[fun.news.1525] Negli obitori almeno 337 cadaveri ignoti

Sono 337 i cadaveri non identificati censiti in tutta Italia dal commissario straordinario del governo per le persone scomparse, prefetto Rino Monaco. Il censimento, ha spiegato Monaco, è stato fatto presso i comuni, le Asl e gli istituti di medicina legale, anche se finora le risposte sono state molto parziali: solo 4 su 36 istituti di medicina legale hanno fornito informazioni utili, mentre due terzi dei comuni non hanno ancora risposto.

 

"L’obbiettivo del censimento – ha osservato il commissario straordinario – è avere tutti i dati disponibili dei cadaveri per incrociarli con quelli degli scomparsi, in modo da pervenire alle identificazioni". Nel corso di questa attività c’è stata la prima identificazione di un cadavere che giaceva dall’aprile del 2001 nelle celle frigorifere dell’obitorio di medicina legale di Pisa.
Ecco i dati di dettaglio.
Sono 2642 le persone scomparse nel 2007 e nel gennaio del 2008.
Più di sei, in media, ogni giorno.
Da quando al Viminale esiste una banca dati dedicata (nel 1974), le persone di cui è stata denunciata la scomparsa sono 25.567.
Negli obitori, negli istituti di medicina legale, nelle camere mortuarie o anche nei cimiteri del Paese, ci sono 337 cadaveri non riconosciuti. E, spiega il prefetto Gennaro Monaco, la cifra destinata sicuramente a crescere:
"Ha risposto alla nostra richiesta di informazioni solo un terzo circa dei comuni, e solo 4 su 36 istituti di medicina legale".

 

Dalle parziali risposte ricevute, risulta che il maggior numero di cadaveri ‘ignoti’ è conservato nel Lazio (48), in Puglia (47), in Veneto (42), in Lombardia (41), in Sicilia (31), in Toscana (25), in Piemonte (24). "Abbiamo avviato un monitoraggio sui cadaveri non identificati negli obitori, nelle camere mortuarie, nelle celle frigo degli istituti di medicina legale delle Università, ma anche nei cimiteri", spiega Rino Monaco. "Oggi le informazioni sono sparpagliate", afferma. Una mancanza di coordinamento che il commissario vuole colmare: "Il passo successivo sarà far circolare una scheda, compilata da un medico legale e contente tutte le informazioni biometriche sulla salma, per permettere il confronto con le dichiarazioni di scomparsa". Inoltre, Monaco lavora per creare un ‘protocollo operativo’ per affrontare i casi di scomparsa.

 

La gran parte dei casi viene classificata come ‘allontanamento volontario’: sono il 59% (1554 persone). Del 31% non si conosce la ragione. Di 237 persone (l’8,9%) si sono perse le tracce per possibili disturbi psicologici. "Aumenta – sottolinea Monaco – il numero malati di Alzheimer, di persone con disturbi psicologici che si allontana da casa e non torna più". In 30 casi, invece, la scomparsa è legata ad un reato.

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