Necroscopia e trattamenti sulle salme

DOMANDA 1
L’uso della mentoniera mi riesce sempre problematico.
Anche quando la tolgo, perché la salma ha acquisito un assetto più stabile, il cadavere sembra sempre “impiccato” con il collo teso e la testa che si piega indietro.
Perché? Cosa potrei fare?

RISPOSTA:
Il problema, che si è evidenziato in questo caso, è dovuto alla non corretta posizione del corpo quando viene adagiato.
Se la salma è mantenuta fermamente in una posizione corretta, la rigidità cadaverica si svilupperà nei muscoli, ma senza modificarne l’aspetto e la posizione; infatti, la comparsa e la scomparsa del rigor mortis ha inizio proprio dai muscoli masseteri ( quelli della mascella ) e dai muscoli nucali per progredire poi in senso cranico-caudale (ossia lungo l’asse della spina dorsale) verso i lombi fino a raggiungere le estremità del corpo.
Va, quindi, messo assolutamente un rialzo sotto la testa del cadavere e le spalle saranno leggermente sollevate così da permettere alla rigidità post mortale di diffondersi in modo omogeneo e corretto.
La mentoniera è una soluzione superata proprio per gli inestetismi che frequentemente produce, siccome costringe il mento ad una postura incassata ed innaturale con effetto “mascellone squadrato”.

DOMANDA 2
Anche se siamo ancora in inverno, con temperature miti e fresche, una salma ha cominciato improvvisamente a gonfiarsi.
In poche ore è diventata impresentabile sotto lo sguardo sgomento dei dolenti. Come mai?

RISPOSTA:
La putrefazione gassosa, detta anche fase enfisematosa, è quel particolare passaggio del fenomeno degenerativo cellulare durante cui batteri producono gas, questo rilascio comporta ovviamente un rigonfiamento del cadavere (sono proprio i germi anaerobici a provocare la formazione dei gas mentre aggrediscono la materia organica ).
Certo, le alte temperature facilitano senza dubbio l’insorgere dei miasmi aeriformi, ma essi posso svilupparsi repentinamente persino in condizioni ambientali teoricamente meno favorevoli. Molto dipende anche dalla causa del decesso. Sarebbe, comunque, opportuno avvisare il medico necroscopo perché egli possa adottare o comunque proporre (se quest’ultimi spettano al Sindaco quale Autorità Sanitaria Locale) i trattamenti d’emergenza di cui all’Art. 10 DPR n. 285/1990, tra i quali si annovera l’immediata chiusura della cassa. Potrebbe esser il caso residuale in cui a discrezione del medico necroscopo praticare la puntura conservativa che ormai molte regioni tendono a disapplicare per l’intrinseca tossicità della formalina. L’ideale sarebbe il ricorso ad una sostanza meno nociva, ma anche all’Estero tutti i balsami conservanti sono pur sempre a base di aldeide formica.

DOMANDA 3
Alcuni colleghi mi consigliano sempre di usare la colla per chiudere bene bocca e occhi, ma è legale questo sistema? Debbo aspettare il via libera del medico oppure basta il silenzio assenso?

RISPOSTA:
Il metodo della colla per la bocca non è esteticamente piacevole, anche perché questa soluzione non impedisce alla mandibola di pesare e provocare una deformazione dei tratti del viso.
La soluzione più adeguata sarebbe la legatura fatta con ago e filo.
In ogni caso per questi interventi bisogna sempre tener a mente un criterio fondamentale: nel periodo d’osservazione non si deve mai porre in essere nessuna operazione atta ad impedire un’eventuale manifestazione di vita, colla o ago sono entrambi due sistemi “violenti” quindi, per procedere, il corpo esanime su cui si lavorerà deve esser stato ufficialmente riconosciuto come cadavere.
C’è poi una zona d’ombra nel nostro sistema normativo: teoricamente un semplice necroforo non potrebbe, durante la preparazione di un cadavere, ricorrere a tecniche cruente come cucire ed incollare parti del corpo, esse sarebbero riservate a personale medico o, comunque, sanitario, ma la realtà operativa spesso è diversa dal dettato delle regole formali.
Per l’occhio, invece, è sufficiente introdurre sotto le palpebre un apposito guscio di materiale plastico, questo espediente serve anche per sostenere le palpebre dall’improvvisa infossatura causata dal cedimento del globo oculare.
Il bulbo, infatti, è costituito principalmente d’acqua che durante i fenomeni post mortali tende ad evaporare.

