Vescovo di Piacenza diffonde i contenuti della Istruzione vaticana su cremazione e ceneri

Questo articolo è parte 8 di 13 nella serie Posizioni Chiesa cattolica

Il vescovo di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio, ha stilato, in collaborazione con l’Ufficio liturgico diocesano, un documento nel quale richiama e traduce per la sua Chiesa le norme contenute nel Rituale delle esequie e, soprattutto, nell’istruzione della Congregazione per la dottrina della fede Ad resurgendum cum Christo (25 ottobre 2016).
Il testo del vescovo è riportato dal settimanale diocesano Il Nuovo Giornale del 12 gennaio 2017. Il tema è la conservazione/dispersione delle ceneri.
L’istruzione vaticana ribadisce la sua predilezione per l’inumazione «come forma più idonea ad esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale». Lo stile cristiano della sepoltura «porta in sé un’espressività simbolica insostituibile» e «i luoghi della sepoltura nella tradizione della fede si fanno luoghi di una memoria intensamente affettuosa… luoghi che diventano di speciale intensità e valore per le comunità quando custodiscono le spoglie di martiri e santi».
Tre sono i “no” pronunciati dall’istruzione:
– no alla conservazione delle ceneri in casa (anche se talune legislazioni lo permettono);
– no alla dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua e niente conversione delle ceneri in ricordi commemorativi (ad es., in pezzi di gioielleria);
– no alle esequie se il defunto avesse scelto la cremazione e la dispersione delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede.

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