Sempre meno preti e sempre più funerali.
La diocesi di Vicenza corre ai ripari e per alleggerire il lavoro dei propri sacerdoti fa ricorso ai “ministri della consolazione”, laici che dopo un apposito ciclo di lezioni (tenute da un sacerdote, un teologo, un liturgista e uno psicoterapeuta) potranno sostituire i sacerdoti nelle esequie.
Il funerale continuerà ad essere celebrato dai religiosi, ma i “ministri della consolazione” potranno fare le veci dei prete nella veglia, nel rosario prima della messa e nelle preghiere che chiudono il rito al cimitero. Ai corsi si sono già iscritte una sessantina di persone.
A proposito di riti funebri – e sempre nel vicentino – un parroco ha informato la popolazione che il caro estinto rischia di vedersi negare l’ultimo saluto se i famigliari decidono di tenere le ceneri in casa o – peggio – di spargerle al vento anziché portarle al cimitero. L’annuncio è chiarissimo: “La Chiesa invita di portare sempre i defunti nei cimiteri. In caso contrario si potrebbe rifiutare la liturgia funebre”.
Un monito che – come era evidente – ha destato perplessità e scatenato le polemiche, anche politiche sostenendo che chiunque ha diritto al funerale, indipendentemente dalla destinazione finale delle ceneri.
Ora la “palla” passa all’esame della conferenza episcopale che dovrà dire la sua.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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