DOMANDA 4
E’vero che una salma sottoposta a tanatoprassi non richiede mai la doppia cassa, anche se è destinata a tumulazione?

RISPOSTA:
Il trattamento di TANATOPRASSI è l’operazione finalizzata a bloccare solo temporaneamente i processi putrefattivi e non è un intervento devastante o demolitorio.
Attenzione, la tanatoprassi non è un’imbalsamazione, la differenza di metodo è fondamentale: con la tanatoprassi il corpo rimane perfettamente integro unicamente per il tempo necessario allo svolgimento delle esequie, i suoi effetti conservativi, allora, sono di durata limitata.
L’imbalsamazione, invece, si propone un risultato definitivo e protratto nel lungo periodo: una salma imbalsamata, infatti, può resistere all’aggressione della putredine anche per secoli.
La legge italiana è chiara ed almeno sino a quando le norme in vigore non saranno novellate le salme destinate a tumulazione (sottoposte o no a tanatoprassi) continueranno ad esser sempre racchiuse in una duplice cassa. (lignea e metallica).
Potrebbero, invece, esser previste fattispecie diverse per il trasporto: una salma trattata con formaldeide, forse, non avrebbe bisogno di esser racchiusa in vasca e zincata per i trasporti oltre i 100 KM se la destinazione è l’interro o la cremazione, siccome l’intervento conservativo ritarderebbe notevolmente l’insorgere dei primi fenomeni cadaverici, come appunto il rilascio di liquami e gas maleodoranti.

DOMANDA 5
Perché anche a poche ore dalla morte certi cadaveri rilasciano cattivi odori?
Come si può evitare questo spiacevole inconveniente?

RISPOSTA:
I batteri sono naturalmente presenti in un corpo vivente, e non spariscono con la morte, al contrario continuano a svilupparsi e moltiplicarsi generando putrefazione.
La soluzione ideale sarebbe quella dello svuotamento preventivo dei liquidi e dei che ristagnano nelle parti cave dell’organismo.
Si possono, tuttavia adottare dei rimedi più semplici con l’utilizzo di prodotti particolari adatti ad eliminare i cattivi odori, anche se in questo caso la durata nel tempo è assai inferiore, con una sola raccomandazione: coprire l’olezzo acre di un cadavere con un profumo ancora più intenso e stomachevole non risolve il problema, anzi lo esaspera con la camera ardente infestata da odori irrespirabili, cercate di ricorrere a deodoranti che non si limitano a coprire il puzzo, ma lo neutralizzano a monte.

DOMANDA 6
E’ vero che la tanatoprassi più avanzata prevede l’eviscerazione delle salme per asportare la parti molli del corpo?

RISPOSTA:
La TANATOPRASSI è un trattamento conservativo che non comporta assolutamente alcuna mutilazione né eviscerazione, certo si ricorre spesso ad una metodica invasiva per incanalare vene ed arterie, così da rimuovere sangue e liquami, ma le interiora rimangono nella loro naturale sede, ossia l’addome.
Al massimo con la siringazione cavitaria (conosciuta anche come “puntura conservativa”) si inietta nelle viscere una soluzione a base di formolo, per impedire il rapido deterioramento delle anse intestinali e delle parti molli, le prime responsabili della decomposizione cadaverica.

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Carlo Ballotta

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46 thoughts on “Necroscopia e trattamenti sulle salme

  1. Buona sera la cartella clinica finisce il 27 ggennaio e tutta la documentazione dice il 30 si possono falsificare il ttt? Non abbiamo dato i saluti xche puzzava troppo ora il pm ha interrogato a ttt i 9 indagati e dicono ttt la stessa cosa che nn ricordino bene l accaduto avendo fatto l autopsia giudiziaria senza il GP vogliono chiudere il penale e andare sul civile io ho registrato il medico che c’era quel giorno ma gli infermieri dicono che era presente mentre lui dice che il 27 e caduto e stava bene era in una clinica a ppagamento e dice ch se provo a denunciarlo lui mi da calunnia poi dice che di processi ne ha fatti 39 e li ha vinto tutti io ho perso fiducia del mio avv. Come posso sapere se la documentazione è falsa le copie delle cartelle MANCANO dei ffogli volevo chiederle se col civile posso presentarmi anch’io e se posso essendo accaduto in Calabria posso farlo qui in Liguria? E se posso denunciare solo al medico x l inadempienza dicendo ai famigliari chiudete sennò scoppia e puzzava troppo . Cosa devo fare? Grazie mille pepe

    1. X Domenica,

      in estrema sintesi: questo blog è dedicato alla polizia mortuaria, non è un sito di diritto processuale generale.

