Formiche alate in obitorio, riprese con videofonino

Una defunta viene ritrovata coperta da insetti alati nella camera mortuaria. I parenti la riprendono per testimoniare il disservzio. ma il video fa il grio dei videofonini. La rabbia, le reazioni, l’indignazione della sensibilità violata. Tutta la storia in questo lancio, tratto dal sito www.portadimare.it.
L’INTERVENTO DELL’EX SNDACO
Raccapricciante: l’episodio delle formiche alate nella camera mortuaria del cimitero di Porto Cesareo avrebbe provocato tali reazioni tra i cesarini da favorire la circolazione di fotografie dell’accaduto.L’ex sindaco Luigi Fanizza lo rivela e definisce “cosa indegna e indecorosa” il fatto, prendendosela con l’attuale sindaco, Vito Foscarini: “tornatene al tuo paese”.“per vent’anni ci ho tenuto – dice – e durante il mio mandato ho completato le opere di sistemazione delle camere mortuarie, dei bagni e del verde, ciò che è necessario per il decoro e l’accoglienza”. Fanizza rivela la sua abitudine: andare al cimitero per verificare che tutto fosse in ordine, pulito e degno del luogo. “Tutti sapevano ciò – spiega – anche i custodi. Perché la nostra memoria storica, i nostri ricordi e quelli della comunità riposano in quel luogo sacro reso vivibile grazie all’impegno di tante persone legate al territorio”. E Foscarini, che cosa c’entra? “Sta cercando un capro espiatorio ma forse dimentica che solo lui è responsabile di quanto accade: sono certo che il sindaco nemmeno conosce il nostro cimitero perché con esso non ha alcun legame e, quindi, nessun interesse a visitarlo”.

“Questo fa riflettere sulle scelte dei miei concittadini – conclude – che ormai devono capire che il territorio ci appartiene e che nessuno, dico nessuno, che non abbia profonde radici con la nostra terra può rappresentarci”. Fanizza fa riferimento al fatto che Foscarini non sia nativo di Porto Cesareo e conclude in modo “leghista”: “l’episodio del cimitero di fa urlare di rabbia e per questo dobbiamo invitare il sindaco a tornare nel suo borgo natio”.

CHE COSA ERA SUCCESSO
Uno sciame di insetti alati invade l’obitorio del cimitero di Porto Cesareo e i parenti della cara estinta chiamano i carabinieri. Il sindaco, e la moglie, danno una mano ai congiunti nel ripulire la stanza dove si trova la bara; ed questo l’aspetto umano e positivo di una storia raccapricciante.

Tutto si verifica domenica, nel tardo pomeriggio. La famiglia di una donna anziana, morta improvvisamente nei giorni scorsi a causa di un arresto cardiaco e caduta violentemente in terra, è in attesa della tumulazione della defunta. La tradizione e la prassi prevedono che prima della sepoltura i familiari tributino l’ultimo saluto alla propria cara e così avviene anche nel cimitero a nord di Porto Cesareo, sulla provinciale per Lecce. Così la bara viene spostata in una stanza, evidentemente adibita a sala di accoglienza. Ma già l’ambiente appare sporco, polveroso e maltenuto, un particolare che balza all’occhio. Non si fa in tempo a pensarci che da un chiusino della fognatura e da una finestra vengono fuori centinaia di insetti alati, formiche o qualcosa d’altro che invadono letteralmente il luogo. Si sa: se una cosa del genere accede in casa, si provvede con una bonifica; in un luogo del genere, qual è il cimitero, viene meno la sacralità del momento e la circostanza ha il sapore della profanazione. Così alle lacrime si aggiungono altre lacrime e scoppia la rabbia dei parenti. Che chiamano i carabinieri: “nel 2007 non possono accadere cose simili”.
Per la cronaca, sia la stazione dell’Arma che la casa del sindaco Vito Foscarini, sono nei pressi. Così il primo cittadino interviene con tempestività assoluta. Ma il sindaco manda anche la propria signora, in modo da dare assistenza e conforto alla famiglia dell’estinta. Tutti si danno da fare: il volto della defunta viene coperto con un velo, con alcune bombolette di “flit” viene ucciso lo sciame di insetti, altri operai del Comune e i vigili urbani si dannano per ripulire la stanza andando e venendo con ramazze e spazzoloni.

Foscarini, visibilmente rammaricato per l’episodio, si mette a disposizione della famiglia e resta lì fino alla chiusura del camposanto e, oltre alla presenza dei propri, di familiari, mette a disposizione le forze della Polizia Urbana per qualsiasi evenienza. Un atteggiamento di responsabilità e presenza che farà il paio con la ricerca delle responsabilità del disservizio, della quale il sindaco si fa carico già sul posto.

Fonte: www.portadimare.it

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