Corruttela e mazzette a go go…


Tratto dal sito de: La Repubblica on line (9 agosto 2010)
LA DENUNCIA
Racket delle pompe funebri
video schock girato in ospedale
L’associazione Sos racket e usura diffonde su Internet la sua inchiesta

Un video schock, che mostra in azione infermieri e addetti delle pompe funebri negli ospedali mentre danno vita al cosiddetto racket del caro estinto, è stato realizzato dai membri di un’associazione, a Milano, che si sono finti parenti di pazienti prossimi al decesso. Il documento, realizzato dall’associazione Sos Racket e usura, già al centro di clamorose denunce è stato poi diffuso questa notte su Internet.

I cittadini, con una videocamera nascosta, hanno ripreso gli infermieri che ‘consigliavanò le imprese a cui evidentemente erano collegati, in due ospedali, uno nel capoluogo lombardo e uno nell’hinterland, e poi hanno testimoniato il lavoro irregolare degli addetti delle pompe funebri, indebitamente presenti nelle strutture sanitarie, che a loro volta davano informazioni non veritiere sulla Legge e sulle procedure, per accaparrarsi il cliente.

“C’è una mia zia che non sta bene. I miei cugini sono su in corsia, dicono che è questione di ore…”. Con queste parole i finti parenti avvicinavano gli infermieri delle camere mortuarie, e prima ancora che finissero di spiegare venivano portati in uffici e ‘consigliatì su che impresa di pompe funebri chiamare.

In un caso, in un ospedale dell’hinterland a sud di Milano, il paramedico, in pieno orario di lavoro, si è tolto il camice e ha perfino accompagnato il finto parente direttamente nell’ufficio dell’impresa mortuaria. Ogni volta, naturalmente, i costi erano di mille o duemila euro superiori a quelli della tariffa minima. E in più di un’occasione i becchini si sono spacciati per “ditte appaltatrici” dell’ospedale o addirittura del Comune.

“E’ rimasto tutto come prima – dice Frediano Manzi, presidente dell’associazione Sos Racket e usura – Il racket del caro estinto, che ha mostrato legami criminali e procedure da guerra commerciale, è sempre lì che incombe sulla testa dei cittadini in un momento di bisogno e difficoltà. E nessuno lo riesce a stroncare”. Un’indagine che fece scalpore, con arresti e denunce nel settore, venne realizzata proprio a Milano nel settembre scorso.

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Carlo Ballotta

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8 thoughts on “Corruttela e mazzette a go go…

  1. Concordo con Giorgio, non si capisce perchè si vuole vedere del male nell’operato dell’infermiere. Non si intravede nessuna operazione di sciacallaggio nei confronti del dolente. E poi, la legge vieta la ricerca spasmodica e comunque indurre qualcuno a dichiarare per forza cose che possono essere travisate. E’ una normale precauzione che anche le foze dell’ordine devono mettere in atto. Questo per quanto riguarda il video della Humanitas mentre altra cosa per quello del Policlinico di San Donato. Ed inoltre, che cosa si vuole fare credere con questi filmati ” il corpo” del reato dove è ??? Magari, l’intervistati possono avere capito il gioco e che, ci siano anche stati!!! Sono ben altri i problemi del settore, non è certamente confondendo l’opinione pubblica che si possono cambiare le cose sarebbe bello capire chi ha interesse a fare tanta confusione,prezzi calmierati, appalti per i servizi di povertà con prezzi da FAME ,concorrenza sleale, evasione, raket, cofani di cartone, tutto per denigrare maggiormente il servizio funebre. Non è che sia una scusa per i Comuni visto il malcostume creato appositamente per riaprire le aziende municipalizzate ???
    Avrebbero una gran bella scusa!!!

