett. a) n. 6 D.Lgs n.216 del 26 novembre 2010, l’Art. 21, comma 3 L. 5 maggio 2009, n. 42) : Con tale termine, derivante dall’antica lingua greca, si contemplano, in genere, i servizi pubblici locali dovuti per compito istituzionale, quindi
In obitorio da oltre 15 giorni; salma in giacenza non richiesta: possibili conseguenze procedurali alla luce dell’art. 72 comma 3 D.P.R. n.396/2000
Cara Redazione, Scrivo dal Comune di… X.Y.Z. Solo oggi ho appreso dalla Direzione Sanitaria del locale Ospedale che circa 15 gg. fa è deceduta una persona, residente in “carcere” di altro Comune, di cui nessuno reclama la salma. E’ un cittadino italiano. Non avendo la Direzione sanitaria denunciato il decesso tempestivamente, deve essere avvisata la Procura della Repubblica? A chi compete fare accertamenti per ricercare eventuali parenti? Essendo costui materialmente “residente” in altro Comune, può
Stato Civile & Polizia Mortuaria: il problema e la procedura del “Giunto Cadavere” alla luce del D.P.R. n.396/2000: quali le competenze?
L’art. 1 della Legge 29/12/1993 n. 578 (Norme per l’accertamento e la certificazione di morte), recita: “la morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”, tale legge stabilisce inoltre i metodi per l’accertamento di morte, gli obblighi per i sanitari, i tempi di osservazione dei cadaveri e le sanzioni inflitte nel caso in cui non venga rispettata la suddetta normativa. Il permesso/licenza di seppellimento… non esiste più, almeno dal 30
Verbale sul corretto confezionamento del feretro in capo all’addetto al trasporto: dichiarare il falso costa caro!
Ormai quasi tutte le Regioni che abbiano affrontato compiutamente, anche se in modo disordinato e disomogeneo, la riforma dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali, demandano all’addetto al trasporto funebre la responsabilità, prima di spettanza sanitaria ex Paragrafo 9.7 Circ. Min. 24 giugno 1993 n. 24 esplicativo dell’art. 30 D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285, di controllo sul corretto confezionamento del feretro. In Emilia-Romagna (il caso di specie in esame, ormai generalizzato, è estensibile anche al
Ospedali e case di cura: la vestizione dei defunti può esser a titolo oneroso?
Piglio spunto, nella stesura di questo articolo, da una controversa norma regionale. L’art. 8, comma 10 Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 7/R dell’8 agosto 2012 (Regione Piemonte, cioè l’unica ad ora ad aver, seppur a sproposito, legiferato sulla materia) considera, infatti, limitatamente ai casi di decessi in strutture sanitarie o di ricovero, come questi nosocomi possano provvedere (con il consenso dei familiari) alla vestizione e composizione del defunto, tra l’altro a titolo oneroso,
Certificato necroscopico: quale contenuto minimo?
Cara Redazione, nella mia zona, il medico necroscopo, forse per prudenza, non firma il relativo certificato se prima non ha consultato la Scheda Istat, in caso contrario minaccia di richiedere il riscontro diagnostico (https://www.funerali.org/polizia-mortuaria/autopsia-giudiziaria-e-riscontro-diagnostico-quali-differenze-di-fondo-45226.html). E’ legittima questa prassi? A me, francamente, sembra assurda! ************************ Dopo la Legge di Revisione Costituzionale n. 3/2001, implementata, poi, dalla Legge ordinaria n. 131/2003 in forza delle quali, trattandosi la polizia mortuaria di materia anche a rilevanza sanitaria, la normativa
Autopsia giudiziaria e riscontro diagnostico: quali differenze di fondo?
L’ordinamento giuridico italiano, innanzi tutto, protegge il cadavere, che non è mai res nullius o peggio ancora res derelicta, quale oggetto del sentimento di pietà provata dai vivi, non in quanto soggetto di diritti o di altri legittimi interessi, perché la persona fisica cessa di essere un soggetto giuridico titolare di diritti con la morte. Il Cod. Penale contempla norme inerenti ai delitti contro la pietà dei defunti: artt. 407, violazione di sepolcro, 408, vilipendio
Licenza di seppellimento e autorizzazione al trasporto di feretro: è possibile rilasciarli in un unico documento?
