[fun.news.101] Il mercato del caro estinto all’estero

Quello delle pompe funebri è uno dei pochi mercati che, anche all’estero, è soggetto a tutela. Nella maggior parte di questi Paesi vi sono organismi indipendenti che raccolgono le statistiche sui prezzi medi dei funerali, che costituiscono uno degli strumenti più utili per identificare segnali di alterazione di mercato. In moltissimi Paesi si è diffusa la pratica dell’assicurazione funeraria, stabilendo, quando si è “lucidi e non preda della prima impresa funebre che si presenta”, come si vuole fare il funerale, cosa si vuole spendere. Anche l’Unione Europea è latitante sul problema. Si è cominciato a discutere, senza giungere a capo di nulla, tra i soliti scongiuri, del trasporto internazionale di salme, quando è invece – secondo gli operatori del settore – altrettanto importante la regolazione del mercato del settore funerario, che interessa 4.000.000 di decessi l’anno e che vale non meno di 10 miliardi di euro (circa 20.000 miliardi di lire). Diventa quindi sempre più urgente normare il settore sia su scala nazionale che su scala europea, con la emanazione da parte della UE di una direttiva che regoli il settore funerario. Negli USA il mercato è stato conquistato da multinazionali del caro estinto, con una notevole lievitazione dei prezzi, tant’è che il funerale viene visto come uno degli eventi più costosi della vita. Da qualche anno sono state introdotte, sulla spinta delle associazioni dei consumatori e dell’Antitrust, delle norme rigidissime (le Funeral Rules), emanate dalla Federal Trade Commission (FTC). In INGHILTERRA, il sistema funziona sulla base del codice etico che le tre Associazioni nazionali di imprese funebri hanno adottato. È pure diffusa la sottoposizione volontaria delle imprese funebri al giudizio di un arbitro terzo, l’ombusdman (il nostro difensore civico). In SPAGNA, dove oltre il 60% dei funerali sono conseguenti ad assicurazione funeraria, esistono delle barriere di accesso, nelle grandi e medie città alla proliferazione di imprese funebri, con la richiesta di standard minimi di prestazione elevati (in termini di personale, carri funebri, immobili). Ciò ha determinato lo sviluppo di una imprenditoria a capitale misto pubblico-privato, che detiene circa il 28% del mercato spagnolo. In FRANCIA, invece ci si basa soprattutto sulla formazione professionale e sul rigido rispetto delle regole. Ma la proliferazione dell’imprenditoria funebre è altissima e la riforma degli anni ’90, che aveva liberalizzato il settore, prima soggetto a concessione amministrativa in monopolio per singoli comuni, viene messa in discussione sia dall’imprenditoria funebre pubblica che da quella privata. Quella pubblica è comunque forte con una presenza sul mercato del 15%.

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