      Comunque, la competenza territoriale per instaurare un giudizio penale, è definita dall’art. 8 Cod. Proc. Penale, in buon sostanza si deve adire il giudice del luogo dove si è consumato il fatto criminoso, per una causa civile, ipotizzo un procedimento per danno esistenziale, invece, si veda l’art. 18 Cod. Proc. Civile.

      Titolare del trattamento dei dati sensibili contenuti nella cartella sanitaria è la direzione ospedaliera, nel rispetto del codice sulla privacy.

      Quanto, poi, alla chiusura anticipata della cassa se il corpo del defunto presenta evidenti segni di putrefazione incipiente si può provvedere in due modi, così da comprimere il periodo di osservazione che – di fatto – coincide con la veglia funebre a cassa aperta.

      1) art. 10 del Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria di cui al D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285: su proposta dell’AUSL il Sindaco, quale autorità sanitaria locale con proprio atto dispone la sigillatura della bara, anche anzitempo.

      2) Il medico necroscopo (cioè la figura sanitaria deputata ad accertare l’incontrovertibilità della morte) pratica sulla salma, il cosiddetto tanatogramma (elettrocardiogramma piatto protratto per non meno di 20 minuti primi), questo esame strumentale è segno di morte certa (= si fugano tutti i dubbi di morte apparente), in questo modo con il certificato necroscopico già compilato in cui è indicata l’inutilità del periodo d’osservazione standard ed, anzi la sua pericolosità igienico-sanitaria (la salma, infatti, potrebbe gonfiarsi, rilasciare liquidi ed odori sgradevoli) l’ufficiale di stato civile è in grado di perfezionare l’autorizzazione alla sepoltura, atto prodromico alla chiusura del feretro, confezionato debitamente in rapporto alla tipologia del trasporto funebre ed alla forma di sepoltura prescelta.

    1. X Giuliano,

      secondo la dottrina piò ortodossa e maggioritaria la vestizione deve esser eseguita assolutamente dopo la visita necroscopica, poiché spetta al medico necroscopo, durante l’esame esterno della salma la prima segnalazione di elementi di morte sospetta, violenta o peggio ancora dovuta a reato, ai sensi dell’art. 74 comma 2 D.P.R. n. 396/2000, oltre ovviamente all’individuazione degli inequivocabili signa mortis, questa operazione culminerà nel rilascio del relativo certificato necroscopico, fase propedeutica e prodromica al perfezionamento delle autorizzazione alla sepoltura, da cui poi discenderanno naturalmente le altre autorizzazioni di polizia mortuaria.

      Spesso in caso di decesso in struttura sanitaria, per accelerare la tempistica organizzativa si ricorre al cosiddetto tanatogramma ex art. 8 D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285 (ECG piatto protratto per almeno 20 minuti primi ininterrotti) che ha il pregio di esaurire anzitempo il periodo d’osservazione, esso è pur sempre eseguito da un medico incaricato delle funzioni di necroscopo, e dà origine al provvedimento (non codificato dalla normativa vigente, ma interno alla gestione dei decessi all’interno dei nosocomi, più per prassi che per norma formale) del “SALMA LIBERA”.
      Ottenuto questo atto liberatorio si potrà procedere alla vestizione del defunto, in tutta tranquillità e con il benestare dello stesso medico necroscopo.

  2. Gentilissimo Carlo,

    La ringrazio per la tempestiva e cortese risposta.

    Qualora riuscisse a reperire il testo della sentenza di cui parla o anche solo la massima, Le sarei davvero grato dell’invio.

    In ogni caso, La ringrazio ancora e saluto cordialmente

    MV

      1. X Giuseppe,

        la soluzione forse più efficace ed economica è, pur sempre, rappresentata dall’impiego di strisce di cotone, di opportune dimensioni, e ben modellate sulla dimensione degli orifizi da tamponare. Esse potranno anche esser imbevute di sostanze disinfettanti e con effetto ulteriormente assorbente. Il vero “trucco”, però (e qui è richiesta molta tecnica di tanato-cosmesi) è farle scendere, con apposita pinza, molto in profondità, così da occludere, alla base, le cavità corporee nelle zone scoperte (viso in primis), in modo da evitare sanguinamenti e reflussi post mortali dalla bocca.

