La pandemia Covid riesplode in Romania e Bulgaria: obitori al collasso e cadaveri ammassati in luoghi pubblici

La quarta ondata di Covid sta esplodendo con violenza in Romania e Bulgaria, due dei Paesi europei con il tasso di vaccinazione più basso.
L’impennata dei contagi nelle ultime settimane, facendo salire esponenzialmente il tasso di positività, ha messo in seria difficoltà le strutture sanitarie e le terapie intensive sono ormai sature da tempo, raggiungendo picchi di quasi 2mila ricoveri, al punto da costringere i medici a trasferire tanti malati gravi in ospedali all’estero.
E decine di cadaveri non trovano posto negli obitori e vengono ammassati in corridoi e nei giardini pubblici. A Bucarest, ad esempio, il numero di cadaveri arrivati all’obitorio negli ultimi giorni è stato di 41 a fronte di una capacità globale di assorbimento della morgue di appena 15 cadaveri. I decessi complessivi hanno spesso toccato una media di 600 al giorno.
Ad oggi solo il 37,6% della popolazione è completamente vaccinato in Romania. Non migliore risulta la situazione nella vicina Bulgaria, dove il tasso di vaccinazione è il 24,6% della popolazione.
I motivi della riluttanza al vaccino sarebbero riconducibili alla tanta disinformazione sui social media, cavalcata da molti esponenti politici e soprattutto alla dura campagna no vax condotta dalla potente chiesa ortodossa. Così in molti villaggi rurali o periferici povertà e mancanza di istruzione, unite all’influenza dei leader locali e religiosi hanno contribuito a peggiorare un quadro già molto critico.
In Romania il presidente Klaus Iohannis ha preso una decisione senza precedenti. I due blocchi politici opposti da quando in Romania è tornata alla democrazia, cioè il partito nazionale liberale filo-occidentale europeista e vicino al capo dello Stato, e i socialisti (ex comunisti e tuttora sovranisti) si sono accordati per formare un esecutivo anti-Covid di unità nazionale d’emergenza, con premier a rotazione tra le due forze politiche.

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