Nel suo scritto, “Il punto” su I servizi demografici n. 3 del 2008, Sereno Scolaro, attuale Responsabile della SEFIT, si domandava pubblicamente, a proposito della possibilità di elaborazione di una nuova normativa per il settore funerario italiano:
“ … andrebbe posta la domanda se la rappresentanza (una federazione di settore NdR) costituisca rappresentanza di un complesso di interessi, magari anche con mediazioni, oppure se posizioni singolari prevalgano, e condizionino, la rappresentanza. Nella seconda ipotesi, è ben difficile prevedere che le strutture di rappresentanza possano essere tali e, bene o male, contribuire ad una crescita della categoria. L’irrigidimento delle posizioni non aiuta il raggiungimento degli obiettivi. .. omissis .. Se si può considerare TAN Expo 2008 un appuntamento irrinunciabile, la manifestazione non può essere solo un momento commerciale, ma anche l’occasione per un confronto costruttivo tra i diversi attori.
” A queste parole hanno fatto seguito gli avvenimenti della tre giorni bolognese A TANEXPO nel primo dei 3 convegni collaterali alla Fiera, si sono costruttivamente confrontati i rappresentanti di SEFIT, Assocofani, Federcofit e Feniof. E Feniof ha annunciato che a breve presenterà alcune osservazioni e proposte per ridiscutere l’ormai famoso documento di principi comuni condivisi, che negli intenti degli estensori dovrebbe essere una sorta di linee guida su cui costruire le proposte al mondo politico per la revisione della normativa di settore, una volta insediato il nuovo Parlamento.
Nel secondo, sulla cremazione, quest’ultima è stata sdoganata pienamente anche dalla Chiesa italiana, pur con i distinguo (contrarietà alla dispersione e all’affidamento delle ceneri).
Però alcune intemperanze (in cui si sono saldati diversi interessi, anche di produttori, oltre che di un impresario funebre) hanno evidenziato come sia ancora difficile l’accettazione di questa pratica funebre in Italia tra taluni operatori, esprimendo posizioni di convinto contrasto alla cremazione.
Nel terzo convegno, che doveva trattare del modello europeo di riferimento per l’organizzazione dei servizi funebri, si è invece appalesata di nuovo la contrapposizione tra pubblico e privato in Italia e con toni che fanno tornare alla mente la situazione di almeno un decennio or sono.
Forse ha influito il clima pre elettorale, o forse la crisi economica che sta mordendo o ancora gli umori dei protagonisti.
Di certo, ora, la FENIOF dovrà tener conto che per sedersi ancora attorno ad un tavolo le altre 3 (o 4, contando anche la FIC) federazioni si aspettano proposte che non siano irricevibili. Altrimenti aveva ragione chi, nello scrivere “il punto”, palesava il rischio che a prevalere fossero posizioni di qualche singolo a scapito della rappresentanza di una categoria.
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