SEFIT: ricordarsi dei cimiteri non solo alla Commemorazione dei Defunti

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della SEFIT Federutility:

Una volta l’anno in occasione della Commemorazione dei Defunti l’attenzione della società civile viene rivolta ai cimiteri: ed ecco allora che i privati cittadini si prodigano per pulire sistemare ed abbellire con fiori le tombe dei propri cari defunti, le amministrazioni comunali , ricordandosi una volta tanto di essere proprietarie dei cimiteri, o quantomeno della stragrande maggioranza di essi con esclusione dei c. d. ” cimiteri particolari” di parrocchie, congreghe, confraternite o ordini religiosi, si preoccupano che sia tutto in ordine per i giorni delle cerimonie, le autorità religiose e militari che organizzano celebrazioni liturgiche e commemorative nelle cappelle dei camposanti, gli organi di informazioni che si occupano dell’argomento puntando peraltro su aspetti di attualità come il costo dei crisantemi , il calo delle vendite in periodo di crisi, il costo di un funerale ecc., evitando approfondimenti di qualunque genere sulla situazione in cui versa tutto il settore funerario e cimiteriale italiano.
Bene sarebbe che politici ed amministratori locali si ricordassero dei cimiteri anche in altri momenti dell’anno, specie in sede di approvazione dei bilanci ! In questi ultimi anni stiamo infatti assistendo ad continuo peggioramento della situazione, che possiamo eufemisticamente definire estremamente delicata per non dire drammatica : da un lato la persistente assenza da oltre un decennio di una normativa nazionale di settore che costringe gli operatori ad una difficile gimkana fra le numerose , diversificate e a volte contraddittorie norme regionali per poter dare applicazione agli istituti in esse previsti e rendere usufruibili i diritti post-mortem dei cittadini , dall’altro una grande incertezza sul come gestire il servizio dovuta alla continua modifica ed evoluzione della normativa sui servizi pubblici locali che unita alle restrizione di risorse rende estremamente difficile la “tenuta” dei cimiteri.
Si assiste sempre più spesso , a causa proprio delle ristrettezze economiche, a risposte poco coerenti da parte dei comuni, rispetto al ruolo e alla finalità di un cimitero per la sua comunità locale : ed ecco che la preoccupazione viene rivolta esclusivamente alle “operazioni” privilegiandone l’esecuzione attraverso processi di esternalizzazione ed affidando, sempre all’esterno tramite lo strumento del project financing, anche la costruzione di nuove opere spesso in assenza di una seria valutazione della domanda a medio e lungo termine, che tenga conto delle evoluzioni nelle scelte delle varie forme di sepolture, con la prospettiva di generare, nel futuro, non previsti debiti fuori bilancio.
Va constatata con estrema frequenza la tendenza dei comuni a ritirarsi dalle gestioni cimiteriali rinunciando anche al ruolo della programmazione con una visione limitata esclusivamente alle singole operazioni , di per se importanti ma non esaustive della funzione cimiteriale e perdendo completamente di vista la funzione storica di un cimitero; questo atteggiamento potrebbe portare in tempi non eccessivamente lunghi allo scadimento nella tenuta dei cimiteri ed in qualche caso anche all’abbandono o alla chiusura relegandolo al solo ruolo di città dei morti, facendo così venir meno l’essenziale funzione del cimitero quale luogo di riconoscimento ed identificazione di una comunità locale ovvero il luogo in cui si realizza “la celeste corrispondenza d’amorosi sensi”.
La Commemorazione dei Defunti, al di là della ricorrenza, e che quest’anno vede anche l’entrata in utilizzo del “nuovo” Rituale delle Esequie”, elaborato dalla C.E.I. a seguito di un’ampia discussione e con non pochi approfondimenti, potrebbe essere quindi l’occasione per cercare di capire quale sia oggi la funzione dei cimiteri, così come dell’intero settore funerario, che non può essere ridotta, sempre di più , a singole operazioni effettuate in un dato momento, ma che deve necessariamente avere un orizzonte più ampio legato alla storia e all’identità delle singole comunità locali.

Dati più significativi sulla situazione funebre e cimiteriale in Italia

In Italia vi sono, all’incirca, 16.000 cimiteri, in larga massima “comunali” (i cimiteri particolari hanno origini storiche) che fanno fronte ad una domanda di “sepolture” di circa 585.000 defunti anno, con qualche leggera fluttuazione, delle quali la maggioranza (più del 52 %) trova risposta nella tumulazione, altra parte alla normale inumazione (più del 33 %) e (ormai prossimo al 14 %) alla cremazione, pratica che sta crescendo, seppure neppure con eccessiva frequenza, ma abbastanza diffusamente e che presenta differenziazioni territoriali, collegate sia su una disomogenea distribuzione dei crematori, sia su fattori collegati alle tradizioni e consuetudini. Per altro, la cremazione, specie laddove raggiunge valori consistenti, come in molte città di grandi dimensioni, è tale da modificare la “domanda” nelle tipologie di sepolture, riducendo il ricorso alla tumulazioni, spesso in realtà locali in cui sono venuti o stanno venendo a scadenza loculi concessi nel passato, per cui sta sempre di più sorgendo l’esigenza di una programmazione che non sia cieca di fronte a questi fenomeni.

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