La SEFIT Federutility, che associa Comuni e imprese pubbliche che gestiscono cimiteri, ha immediatamente condannato l’episodio di mala gestione cimiteriale, "da ascrivere – secondo il Responsabile SEFIT Daniele Fogli – ad un comportamento delittuoso di taluni operatori cimiteriali senza scrupoli, talvolta anche dipendenti comunali, che creano un allarme giustificato nella popolazione e gettano discredito sull’intero settore."
Secondo la SEFIT "occorre rapidamente accertare le responsabilità di:
– chi ha agito contro leggi, perché possa risponderne, visto che da quel che traspare si è di fronte a violazioni del codice penale, di normative di polizia mortuaria, ambientali e in materia di rifiuti. Ma soprattutto si viola il senso comune e il rispetto con il quale devono essere sempre e comunque trattate le spoglie mortali.
– All’interno del comune, per non ha programmato le necessarie sepolture (sussiste in materia l’obbligo di calcolare il fabbisogno di sepolture con il piano regolatore cimiteriale). Anche dalla carenza di posti nei cimiteri derivano comportamenti delittuosi, in cui si possono facilmente innestare fatti camorristici
– chi deve controllare: e la norma in materia assegna l’ordine, la vigilanza e la manutenzione del cimitero al sindaco, che vi provvede attraverso la struttura funzionariale che esiste in un comune
– dell’ASl, anch’essa tenuta almeno a presenziare alle esumazioni straordinarie e a tutte le estumulazioni, come anche a sovrintendere da punto di vista igienico sanitario alla gestione cimiteriale.
Quel che è successo a Qualiano accade anche perché nel napoletano, da anni, si consente di derogare a norme sui tempi ordinari di inumazione.
Pressati dalle carenze di spazio nei cimiteri diversi comuni hanno chiesto deroghe a suo tempo al Ministero della salute per ridurre i tempi di inumazione al minimo consentito (cinque anni) e laddove questo minimo non bastava il sindaco, talvolta, è intervenuto con ordinanza contingibile ed urgente, che per sua natura non può che essere temporalmente definita ed eccezionale.
Invece l’eccezionalità diventata una regola.
Per fugare facili allarmismi, spesso alimentati anche da talune dichiarazioni sopra le righe e che rischiano di fare di tutte l’erbe un fascio, è bene sapere che questi fenomeni sono circoscritti.
Tranne il napoletano, nella quasi totalità d’Italia i tempi per la esumazione sono ordinariamente di 10 anni.
E’ altrettanto importante sapere che le procedure seguite nei cimiteri sono codificate da norme di polizia mortuaria e che per ogni spostamento di feretro, ossa, resti mortali o ceneri occorre un provvedimento (con una richiesta di spostamento da parte degli aventi titolo o del Comune se si procede a esumazioni ordinarie).
E infine sussiste una norma che obbliga alla registrazione di ogni spostamento (una sorta di tracciabilità del defunto).
SEFIT aveva già previsto una riunione del proprio esecutivo nei primi mesi del prossimo anno a Napoli.
Ove necessario vi è la piena disponibilità per far intervenire sul posto dei propri esperti per favorire l’adozione da parte dei comuni dei provvedimenti necessari, come pure l’adattamento locale di protocolli operativi collaudati in altre realtà italiane."
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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