  2. Carlo,ma dove sta scritto che le imprese son tutte uguali? perche’ gli alberghi son tutti uguali? e i ristoranti? e le concessionarie? in pratica in ogni campo c’e’ chi e’ meglio e chi peggio quindi e’ anche normale che ci sia chi pensa che sia meglio uno o l’altro,il problema sorge quando questa valutazione e’ frutto di mazzette;e come in ogni posto ci sara sempre qualcuno che ti consiglia chi e’ meglio. ma poi lo vogliamo dire che tutte le denunce partono da piccole imprese nate dal nulla senza ne arte ne parte che rodono di invidia…. meditate

  3. Perché all’Humanitas non c’è un cartello di adeguate dimensioni e con grafica tale da non confondersi con la tappezzeria e che non sia affisso dietro la porta dello stanzino delle scope con su scritto: La scelta dell’impresa a cui affidare il servizio funebre è un libero ed assoluto diritto della famiglia interessata (pari pari dall’art. 6 del Codice di Comportamento del 28 febbraio 1987). Nel caso che non si disponga di impresa di fiducia gli operatori nel territorio comunale sono i seguenti:
    A indirizzo telefono
    B indirizzo telefono
    C indirizzo telefono
    A questo punto al signore immortalato nel video bastava un dito per indicarlo.
    Analizzato il problema, questa appare l’unica soluzione che non è mai stato possibile verificare per l’opposizione delle imprese funebri e la latitanza delle Direzioni Sanitarie, che, quando i buoi sono scappati, rilasciano comunicati stampa a discarico di oggettive responsabilità.

  4. Lancio una provocazione “pornografica” ed altamente “oscena”, per cui molti impresari, indignatissimi chiederanno al MEGADIRETTORE di fantozziana memoria la mia defenestrazione da questo blog.

    Se tutte le imprese funebri in fondo sono uguali con prezzi e servizi calmierati dalla mano invisibile del dio mercato (“dIO”con la minuscola, mi raccomando) e la concorrenza (quella vera) è uno specchietto per allodole, allocchi e polli dolenti pronti ad esser spennati reintroduciamo a furor di popolo le turnazioni fisse.

    Random, a casaccio, a carambola, come gli “imprevisti” e le “probabilità” nel giuoco del Monopoli, “a chi capita capita”, ogni impresa funebre presidia per un tempo prederminato e fissato dalla direzione sanitaria la camera mortuaria ospedaliera offrendo ai potenziali clienti i propri servigi a prezzi preventivamente concordati con la direzione sanitaria di cui sopra, poi se i dolenti accettano si procede e va bene così, altrimenti i parenti del de cuius sono sempre liberi di rivolgersi all’impresa di loro fiducia, la quale non dovrà esser in alcun modo ostacolata nell’esercizio delle proprie legittime funzioni.

    E’ipocrita parlare in termini di coercizione psicologica da parte dell’impresa turnista, la quale farebbe pressing per assicurarsi il funerale perchè in assenza di questa, come ampiamente dimostrato, sono ben altri i soggetti che esercitano indebite pressioni in un momento, come accade per un decesso, di intrinseca debolezza da parte delle persone interessate da un lutto.

    Occorre un’educazione civica alla polizia mortuaria per spiegare in modo semplice passaggi e procedure, così quando il cittadino potrà formarsi un’autonoma coscienza sul fenomeno funerario le imprese saranno davvero libere di competere tra loro in uno schema condiviso di regole trasparenti.

    E’un principio sacrosanto del liberalismo, cui, a parole, tutti gli impresari dicono di aderire.

    Basta con il marketing acchiappa-clienti del “funerale gratis tutto compreso”, la polizia mortuaria non si (S)vende come una famosa bibita con le bollicine, occorre dare alla potenziale clientela pubblicità-notizia, ovvero render pubblico il proprio tariffario.

    Diceva Cicerone: “Il popolo (anche in caso di funerali, aggiungo io) sceglie bene quando è posto dinnanzi ad alternative chiare e limpide”.

    Ogni impresa funebre può e deve perseguire in modo autonomo la propria strategia dei prezzi. C’è chi si specializza in funerali low cost, chi invece punta su servizi prestigiosi di alto livello, il cosiddetto funerale di lusso. Ciò sarebbe normale, rientrando nella dinamica del libero mercato; ma per noi italiani, affetti congeneticamente da corporativismo di matrice fascista, rappresenta più di un sogno…è un’utopia.