  3. Salve,

    sono un avvocato e in questo momento assisto un’agenzia funebre chiamata a rispondere dei danni morali che i familiari del povero defunto ritengono di aver subito a causa del ritardato svolgimento dei funerali e di conseguenza della sepoltura (rinviata al giorno dopo). Tralasciando i dettagli, la questione è che il corpo del defunto (peso 130 kg) dopo appena 24 ore dalla morte si era enormemente rigonfiato con perdita di liquidi ed al momento del sollevamento della bara si è verificato un avvallamento della stessa, costringendo gli addetti dell’agenzia a rinforzare la bara con un fondino di zinco. Tali operazioni hanno inevitabilmente ritardato i funerali e di conseguenza la sepoltura. Motivo per cui, come sopra detto, i familiari vorrebbero essere risarciti, ma noi sosteniamo che l’agenzia funebre non abbia responsabilità.
    Questa la domanda che vorrei fare: il rigonfiamento della salma ne aumenta il peso ? Cioè si può sostenere che la bara (già rinforzata e fuori misura visto il peso di 130 kg del defunto) si sia rivelata non sufficiente a sostenere il corpo a causa dell’imprevedibile e tempestivo rigonfiamento dello stesso ?. Da quanto ho letto la fase c.d. enfisematosa in inverno inizia dopo 15-20 gg, mentre nel caso di specie nonostante fosse dicembre è iniziata appena 2 gg dopo la morte.

    Ringrazio e cordialmente saluto

    1. X Avv. Massimiliano,

      argomento assai scabroso, non è vero?

      Verso la fine del 2013, fu emessa una sentenza significativa e sintomatica su un caso non dissimile (se dovessi reperirne gli estremi sarà mia cura trasmetterLe almeno la massima se non, addirittura, tutto il testo della pronuncia).

      A Mirabello (Ferrara) circa 14 o 15 anni or sono (ve la ricordate l’ondata anomala di calore del 2003?) si consumò un increscioso episodio durante un funerale, dovuto a perdite di liquami cadaverici per l’intera cerimonia, e anche in Chiesa. Sul carro funebre e dal carro funebre.

      La famiglia del defunto intentò causa civile alla ditta di onoranze funebri.

      Orbene nel dicembre 2013 si è arrivati a sentenza, il Tribunale ha condannato l’impresa funebre, per non aver correttamente confezionato il feretro, al pagamento dei danni morali. Una cifra simbolica di 2.000 Euro, ma tanto è stato stabilito.

      A nulla è valsa la chiamata in correo di chi aveva svolto l’iniezione conservativa (che per il giudice ha avuto una funzione ritardante il processo putrefattivo). Difatti è stato assolto chi ha svolto la siringazione cavitaria (operazione invasiva che molte leggi regionali ormai disapplicano per la sua cruda obsolescenza: la formalina, infatti, è altamente tossica e ritarda colpevolmente gli stati degenerativi della materia organica capaci, nel tempo di produrre la scheletrizzazione dei cadaveri, ma in casi simili, a giudizio del medico necroscopo potrebbe egualmente esser praticata per imprescindibili ragioni igienico-sanitarie )

      Invece l’impresa funebre fu inizialmente condannata per reato ambientale (liquidi post-mortali e olezzo) e quindi per “getto pericoloso di cose”, ex art. 674 Cod. Penale, di fatto risolto con una semplice ammenda.

      E poi alla fine è giunto il pagamento dei danni morali alla famiglia.

      La morale è che l’impresario funebre è responsabile del corretto confezionamento del feretro usato nel trasporto al cimitero o al crematorio e quindi deve adottare le soluzioni più corrette per impedire i fenomeni percolativi (= miasmi e perdita di liquami) tipici della fase enfisematosa e colliquativa della decomposizione cadaverica, esse hanno uno sviluppo a volte rallentato, a volte tumultuoso, molto dipende dal tipo di morte, dai medicinali e dalle terapie somministrati, dalla temperatura ambientale e da altri fattori esterni, magari difficilmente apprezzabili dai non addetti ai lavori senza un attento esame della situazione

      In quest’ultimi stadi di trasformazione post-mortem si ha una forte produzione di gas putrefattivi e liquidi ammorbanti rilasciati dagli orifizi, la salma assume un insano aspetto turgido e tumefatto, di colore scuro, (c. d. negroide) ma non aumenta di peso, è solo un fuorviante effetto ottico.

