[Fun.News 1911] 7 dipendenti dei cimiteri comunali di Genova denunciati per una serie di reati di vilipendio a tombe e cadaveri

Sette dipendenti comunali, quattro tumulatori e tre ispettori, sono stati denunciati dai carabinieri del comando provinciale di Genova per avere sistematicamente e per anni depredato i cadaveri esumati di protesi dentali e ortopediche, anelli e monili lasciati loro addosso dai parenti. I reati contestati sono vilipendio di tombe, sottrazione, distruzione e soppressione di cadavere, peculato, furto di arredi di interesse storico ed artistico, con l’aggravante di essere stati commessi in un luogo di sepoltura. I sette, tutti in servizio presso il cimitero monumentale di Staglieno a Genova, secondo i militari che hanno depositato presso la procura della Repubblica di Genova una dettagliata informativa, erano soliti rubare anche materiali pregiati, come marmi e arredi, nonchè statue e fregi.

Secondo le notizie che trapelano sull’indagine i 7 dipendenti infedeli avrebbero riciclato protesi dentali, anche non d’oro, protesi ortopediche di leghe pregiate (come di titanio) e zinco di bare. il caso ha subito assunto un rilievo nazionale e di esso si stanno già occupando giornali locali e nazionali e notiziari televisivi.

Il materiale rimosso dalle salme veniva suddiviso in bacinelle e stoccato all’interno degli armadietti dei tumulatori. Le dentiere, secondo i militari, erano acquisite in blocco da un ex dipendente dei servizi cimiteriali del Comune. Questi si recava con la moglie nella zona di Staglieno – dove sono sepolti anche alcuni suoi parenti – e passava le buste contenenti denaro all’ex collega in cambio degli oggetti sottratti ai morti. Le protesi ortopediche seguivano un «iter» più complicato. Ciascun impiegato del comune conosceva personalmente singoli acquirenti. I militari avrebbero fotografato lo scambio di denaro e protesi, annettendo all’informativa anche un dossier fotografico. Un’altra fonte di guadagno proveniva, secondo i militari, dalla riduzione delle bare originarie nei loculi in bare di zinco di forma contenuta ("sogliola"), senza attendere la scheletrizzazione come previsto dal regolamento, così da ricavare maggiore spazio, che assicuravano dietro compensi ‘in nero’ chiesti ai parenti dei defunti desiderosi di trovare un posto al cimitero. Una vera e propria serie di orrori, che denota l’abbrutimento di questi soggetti. Si ricorda che l’indagine ha avuto la piena collaborazione dell’Amminsitrazione comunale.

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