Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato della FIC: “Il movimento cremazionista plaude alla sensibilità e alla attenzione delle Istituzioni Regionali ma non può non sottolineare che la complessità della materia richiede una normativa più dettagliata e completa per evitare diversità interpretative e per eliminare conflitti con varie leggi nazionali già in vigore. Un coinvolgimento delle SOCREM e di tutte la parti interessate, tramite un approfondito esame, nelle commissioni istruttorie, avrebbe potuto evitarlo. La Federazione Italiana per la Cremazione (FIC) intende ribadire che, al di là della difficoltà di districarsi nei conflitti di competenza tra lo Stato e le Regioni da un lato e le Regioni e i Comuni dall’altro, la legge 30 marzo 2001, n. 130 incarna uno degli obbiettivi più sentiti del movimento cremazionista. I cremazionisti italiani a livello nazionale continueranno a chiedere l’approvazione di una legislazione statale omogenea perché memori di quanto avvenuto alla fine dell’ottocento per la costruzione di impianti crematori. Temono cioè che solo in alcune parti d’Italia le istituzioni locali siano sensibili al problema mentre nelle altre, la maggioranza, i cittadini resteranno ancora una volta privati della libertà di poter disporre le dispersione delle proprie ceneri per mancanza di leggi locali o nazionali così come ora, in quelle parti d’Italia, sono di fatto impossibilitati a scegliere la pratica cremazionista per mancanza di impianti di cremazione. Si aprirebbe un grave problema costituzionale trovandosi i cittadini italiani non più uguali davanti alla legge e ai loro diritti. La FIC auspica che il disegno di legge (AC 4144) che disciplina l’intera materia ed in particolare la dispersione delle ceneri, ora in attesa di esame presso la XII Commissione “Affari sociali” della Camera, trovi una sollecita approvazione. La FIC auspica che l’esame del disegno di legge venga effettuato in sede “deliberante” anziché “referente” per velocizzare l’iter parlamentare di approvazione. Passi in tal senso sono stati fatti con diversi parlamentari. Si sottolinea che su tale disegno di legge si riscontra un sostanziale accordo di tutte le forze politiche.”
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.