[fun.news.096] FENIOF condanna l’uso di mezzi illeciti per accaparrare funerali

In relazione all’indagine in corso sulle vicende degli Ospedali di Torino, nei quali sembrano emergere forti collusioni fra imprese funebri locali ed operatori sanitari per l’accapparramento dei servizi funebri dei deceduti, interviene anche la FENIOF- che riafferma la propria condanna di qualunque forma di intrusione di operatori funebri in ambito ospedaliero, sia essa indebita (come sembra essere a Torino), che regolamentata dalle stesse Direzioni Sanitarie (come avviene altrove). Ed in effetti, l’azione in atto è stata promossa sin dal 1999 dal gruppo di imprese torinesi inquadrate nel consorzio CIF e aderenti all’Associazione Regionale Piemontese della FENIOF. La FENIOF ricorda che è stata promotrice ed esecutrice di un Codice Deontologico nazionale, che esplicitamente cita: “ La scelta dell’impresa funebre deve essere una libera e assoluta prerogativa della famiglia interessata. Ogni atto che possa limitare tale principio, costituisce violazione al presente codice di etica professionale. In particolare: – solo i responsabili delle imprese funebri, i loro rappresentanti ed il personale dipendente qualificato potranno trattare con gli interessati al funerale per presentare i propri servizi; – è fatto divieto assoluto di utilizzare personale estraneo all’impresa funebre e corrispondere mance o compensi a terzi, affinchè acquisiscano funerali all’impresa.” La FENIOF è però sempre stata convinta che nessuna autoregolamentazione possa avere effettivi risultati se manca alla base il riconoscimento giuridico e di legge degli operatori funebri, il che permetterebbe non solo una individuazione certa di chi può assumere o meno l’organizzazione di un funerale, avendone precisi requisiti, ma anche e soprattutto, un controllo più attento delle autorità competenti, dell’attività e delle modalità di svolgimento dei servizi, dall’acquisizione al compimento. Va per altro detto che è ancora giacente da oltre tre anni, nelle sedi legislative competenti, la riforma del Regolamento di Polizia Mortuaria, nel cui testo fu proprio questa Federazione a voler inserire la norma, secondo cui, “la negoziazione degli affari inerenti l’attività funebre può svolgersi unicamente nella sede autorizzata o, eccezionalmente, su richiesta dell’interessato confermata per iscritto, presso il luogo indicato, purché non all’interno di strutture sanitarie, locali di osservazione, obitori.” In questo senso, l’intervento della Magistratura a Torino è un atto fortemente condivisibile, semprecchè, come purtroppo avviene in questi casi e per il nostro comparto, non si trasformi – specie sulla stampa e nella pubblica opinione – in azione generalizzata di condanna che vada contro l’immagine dell’intera imprenditoria funebre e, quindi, anche delle tantissime aziende sane che operano con serietà e correttezza in questo particolare e delicatissimo settore.

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