Un pugno di terra del Paese di origine nella bara degli italiani oltreconfine

Riceviamo il seguente comunicato stampa e volentieri pubblichiamo:

ImageComunicato-Stampa di giovedì 06 agosto 2009 mattina

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Proposta al Ministro degli Esteri Franco Frattini

UN PUGNO DI TERRA DEL PAESE DI ORIGINE NELLA BARA DEGLI ITALIANI
OLTRECONFINE

Il servizio potrebbe essere gestito dalla Sefit-
Federutility o da altra agenzia pubblica

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Il fenomeno dell’emigrazione ha prodotto, a sua volta, altri
sottofenomeni. Uno di questi è legato alla forte nostalgia delle radici
di provenienza a tal punto che più di un italiano, residente all’estero
o in altri posti d’Italia, ha desiderato che fosse poi messo nella sua
bara un pugno della terra di origine (spesso anche di un luogo in assai
particolare o speciale per la propia anima). A volte, è capitato pure
di desiderare una piccola pietra della propria casa natìa oppure acqua
di fonte o di mare, sabbia o sassolini della spiaggia dove si sono
trascorsi i tempi dell’infanzia o della migliore giovinezza. Ma ci sono
altri oggetti tanto cari alla memoria e all’effetto delle persone e
tutto ciò non può che ricordarci la più svariata oggettistica scoperta
nelle tombe di ogni epoca e paese. Probabilmente è un desiderio così
ancestrale che i tempi moderni della globalizzazione non hanno ancora
annullato del tutto.

Sono talmente numerosi coloro i quali desiderano
avere nella propria bara, per l’ultimo viaggio, qualcosa delle proprie
origini che si potrebbe costituire un’apposita agenzia o servizio per
esaudire tali desideri. Ma chi potrebbe eventualmente gestire un tale
servizio legato agli affetti delle origini?…

A riguardo,
l’Università delle Generazioni ha scritto al ministro degli Esteri
Franco Frattini, a Sereno Scolaro, segretario nazionale della Sefit
(società per i servizi funerari italiani della Federutility) e a
Daniele Fogli della sezione internazionale Sefit per proporre di
esaminare la possibilità di costituire un servizio per venire incontro
a quegli italiani che, residenti “oltreconfine” oppure in altre parti
d’Italia, desiderano portare con sè nell’ultimo viaggio un po’ della
propria terra d’origine. Un gesto di solidarietà patriottica italiana e
di pietà cristiana che può confortare chi lascia questa vita ma anche i
suoi familiari ed amici.

Inoltre, visto e considerato il fatto che
ormai anche in Italia la presenza degli stranieri è sempre più
rilevante, tale servizio (che potremmo denominare “Ultima Terra Mia”)
potrebbe essere esteso a cittadini esteri destinati a morire in Italia
ma che desiderano portare con sè nella bara un qualcosa che li richiami
alla sempre amata terra di origine.

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redatto ed inoltrato dal dr. Domenico Lanciano

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