      L’impresa funebre dovrebbe, all’atto dell’assunzione dell’incarico all’organizzazione delle esequie saper leggere la situazione della salma proponendo non solo la cassa pregiata e di lusso (va benissimo, è pur sempre attività commerciale!) ma anche un cofano idoneo ad assolvere la funzione di contenimento in base alla tipologia del trasporto funebre ed alla forma di sepoltura prescelta. Certo se il de cuius sarà tumulato (= permanenza nel sepolcro per molti anni, con garanzia nel tempo della tenuta stagna) occorrerà una bara più robusta, munita di tutti i dispositivi di sicurezza (valvola depuratrice, materassino assorbente, puntura conservativa quando e se richiesta in rapporto alla legislazione regionale condita o condenda…).

      Rimango sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti.

  4. Buonasera, ho letto ogni domanda con relative risposte.
    Ora rispondo io, mio padre mori’ nel 1992 esattamente oggi 10 aprile sono ben 22anni che mi ha lasciata.
    Bene, mio padre lo abbiamo trattato come un principe sia da vivo che da morto, perche il giorno che se ne e’ andato per sempre, il giorno dopo, mio fratello lo ha voluto pulire e vestire lui.. con le sue mani.. e…. devo dire che il pomeriggio quando sono andata a vederlo… sono rimasta sbalordita.. non sembrava nemmeno morto ma, una persona viva che stava dormendo e basta.
    Era bellissimo con il suo completo che aveva nel giorno del mio matrimonio, era profumatissimo e mio fratello lo aveva perfino truccato un po’ perche’ mi aveva detto che quando lo aveva visto era di colore cadaverico.. e’ normale, era comunque una persona ormai cadavere e le sue funzioni erano ormai cessate. Comunque sia.. e’ stato il primo morto che ho visto nella mia vita.. e non ho avuto nessuna paura, forse perche’ era mio padre, forse perche’ mio fratello lo aveva sistemato veramente da re.

  5. Sarò stringato sino…all’osso: Art. 18 comma 2 DPR n.285/1990.
    L’Autorità SAnitaria, nella persona del medico necroscopo può, laddove sia davvero necessario, inibire la presentazione del defunto “a cassa aperta”. Le estreme onoranze saranno rese solo quando sia già stato sigillato in feretro.

  6. Cosa dice la legge per le visite ai defunti prima del giorno del funerale?
    Si possono vietare le visite ai cari estinti prima del funerale?

  7. Oddio… cucire la bocca ad un cadavere prima della sua presentazione in camera ardente a “cassa aperta” costituisce vilipendio di cadavere ai sensi dell’Art. 410 Codice Penale???

    Con la smania della tanatoprassi (ancora vietata in Italia) si stanno confusamente importando tecniche di cosmesi funeraria, molto diffuse in altri Paesi.

    In ogni caso tale intervento, in quanto cruento ed invasivo, andrebbe praticato dopo il completo decorso del periodo d’osservazione e la visita necroscopica, quando, cioè la salma diventa cadavere (= non c’è più il rischio di morte apparente) e più subire tuti i trattamenti irreversibili di cui all’Art. 8 DPR n.285/1990.

    Se il morto dovesse per disgrazia “risvegliarsi” non troverebbe certo molto simpatico avere la bocca chiusa con lo spago.

    L’operazione, per nulla scabrosa è, tuttavia, piuttosto difficile:con l’ago ed il filo trasparente bisogna perforare le labbra in più punti, così da rendere l’espressione della bocca certo ferma, ma non innaturalmente rigida.

    Perchè, allora, complicarsi la vita? Non è meglio qualche punto di colla (molto più discreto ed invisibile)?

    La mentoniera è forse antiestetica, perchè provoca l’effetto del mascellone sporgente di mussoliniana memoria o del segno sul collo modello cappio da forca, però ha anche il vantaggio di poter esser applicata subito, durante la vestizione.

    Adesso, poi, l’industria funeraria commercializza mentoniere quasi invisibili, con possibilità di regolazione più precisa e meglio modulabile.

    Comunque,se i famigliari sono d’accordo e previa acquisizione del nulla osta da parte del medico necroscopo si ritiene legittima la cucitura della bocca, a patto, però, di saperla davvero eseguire.

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