Il DL Terra dei fuochi è legge: aumentano le pene per violazioni sia al TU Ambiente che al d.lgs.vo 231/2001

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 7 ottobre 2025 la legge 3 ottobre 2025, n. 147, cosiddetta “Terra dei Fuochi”, che converte con modificazioni il decreto-legge 8 agosto 2025, n. 116.

Il provvedimento – anticipando in parte il recepimento della direttiva (UE) 2024/1203 sulla tutela penale dell’ambiente – conferma buona parte delle disposizioni del decreto originario, volte a modificare il Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006), il Codice penale e il Codice di procedura penale.
Rispetto al testo iniziale, tuttavia, la legge introduce una serie di correttivi e semplificazioni, con l’obiettivo di attenuare il marcato irrigidimento del sistema sanzionatorio in materia ambientale.

Principali novità introdotte dalla Legge n. 147/2025

  • Rimodulazione delle sanzioni: per alcune condotte – come la gestione non autorizzata di rifiuti non pericolosi (art. 256) – è stata reintrodotta la possibilità dell’ammenda in alternativa all’arresto.
  • Distinzione tra dolo e colpa: viene prevista, ad esempio per le violazioni dell’art. 256, comma 4, la riduzione della pena nei casi di condotte colpose o di meri errori formali privi di impatto ambientale.
  • Semplificazione degli obblighi di comunicazione: non costituiscono reato le irregolarità esclusivamente formali che non compromettono la tracciabilità dei rifiuti (art. 258).
  • Limitazione della responsabilità del titolare d’impresa: è stata eliminata la presunzione di responsabilità automatica per omessa vigilanza sui reati commessi da dipendenti o collaboratori.

La legge conferma inoltre le misure urgenti di finanziamento per gli interventi di ripristino ambientale e di bonifica nei territori della Terra dei Fuochi e istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, un Dipartimento per il Sud con funzioni di coordinamento delle politiche di risanamento ambientale.

Un intervento di revisione sistematica

L’intervento legislativo realizza una revisione organica di diversi corpi normativi. Le modifiche più estese riguardano il D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale), che viene quasi integralmente riscritto nella parte sanzionatoria in materia di rifiuti. Parallelamente, sono state apportate modifiche al Codice penale, che ora esclude l’applicazione di istituti premiali per le nuove fattispecie e introduce pene accessorie più severe.

Viene inoltre rafforzato il sistema della responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs. 231/2001), con un sensibile aumento delle sanzioni pecuniarie e interdittive, e sono previste modifiche anche al Codice della strada, in materia di abbandono e trasporto illecito di rifiuti.

L’approccio del legislatore è evidente: superare un impianto sanzionatorio generico per costruire un quadro normativo più articolato e rigoroso, che differenzia le pene in base alla pericolosità del rifiuto, alla qualifica del soggetto agente (privato o impresa) e al concreto rischio ambientale generato dalla condotta illecita.

Implicazioni operative

Il Decreto-legge n. 116/2025, convertito con modificazioni nella Legge n. 147/2025, segna un vero cambio di paradigma nella lotta alla criminalità ambientale. Tuttavia, le nuove disposizioni incidono in modo significativo sulle modalità di gestione dei rifiuti da parte di cittadini e imprese, imponendo una revisione immediata delle strategie di gestione del rischio e dei modelli di compliance aziendale.

Per gli abbonati, il testo coordinato del decreto-legge con le modifiche introdotte dalla legge di conversione è già disponibile nell’area Norme statali del sito
www.funerali.org.

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