    Intorno al businness dei funerali gravitano troppi soldi (molti dei quali sottobanco, per la gioia della Guardia di Finanza) e rendite di posizione e questo è il risultato.

    Post Scriptum: perchè in altre culture e sistemi sociali non esiste l’odiosa fattispecie della caccia al morto? Semplice, la religione di quei Paesi vieta il fine di lucro nell’azione di polizia mortuaria.

  5. La Regione Lombardia con la CIRCOLARE N 19/SAN/2006 del del 14.6.2006 era intervenuta per cercare, quanto meno, di arginare il fenomeno maligno della caccia al morto nei locali ospedalieri adibiti a sala mortuaria, già con la Circolare/SAN n.2/2006 era stata ribadita la necessità della separazione tra attività funebre e gestione degli spazi istituzionali, ossia dei depositi d’osservazione (Art. 8, comma 4 della L.R. n. 22/2003 ed Art. 31 comma 2 n.6/2004 e successive modificazioni/integrazioni apportate con Reg. Reg. n.1/2007).

    I comportamenti illeciti, quando non sconfinino addirittura nel diritto penale sono pur sempre passibili delle sanzioni disciplinari (per i dipendenti delle strutture sanitarie) e di quelle amministrative stabilite dalla Legge Regionale 8 febbraio 2005 – n. 6 (Art. 10 bis: da 3000 a 9000 Euro da irrogare secondo le procedure della Legge n.689/1981 implementata dalla Legge Regionale Lombarda n. 90/1983)

    Tutto questo pur lodevole impegno si traddurrà sempre in un cocente fallimento sino a quando permarrà l’assimmetria informativa tra chi (infermieri, necrofori, addetti all’obitorio, necroscopi) conosce tutte le procedure di polizia mortuaria e sa come orientare le scelte dei dolenti ed il comune cittadino che quasi mai è al corrente dell’oscuro mondo dei servizi funerari.

    Il circuito della corruzione si alimenta grazie a questa divaricazione nel flusso informativo. “Conoscere per Deliberare” diceva Luigi Einaudi, o ancora “Sapere è Potere” secondo la celebre massima di Francesco Bacone.

  6. Precisazione dell’IRCCS Policlinico San Donato
    A seguito della video-denuncia dell’Associazione “Sos Racket e Usura” relativa ai servizi delle imprese di pompe funebri del territorio milanese, la Direzione Sanitaria dell’IRCCS Policlinico San Donato ha immediatamente avviato un’indagine interna volta a un’attenta ricostruzione dei fatti.
    Premesso che l’attività della Camera mortuaria dell’ospedale è affidata a una società esterna ai sensi di un contratto in cui è esplicitamente fatto divieto di svolgere qualsivoglia propaganda o commercio di qualsiasi natura, nonché di attivare qualsiasi forma di pressione verso i dolenti e/o il personale dell’ospedale, dall’indagine in corso emerge un’inadempienza contrattuale e il mancato rispetto dell’Istruzione operativa emessa dall’ospedale e relativa alla gestione della camera mortuaria da parte della società esterna stessa.
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    Detti comportamenti ad opera di un addetto della società esterna affidataria del servizio e ai quali, pertanto, il Policlinico San Donato è assolutamente estraneo, sono stati immediatamente contestati all’azienda che ne è responsabile.
    Milano, il 9 agosto 2010
    La Direzione Sanitaria
    IRCCS Policlinico San Donato

  7. Ho visto il video, ma mi pare che l’infermiere cerchi solo di essere gentile e di non approfittarne. Questa è proprio una ciofeca di quella associazione!. Anche l’impresario funebre sembra del tutto normale e gentile e con prezzi abbastanza abbordabili. Di sciock vedo solo il tentativo non riuscito di incastrare qualche persona …

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