Celebrazione delle esequie: le modalità indicate dal Patriarca di Venezia

Monsignor Francesco Moraglia, patriarca di Venezia dal 31 gennaio 2012, ha firmato una Nota pastorale sulle modalità di celebrazione delle esequie e sul significato che esse devono assumere agli occhi della Chiesa cattolica e dei credenti.
Secondo il patriarca risulta sempre più frequente l’affermarsi di situazioni in cui l’esperienza della morte passa quasi inosservata ed i funerali diventano piu’ un atto dovuto, che una celebrazione con motivazioni spirituali e di fede.
Cosi’ la Nota pastorale invita, nei giorni che precedono il funerale, a conservare, ove possibile, l’usanza di recitare il Santo Rosario, o di tenere in chiesa, o in un altro luogo adatto, una veglia di preghiera per il defunto.
La preghiera, prima della chiusura della bara all’obitorio, oppure in casa dovrebbe svolgersi, laddove possibile, con la presenza del presbitero o del diacono, oppure guidata da altro ministro o da un fedele laico (eventualmente anche da un familiare) debitamente preparato.
La celebrazione delle esequie andrebbe guidata, da chi presiede, con delicatezza e tatto, in modo tale che i riti, le parole, i canti e le preghiere, arricchiti dalla fede, possano donare speranza e conforto, senza urtare la sensibilita’ del dolente.
Le letture e l’omelia non andrebbero scelte per “celebrare” il defunto o descriverne la figura, in un atto di commemorazione ed elogio funebre personalizzato, ma per abbracciare tutta la realta’ ecclesiale e sociale.
Analogamente bandite le canzoni o le poesie troppo estranee alla liturgia, le bandiere o i simboli politici sulle bare.
Qualora i familiari richiedessero esecuzioni di canti o musiche particolari, ma estranei alla liturgia, questi andrebbero eseguiti al di fuori della chiesa, alla fine della celebrazione.
Particolare attenzione andra’ posta al momento dell’Ultima raccomandazione e del Commiato, con un suo sviluppo rituale preciso: monizione introduttiva, silenzio, canto di commiato, durante il quale avverranno l’aspersione e l’incensazione, girando intorno alla bara.
Eventuali parole di cristiano commiato nei riguardi del defunto si potranno tenere prima di questo rito finale di saluto.
Infine, il Patriarca rileva l’importanza del fatto che la celebrazione delle esequie non sia l’ultimo momento in cui le famiglie dei defunti siano accompagnate pastoralmente, invitando le stesse ad una Santa Messa di suffragio in occasione di alcune ricorrenze o fissando una celebrazione eucaristica settimanale per ricordare tutti i fedeli della comunita’ morti negli ultimi giorni.

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