Domanda
Si sono verificati casi, durante le operazioni di esumazione, ove non si sia prodotto alcun rifiuto?
Ciò poiché il tempo di inumazione è stato tale da consentire la completa degradazione di tutti i componenti del feretro e del contenuto.
Se ciò fosse possibile, si vorrebbe conoscere la frequenza con cui questi casi possono verificarsi ed in quali condizioni?
Risposta
No, non esiste a memoria dello scrivente caso alcuno, per esumazioni dell'ordine dai 10 ai 20 anni.È ovvio che si parla di inumazioni con bara in legno avente le caratteristiche di cui al D.P.R. 285/90 (cioè spessore minimo di 20 mm. a fondo intaglio).
Invece è del tutto possibile che un resto mortale inumato per 2 o 5 anni o più in cassa di cellulosa (cartone) veda ridursi di parecchio il cartone.
In tal caso, il fenomeno è noto, e si risolve o con uso di casse di legno leggerissimo (meno di 20 mm. di spessore).
Ma che restano, oppure con l'immissione del feretro in rete di contenimento (tipo quella che carica e scarica nelle navi).
La degradazione totale del contenuto di un feretro inumato (mineralizzazione delle ossa oltre che dei tessuti) è processo che necessita di centinaia d’anni (senza sicurezza che avvenga completamente).
Tant'è che si ritrovano ossa e crani a distanza anche di millenni.
Personalmente si ritiene che da ogni esumazione si possa, mediamente, ricavare in termini di peso circa 30-40 kg. di rifiuti.
Ma la cosa è variabile in funzione del tipo di confezionamento del feretro, del tipo di legno usato, dello spessore, della verniciatura.
- del: 2010 su: Inumazione, tumulazione per: Italia Tag: CMesumazione | Quesiti | resti mortali in: ISF2010/3-a Norma: D.P.R. 285/1990