Il Consiglio dei Ministri del 19 novembre 2009 su proposta del Ministro della semplificazione, Roberto Calderoli, del Ministro dell’interno, Roberto Maroni, del Ministro delle riforme per il federalismo, Umberto Bossi, e del Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto ha approvato in via definitiva un disegno di legge che individua le funzioni fondamentali di Province e Comuni e semplifica taluni aspetti dell’ordinamento regionale e locale; il provvedimento – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – contiene inoltre alcune importanti deleghe conferite al Governo in materia di: trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle Province e delle Prefetture-Uffici territoriali del Governo. Un intero Capo del provvedimento è dedicato ad una importante operazione di riordino e soppressione di organismi decentrati (in particolare Comunità montane, difensori civici, Circoscrizioni di decentramento comunale, Consorzi di enti locali); vengono altresì proposte misure in favore dei piccoli comuni e gradualmente sarà ridotto il numero dei componenti dei Consigli e delle Giunte comunali e provinciali. In considerazione della peculiarità e dell’importanza che il Governo annette alla materia, il disegno di legge, che ha già avuto un esame preliminare dal Consiglio il 15 luglio scorso, costituisce provvedimento collegato alla manovra finanziaria; in questa veste, consultate le Regioni e le Autonomi locali, verrà presentato al Parlamento e usufruirà dei percorsi preferenziali di approvazione previsti dai Regolamenti parlamentari.
Dopo poche ore si registra la posizione delle Autonomie:
La Conferenza delle Regioni, l’ANCI (Associazione nazionale Comuni italiani) e l’UPI (l’Unione delle Province d’Italia) valuteranno il testo della ‘Carta delle Autonomie’, licenziato dal Consiglio dei Ministri, quando sara’ trasmesso ufficialmente dal Governo.
‘’Quanto si apprende dalle prime notizie di stampa – hanno dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il Presidente dell’ANCI, Sergio Chiamparino e il Presidente dell’Upi, Fabio Melilli – consente pero’ una prima valutazione critica relativa alle limitate e poco rilevanti modifiche rispetto alla versione gia’ discussa precedentemente dal Governo, su cui Regioni, ANCI e Upi avevano presentato nella Conferenza Unificata del 18 novembre un pacchetto di emendamenti condiviso’’.
Il disegno di legge parrebbe definire un semplice restyling della Pubblica Amministrazione non in grado di dare le risposte di cui i cittadini hanno bisogno.
‘’Gli emendamenti presentati ieri in Conferenza Unificata – hanno ricordato Errani, Chiamparino e Melilli – accogliendo una richiesta del Governo ed in particolare del Ministro Calderoli di avere proposte congiunte, avevano il fine di costruire un impianto di riforma responsabile, innovativo, di razionalizzazione del sistema istituzionale e di reale federalismo amministrativo e per noi irrinunciabile.
Se l’accoglienza riservata agli emendamenti presentati in un modo unitario dal sistema delle Regioni e delle Autonomie locali si rivelasse cosi’ parziale e limitata – come emergerebbe dalle informazioni che finora abbiamo ricevuto – la valutazione non potrebbe che essere negativa rispetto ad un provvedimento in cui non potremmo riconoscerci, anche perche’ questo impianto normativo impatta sul meccanismo del federalismo fiscale e se non venisse garantito un equilibrio tra i diversi livelli della Repubblica il Federalismo fiscale non avrebbe alcuna sostenibilita’.
In particolare sembrerebbero non essere state accolte le proposte emendative volte ad un profondo decentramento dallo Stato a favore di Regioni, Province e Comuni, che sono le premesse di un vero Federalismo.
Chiediamo al Governo un’ulteriore riflessione, impegnandosi come promesso anche nel prosieguo dell’iter parlamentare affinche’ l’intero pacchetto delle proposte di Regioni ed Autonomie locali sia recepito. Facciamo appello anche al Parlamento – hanno concluso Errani, Chiamparino e Melilli – perche’ questo provvedimento sia davvero il frutto della piena condivisione dei Comuni, delle Province e delle Regioni anche per consentire un’applicazione in linea con gli impegni futuri in applicazione della delega sul federalismo fiscale’’.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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