Secondo i più recenti dati Eurostat (aprile 2025), il 2024 ha segnato un’inversione di tendenza per il commercio di materie prime riciclabili fuori dall’Unione europea.
Mentre le esportazioni sono diminuite dell’8,2%, le importazioni sono cresciute del 17,5% rispetto all’anno precedente.
Nel 2023 l’export UE aveva raggiunto un picco ventennale con quasi 39 milioni di tonnellate di rifiuti e rottami riciclabili.
Ma nel 2024 si registra un forte rallentamento, nonostante il confronto con i dati del 2004 mostri comunque un incremento di lungo periodo (+7,2%).
Al contrario, le importazioni di materiali riciclabili risultano in netta crescita, con un boom del +58,5% rispetto a vent’anni fa.
I principali materiali esportati dall’UE sono stati i metalli, che rappresentano oltre il 50% del totale, seguiti da carta, cartone e materiali organici. Questi ultimi, però, costituiscono la quota maggiore degli ingressi nell’Unione (oltre il 60%), seguiti da minerali e metalli.
Sul fronte delle destinazioni, oltre 12 milioni di tonnellate sono finite in Turchia, seguita da Regno Unito e India. Le principali origini delle importazioni UE, invece, sono Brasile, Argentina e ancora Regno Unito.
Questi dati sono fondamentali per gli operatori dei settori ambientali e cimiteriali, considerando l’impatto dei flussi di materie seconde anche sulla gestione sostenibile dei rifiuti e delle risorse.
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