Domanda
In un Comune decede, a seguito di suicidio, un cittadino qualificabile come indigente.
Egli ha lasciato uno scritto in cui chiede la cremazione con sepoltura nel loculo ove si trova tumulata la madre.
Il pagamento della concessione di detto loculo non è avvenuto ed è già attiva la richiesta di recupero del credito vantato per tale concessione.
Pertanto il Comune non può far utilizzare ulteriormente tale loculo.
Poiché l'unica parente è nullatenente e non può acquisire la disponibilità di una celletta ossaria, come deve procedere il Comune?
Di norma, nel caso di indigenza, il Comune recupera la salma e la inuma.
Risposta
Si consiglia di procedere alla cremazione del defunto, rispettandone le sue ultime volontà.Poiché nessuno è in grado di pagare la tumulazione dell'urna cineraria nel loculo, si sverseranno le ceneri del nullatenente nel cinerario comune del cimitero.
Cimitero ove riposa la madre, che dal loculo verrà poi inumata in campo comune dopo l'estumulazione.
A ben poco servirebbe porre a carico dei servizi sociali del Comune l'onere (per pietà sociale) di seppellire l'urna cineraria nel loculo di sepoltura della madre.
Visto che la procedura prevederebbe di togliere ambedue le spoglie mortali dopo pochi giorni e risepararle.
- del: 2010 su: Inumazione, tumulazione per: Italia Tag: Cremazione | Quesiti | sepolcro in: ISF2010/2-g Norma: DPR 285/1990