Odissea per autorizzazione alla cremazione tra due regioni confinanti

Riteniamo utile portare a conoscenza dei nostri lettori questa vicenda, pubblicata sul quotidiano Il resto del Carino, cronaca di Rovigo, del 19/3/2018. Essa testimonia ancora una volta della necessità di por mano alla revisione delle norme in materia identificando regole nazionali valide per tutte le regioni.

Un cittadino che risiede nel comune di Berra (paese in provincia di Ferrara), si è sentito dire dall’amministrazione comunale di Rovigo a seguito della morte della mamma, che era ricoverata da mesi nell’ospedale della nostra cittadina, che per cremarla occorreva una certificazione diversa.
Il figlio racconta: «La mamma è mancata a 77 anni, il 6 marzo scorso. Aveva espresso la volontà di essere cremata, ma l’amministrazione di Rovigo ha richiesto che il coniuge, ovvero mio padre di 88 anni malato di Parkinson e ospite alla casa di riposo di Serravalle (provincia di Ferrara ndr.), andasse nei loro uffici per firmare una dichiarazione. Ho chiesto una soluzione alternativa. Pertanto, mi hanno detto di recarmi presso gli uffici comunali di Berra e di compilare i moduli per la cremazione e quindi di spedirli con posta certificata». Così ha fatto. «Con notevoli disagi sono riuscito ad accompagnare mio padre al comune di Berra ed a farlo firmare; il funzionario di Berra ha inviato a quel punto la mail e le onoranze funebri hanno fissato i funerali per il giorno 8. Solo nel pomeriggio da Rovigo ci comunicano che non accettavano i documenti, perché dal 2001 ogni Regione ha una propria modulistica per la cremazione. L’assurdità è che la sostanza della procedura è la stessa, cambia solamente la forma».
A quel punto vengono sospesi i funerali.
«Ritengo assurdo che per colpa della burocrazia si creino questi disagi. – continua a raccontare il figlio – Da Rovigo inviano il format della Regione Veneto via mail al comune di Berra, per una nuova firma, ma il funzionario guarda la posta certificata solo l’indomani. Non potendo spostare il papà vista le sue condizioni di salute, invito il funzionario a recarsi personalmente per la firma. Solamente il venerdì la situazione si sblocca e i funerali vengono fissati a sabato».
«Due Regioni, Veneto ed Emilia Romagna – dice al termine di questa paradossale vicenda il figlio – divise solo dal fiume Po che non comunicano tra di loro.
Ci tengo a denunciare questo fatto in quanto è inammissibile che nel 2018, davanti alla tecnologia e alle riforme che sono state fatte proprio per procedere alla sburocratizzazione amministrativa, una famiglia con un padre malato e una madre appena defunta, non possa vivere il lutto nella maniera più delicata e decorosa possibile ma anzi si trovi ad affrontare odissee così dolorose come questa».

Come non dargli ragione!

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