«Avete 60 giorni di tempo per difendere la vostra azienda e i vostri clienti». Così è titolato un volantino che l’Assovotivi sta inviando a tutti gli artigiani-artisti del marmo specializzati nella produzione di monumenti funerari e loculi. Un invito alla contestazione dell’indirizzo che molte amministrazioni comunali stanno adottando in materia di cimiteri, così da renderli razionali, limitare le spese sia per i parenti del defunto, sia per la manutenzione. Quindi giungere a un’ultima dimora quasi uguale per tutti. Logico, si afferma nel volantino, che questa strada porterebbe via il lavoro e la clientela a quei marmisi che si sono specializzati nell’arte funeraria. A costoro l’Assovotivi consiglia di controllare l’attività della propria amministrazione comunale e, in caso di una simile delibera, di intervenire entro sessanta giorni per impugnarla. Insomma, si punta ad arrivare al cimitero standard, tipo quello a prato, americano. Ma allora tutta l’arte che è stata espressa nei monumenti funebri, che futuro avrà? Queste le domande e le difese della categoria dei marmisti.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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