Cara Redazione, Nella polizia mortuaria, seppur nominalmente, (è, infatti, importante rimarcare la “post-maturità” e l’inadeguatezza, del D.P.R n. 285/1990 quando attribuisce particolari e specifiche mansioni agli organi della macchina comunale, senza considerare il nuovo assetto di responsabilità nei plessi dell’amministrazione dettato dalla Legge n. 142/1990) il Sindaco si troverebbe ad agire nella duplice veste di ufficiale dello stato civile e di autorità sanitaria locale. Pertanto, seppure le due autorizzazioni siano atti distinti, previsti da due
Attività necroscopica e sua natura giuridica. – Medico necroscopo e medico curante: diversità di funzioni.
Premessa: L’art. 4 d.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 individua la figura del medico necroscopo quale medico “nominato” dall’ASL, in via generale (comma 1), prevedendo altresì che negli “ospedali” le relative funzioni spettino al direttore sanitario o medico da questi delegato. Si rappresenta la distinzione linguistica, assai importante, sotto il profilo giuridico, tra “nomina” (comma 1) e “delega” (comma 2). Per quanto attiene al termine “ospedali” occorre fare riferimento alla legge 12 febbraio 1968, n.
Tanatoprassi già operativa…ma solo sugli stranieri? – Legislazioni a confronto.
Gli atti di disposizione sul proprio corpo, nel solco dell’Art. 5 Cod. Civile,con particolare riferimento alle scelte afferenti alle pratiche funerarie e sepolcrali (ammesse dalla Legge), attengono ai diritti della personalità, per i quali, nell’evenienza di defunto straniero, la legge italiana opera rinvio alla legge nazionale cui la persona, quando ancora in vita, soggiaceva, rimando che oltretutto era presente anche nelle norme di diritto internazionale privato previgenti (articoli da 17 a 31 Disposizioni sulla legge
Sanzioni sui trasporti funebri irregolari: chi le eleva e chi incassa i relativi importi?
Spesso si dibatte ancora sulla competenza territoriale nell’elevare e riscuotere eventuali sanzioni per i trasporti funebri non a norma. La riflessione degli studiosi sul fenomeno giuridico della polizia mortuaria si attesta ormai all’unanimità si questa posizione: mentre l’erogazione delle sanzioni, anche ai sensi dell’Art. 17 DPR 285/90 è, di solito, compito delle AUSL, poiché sono esse a vigilare sui trasporti stessi la legittimazione su base distrettuale e, quindi, “geografica” ai introitare le corrispondenti somme sorge
I diritti fissi sulle autorizzazioni al trasporto funebre
Molte legislazioni regionali considerano, ormai, il trasporto funebre come una libera espressione di imprenditorialità, sottoposta, tuttavia, a causa della sua intrinsecamente insopprimibile natura di pubblico servizio, ad un doppio controllo molto intrusivo e penetrante affinché l’azione delle imprese funebri si sviluppi sempre in un quadro di legalità e regole certe. I due requisiti di cui le imprese dovranno dimostrare il possesso congiunto sono (o, in prospettiva, saranno): L’autorizzazione generale all’esercizio dell’attività funebre e, quindi, anche
Attività congiunta vs attività disgiunta e regime dei trasporti necroscopici in Emilia Romagna.
Il ciclo produttivo dell’impresa funebre si configura come un servizio complesso di prestazioni e forniture che concretamente si risolvono: Nello svolgimento del mandato tipico dell’agenzia d’affari di cui all’art.115 TULPS n.773/1931, Nella somministrazione di cofano mortuario dei suoi accessori e di eventuali arredi; Nel trasporto, propriamente detto, che chiude l’attività funebre. Ormai l’impresa esercita anche funzioni pubbliche quali l’attestazione dell’identità del cadavere ed il controllo, sotto propria responsabilità, sul corretto confezionamento del feretro come avviene
Chi deve rimuovere il pace-maker nei cadaveri destinati a cremazione?
La questione su chi possa, o debba, effettuare l’asportazione dello stimolatore cardiaco è ancora piuttosto controversa, la Regione Lombardia, ad esempio, aveva prvisto di emanare, a tal proposito, un decreto dirigenziale ai sensi dell’ Art. 10/2 L.R. 22/2003 (Modalità e casi in cui effettuare rimozione di protesi di salme destinate a cremazione) ora confluita nel Testo Unico delle Leggi Sanitarie Regionali La stessa regione Lombardia, con il paragrafo 6 della circolare n. 7 del 9